MUSIC MAKES THE PEOPLE COME TOGETHER – Sziget 2016

Sziget

Proverò a raccontarvi il Sziget Festival 2016, ma prima di iniziare devo avvertirvi: sarà un report ad alto contenuto emotivo, perché il Sziget è un’Esperienza e in quanto tale lascia il segno e cambia il modo di vedere le cose. Andiamo con ordine: cos’è il Sziget? Letteralmente un’isola, la più grande sul Danubio (con i suoi 108 ettari di estensione), praticamente è lo scenario di quello che ormai è il più grande festival europeo. Ogni anno, dal 1993, per una settimana l’isola di Obuda ospita centinaia di migliaia di persone provenienti da ogni parte del mondo e lo fa in maniera impeccabile!

Atterri a Budapest ed è subito Sziget. L’aria del festival si respira già in aeroporto, tra pubblicità su maxi schermi e giovani in fila per il city pass, e poi in giro per la città, dove ci si riconosce come concittadini dell’isola della libertà grazie ai bracciali e alle t-shirt.

Di quale libertà stiamo parlando? Qualcuno potrebbe subito pensare ad un posto dove circolano droghe di ogni tipo e le persone hanno comportamenti solitamente vietati dal buon costume. In questi giorni ho letto articoli a riguardo pieni di pregiudizi, frasi fatte da mamma apprensiva, affermazioni false e completamente fuori luogo. Quest’anno il Sziget ha accolto 500.000 persone, praticamente la metà della popolazione di una grande città come Napoli. Ecco, su un campione così vasto di persone pensate sia possibile che nessuno si faccia una canna, alzi troppo il gomito o finisca per una notte e via nella tenda del vicino? Senza dover giustificare o condividere questi atteggiamenti, traete pure le vostre conclusioni a riguardo. Io c’ero e so che tutto questo è stato una piccolissima parte, talmente piccola da non essere neppure degna di nota, perché è ciò che accade anche in un qualsiasi piccolo festival o sagra di paese. Ognuno porta al Sziget ciò che è anche fuori, cattive abitudini comprese!

Libertà al Sziget è sinonimo di convivenza, possibilità, bellezza e tranquillità.

Convivenza (pacifica) di persone di ogni provenienza, fieri delle proprie radici, ma altrettanto aperte all’incontro e alla condivisione. Bandiere francesi, italiane, olandesi, inglesi, tedesche, svedesi, ma anche statunitensi, russe, brasiliane e… una sciarpa del Napoli, tanto per sentirsi a casa! Convivenza di persone di ogni età, neomaggiorenni, trentenni, famiglie con bambini opportunamente attrezzati con cuffie e tanti over cinquanta. Ho condiviso la transenna, durante il concerto dei Muse e dei Sigur Ros, con una signora ungherese di almeno sessant’anni, che si è anche sforzata di parlare in inglese per raccontarmi di Dan Panaitescu, storico booking manager del Sziget morto circa un mese fa durante un incidente stradale e a cui è stata dedicata questa ventiquattresima edizione del Festival. E poi c’è stata la coppia di mezza età che ballava divertita i ritmi balcanici di Goran Bregovic e il ragazzo che mi ha gentilmente ceduto il suo posto perché era più alto di me e io non avrei visto nulla. Un’isola della pace, esempio di civiltà e tolleranza.

Sziget

Possibilità (di scelta). Tredici palchi con musica per tutti i gusti: blues e jazz, world, tribute, dance, reggae, italiana, europea, internazionale. Ma la musica è in definitiva solo la colonna sonora per tutto il resto. Almeno un centinaio di stand fast food per palati altrettanto curiosi, la spiaggia, il circo, il cinema, l’arte, lo sport, block party, teatro e danza, yoga. Nessuno può annoiarsi al Sziget, c’è sempre qualcosa da fare praticamente tutto il giorno. C’è addirittura il tempo e lo spazio per riposarsi.

Sziget

Bellezza e tranquillità. Il Sziget è bello esteticamente, nessuno lo mette in dubbio, con i suoi colori, la scenografia da grande Luna Park e le strade sempre pulite grazie all’attenzione dei volontari. Ma la bellezza che ti resta dentro una volta che è finito è un’altra, quella che ti fa brillare gli occhi mentre ne parli. Sai di aver partecipato a qualcosa di irripetibile e in parte indescrivibile, sai che hai trovato tutto quello che ti aspettavi e molto altro ancora. Il Sziget riempie gli occhi di meraviglia, nutre il bambino che c’è in ognuno di noi e che non dovremmo mai trascurare, arricchisce il bagaglio di stimoli e desideri. Sziget è una macchina grandissima e complessa eppure funziona perfettamente: niente ritardi degli spettacoli, nessun problema di sicurezza, prezzi accessibili. Questa è la tranquillità, che fa da cornice all’Esperienza e la rende ancora più speciale.

Avrei sicuramente tanto altro da dire, so che giorno dopo giorno si ripresenteranno ricordi e farò altre riflessioni. Quanto detto in questo pezzo è quello che racconterò ai miei amici e sono gli argomenti che utilizzerò per convincere altri ad andarci… o magari per convincere me stessa un giorno a ritornarci, perché credo che questo festival lasci qualcosa a tutti e lo faccia in maniera diversa in base all’età, al momento di vita e alla compagnia.

Non sarà mai sempre la stessa isola, ma è pur sempre stupefacente!

Sziget – La gallery

Reportage fotografico del Sziget Festival 2016 – fotografie a cura di Tiziana Teperino, tutti i diritti riservati

 

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