Sebbene qualcuno voglia farci credere che il tema dell’emigrazione sia un grosso problema dei giorni nostri, la ricerca di nuove opportunità in una terra diversa da quella di origine rappresenta piuttosto un evento che da sempre caratterizza la storia umana e che, anzi, è alla base dello sviluppo e dell’evoluzione della nostra specie. Il cinema non ha mai smesso di raccontare questo fenomeno e, in molti casi, i protagonisti siamo stati proprio noi italiani, un popolo dalle mille risorse che ha saputo soffrire e cogliere le occasioni in ogni angolo del globo: ecco alcuni dei film più importanti girati intorno a questo tema.
Uno dei film forse più conosciuti e apprezzati intorno al tema dell’emigrazione italiana è “Pane e cioccolata“, diretto nel 1973 da Franco Brusati e caratterizzato dall’ottima prova di Nino Manfredi nei panni del ciociaro Nino Garofoli. Tra amara ironia e denuncia sociale, il film narra la storia di un italiano emigrato in Svizzera che cerca di integrarsi e di sfuggire all’espulsione dal paese con modalità spesso grottesche, come quella di tingersi i capelli di biondo, un’ingenua idea per non sentirsi discriminato e guardato di cattivo occhio solo per la sua provenienza. Memorabile la scena in cui, di fronte a una partita di calcio, Garofoli non resiste a trattenere l’esultanza per il gol dell’Italia esplodendo in tutta la sua gioia in un locale pubblico pieno di svizzeri.
Del 1950 è invece “Il cammino della speranza“, di Pietro Germi, intensa opera cinematografica incentrata su un gruppo di minatori siciliani che, alla chiusura di una solfara a Favara, impegnano i propri risparmi per emigrare in Francia. Dopo un viaggio caratterizzato da numerosi imprevisti e difficoltà, gli sfortunati emigranti raggiungono il confine francese, ma intercettati dai doganieri vengono invitati a ritornare indietro: è solo il sorriso di un bambino all’interno del gruppo a intenerire gli agenti, che finiscono per chiudere un occhio e lasciarli proseguire.
Commedia dai toni sociali è il divertente quanto intelligente “Bello onesto emigrato Australia sposerebbe compaesana illibata“, in cui un impeccabile Alberto Sordi interpreta Amedeo Battipaglia, un emigrante italiano in Australia che cerca di conoscere per corrispondenza una connazionale da sposare. A movimentare la trama, più che le tematiche di natura sociale e culturale, sono gli equivoci che si vengono a creare tra Amedeo e la sua amica di penna Carmela, i quali finiscono per mentirsi reciprocamente sulla propria storia.
Non solo registi e attori italiani hanno concentrato la propria attenzione sull’emigrazione dei nostri connazionali: anche Hollywood ha infatti voluto raccontare storie di vario genere, puntando l’attenzione su diversi aspetti legati alla presenza di italiani negli Stati Uniti.
Con “Italoamericani” (1974), Martin Scorsese ha narrato la storia della propria famiglia in un film documentario che tocca numerosi argomenti, dalla fede alla famiglia, alle condizioni di vita degli emigranti italiani negli U.S.A.. Il film, i cui protagonisti sono lo stesso Scorsese e i suoi genitori, Catherine e Charles, finisce per diventare un importante spaccato su ciò che il trasferimento dall’Italia ha significato per numerosi migranti in cerca di fortuna.
Persino la storia di una città oggi ricca e famosa come Las Vegas, il regno del poker e dei casinò, deve in parte il suo successo a emigranti italiani, tra cui Lucky Luciano: è infatti dall’incontro tra italiani e mafiosi ebrei, voluto da Bugsy Siegel, che la città ebbe origine. Non è difficile scorgere anche al cinema questo stretto legame tra i personaggi “nostrani” e Las Vegas: basti pensare alla figura di Don Vito Corleone, il “Padrino”, che nel film di Francis Ford Coppola incarna una parte storicamente importante dell’emigrazione italiana negli Stati Uniti.
La mafia italoamericana è spesso presente nella cinematografia statunitense e proprio “Il Padrino” rappresenta una delle opere più importanti intorno a tale tematica socio-culturale. Il film è incentrato, in particolare, sulla figura di Vito Corleone, un immigrato siciliano che, dopo anni di azioni criminali, riesce a diventare uno dei più potenti capi mafia di New York.
Volgendo infine lo sguardo al cinema degli anni 2000, non possiamo non citare “Nuovomondo“, film del 2006 di Emanuele Crialese incentrato sull’esperienza della famiglia siciliana Mancuso, che lascia la sua terra per tentare la fortuna proprio negli Stati Uniti.
Passano gli anni e le epoche, ma il tema dell’emigrazione rimane sempre uno degli argomenti più sentiti e delicati: abbandonare la propria terra per cercare di lasciarsi alle spalle anni di povertà e sofferenza è una scelta sempre dolorosa, da osservare con il massimo rispetto. È per questo che ripercorrere il passato dei nostri antenati può aiutarci a comprendere meglio le dinamiche attuali, riflettendo su ciò che accade intorno a noi senza pregiudizi di sorta: in questo il cinema può essere un grande amico e alleato, una fonte di conoscenza su cui puntare con forza per educare al meglio le attuali generazioni.