Ogni genere musicale ha un proprio album d’origine: Kill ’Em All dei Metallica è indubbiamente ciò che definisce cosa sia il thrash metal.
La macchina del tempo ci riporta all’inizio degli eighties
Facciamo un passo (non tanto breve) indietro nel tempo. A seguito dell’esplosione della NWOBHM (New Wave of British Heavy Metal) il metallo pesante aveva fatto le valigie per seguire nuovi orizzonti d’oltreoceano. La California fu la terra promessa dei musicisti che volevano seguire le orme dei padri fondatori: Black Sabbath, Deep Purple, Rainbow, tanto per citarne alcuni.
Ma se la musicalità rispecchiava l’hard rock, l’aspetto estetico richiamava invece il glamour, tipico di artisti come Slade, New York Dolls e, sotto alcuni punti di vista, David Bowie. Nacque così il glam metal. I dischi che ne delinearono le forme furono: Too Fast For Love dei Motley Crue (1981), Under The Blade dei Twisted Sister (1982) ma soprattutto Metal Health (1983) dei Quiet Riot, entrato nella storia del metal come primo album ad aver raggiunto la prima posizione nelle classifiche di Billboard.
Ma come, il metal viene passato in radio? Il metal smette di essere un genere di nicchia? Il metal abbandona la tematica della rabbia e della ribellione per dirigersi verso l’amore e le ballads? Occorreva una contro-rivoluzione per riportare in auge lo status quo. Ed occorreva seduta stante. A pensarci furono i Metallica.
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Kill ‘Em All; Ucciderli tutti è l’unica soluzione
Kill ‘Em All usciva esattamente il 25 Luglio 1983 negli USA per la Megaforce Records. Inizialmente venne intitolato “Metal Up Your Ass”. Poi, per volontà della stessa etichetta discografica, fu censurato poiché ritenuto troppo “esplicito”.
10 tracce partorite dalla mente di James Hetfield, Cliff Burton, Lars Ulrich e Dave Mustaine – poi sostituito da Kirk Hammett. Nel 2018 si discute ancora sul livello di paternità da attribuire all’istrionico chitarrista cacciato dal gruppo – che per vendetta fonderà i Megadeth. I fan sono divisi : Kill ‘Em All è stato composto interamente da big Dave oppure no? Ma questo poco importa alla fine.
Ciò che ci interessa è il sound. Kill ‘Em All dei Metallica è un tripudio di violenza sin dalla sua apertura con la cavalcata Hit The Lights. The Four Horsemen è un inno alla distruzione e diverrà in seguito uno dei soprannomi della band. Batteria martellante nelle orecchie, ecco che parte Motorbreath, un pezzo di tributo ai Motorhead , considerati sin dagli albori un riferimento imprescindibile da cui trarre ispirazione.
Il ritornello di Jump In The Fire non ha nemmeno bisogno di ulteriori descrizioni. Invece (Anesthesia) Pulling Teeth, assolo di basso, è la primaria testimonianza del virtuosismo tecnico di Cliff Burton. Whiplash è tutt’oggi un pezzo proposto in sede live da cui scaturisce un’incredibile energia. Stesso non può dirsi delle successive Phantom Lord e No Remorse, canzoni spesso bistrattate dal quartetto nel corso degli anni.
Concludiamo con le due canzoni simbolo del disco: Seek & Destroy e Metal Militia. Notoriamente dedicate ai “glamsters” che avevano corrotto l’attitudine dell’heavy metal con la loro predisposizione verso sonorità maggiormente orecchiabili e un look poco mascolino. Tanto per citare goliardicamente gli stessi Metallica di quei tempi : “ …pensavamo fossero delle putt*ne e quindi ci avvicinammo a loro. Guardando da vicino, ci accorgemmo che erano i Motley Crue”.
Si era di fronte ad una contro-rivoluzione fatta di musica di protesta suonata a livelli estremi e senza compromessi. Era nato il thrash metal grazie ad uno dei migliori album d’esordio nell’universo del rock. Il resto è storia.
Francesco Forgione