La Profezia dell’Armadillo: Il Fumetto rivelazione di Zerocalcare al cinema

Il 13 settembre sbarca nei cinema italiani, dopo la partecipazione al Festival di Venezia, Zero e il suo amico immaginario Armadillo. Tanta l’attesa per la pellicola, anche se avvolta dallo scetticismo per l’esordio alla regia di Emanuele Scaringi (in seguito al forfait di Valerio Mastandrea).

La profezia dell’Armadillo, opera prima di Zerocalcare, pseudonimo di Michele Rech, segna sicuramente la rinascita del fumetto italiano, da troppo tempo orfano di un Paz o Hugo Pratt.

Il film in uscita è già molto discusso, sia per i problemi legati alla produzione, sia (e soprattutto) per la fedeltà della versione cinematografica al fumetto. Per questo motivo, prima di prendere parte alla proiezione, riprendiamo brevemente la graphic novel che ha portato il nome (o meglio lo pseudonimo) di Zerocalcare sulla bocca di tutti.

La profezia dell'armadillo

La Profezia dell’Armadillo| Il Fumetto

 

Si chiama profezia dell’armadillo qualsiasi previsione ottimistica fondata su elementi soggettivi e irrazionali spacciati per logici e oggettivi, destinata ad alimentare delusione, frustrazione e rimpianti, nei secoli dei secoli. Amen.”  (pag. 65, La profezia dell’armadillo, Milano, 2016)

Centotrentasei tavole, divise in microstorie di diversa lunghezza, per lo più autoconclusive, ma che tutte insieme compongono una storia più grande.

Il corso degli eventi inizia con la morte di Camille, un’amica di vecchia data, nonché prima cotta del protagonista. Da qui si sviluppano i vari aneddoti collegati da questo filo nascosto, che ci mostrano il difficile passaggio all’età adulta attraverso scene di vita vissuta tra passato e presente.

Il personaggio di Zero, ignorando quanto abbia di Michele, risulta essere tanto inverosimile quanto rappresentativo di un’intera generazione.

Con uno stile personale e ricercato, la peculiarità di Zerocalcare è personificare le sue voci interiori in personaggi spesso radicati nell’immaginario collettivo. Troviamo per primo l’Armadillo, vero e proprio coprotagonista delle vicende, nonché proiezione mentale dell’autore che incarna le sue paure e paranoie (o per meglio dire le cosiddette “pippe mentali”).

Nel corso della lettura ci si imbatte in Lady Cocca (“per rispettare la sua privacy, mia madre avrà le fattezze di Lady Cocca”), Leonida, Yoda, Obi-Wan Kenobi, Vandana Shiva ed altri ancora, dando vita a spassosi siparietti. Last but not least, al duo Zero e Armadillo si affianca Secco, l’amico in carne e ossa, con il quale si forma un tridente inusuale e tragicomico.

La Profezia dell’Armadillo

 

Insomma, La profezia dell’armadillo è un testo da leggere tutto d’un fiato, scorrevole e leggero ma non per questo scontato, necessitando di più riletture per poterne cogliere il senso più profondo.

Una prima opera di tutto rispetto, che ha aperto le porte ad un artista meritevole e geniale, capostipite di una nuova generazione di fumettisti che molto hanno ereditato ma altrettanto hanno da lasciare. Resta la speranza che il film in uscita non oscuri o travisi un libro di tale portata. La speranza è che ne sia all’altezza, spingendo alla lettura coloro che ancora non l’hanno fatto, e a rileggerlo con un nuovo gusto chi già lo conosceva.

 

Luciano Calandro

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