Salmo | Playlist: il Re dell’hardcore ne ha per tutti!

Il ritorno dall’inferno di Elvis

 

Playlist segna il ritorno di Salmo a oltre due anni dall’inferno di “Hellvisback“.

Personalmente ne sentivo la mancanza, credo però che attualmente anche la nostra situazione musicale avesse il bisogno di scuotersi un attimo. E chi meglio di lui per dar una scossa a tanta monotonia? 

Il primo segnale del nuovo album è arrivato ben sette mesi fa, da allora l’hype è andato sempre più crescendo, soprattutto per via di una promozione congegnata accuratamente. Come ad esempio il trailer pubblicato su PornHub, noto portale d’intrattenimento, e prima ancora anticipato dal singolo “90 minuti”, che nelle prime 24 ore ha ricevuto un milione di visualizzazioni diventando disco d’oro.

Basterebbe questo per far capire quanto fosse atteso il ritorno del rapper sardo, e il motivo per cui è uno dei migliori artisti italiani. Direte: ma il successo che già sta riscuotendo trova fondamento nella qualità del disco?  La mia risposta è in prevalenza sì. Ci sono alti e bassi, ma alcuni picchi sono davvero elevati.

In “Playlist”, con toni differenti e testi che rispecchiano perfettamente la musicalità, si affrontano temi ben precisi: la critica sociale, il dissing, l’introspezione personale. Insomma, ce n’è per tutti!

Salmo Playlist

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“Prego sedetevi comodi, sta cominciando lo show”

Così canta Salmo nel ritornello di “90MIN”. In questo primo singolo mette subito in chiaro che direzione (testuale) prenderà il disco. Una fotografia dell’odierna società italiana e dell’italiano medio. Con un riff prettamente rock il decollo è immediato.

Stai zitto” rievoca l’old school anni ’90, portandola ad un livello hardcore. La bravura del rapper sardo si unisce ad un altro pezzo grosso del rap italiano: Fabri Fibra. Anche qui vengono criticate le nostre ipocrisie, politiche e musicali.

 

” I vecchi scureggioni della Pop music sono un po’ in difficoltà, sono confusi, in classifica per primi solo i Rappusi”. 

Ciò per dire che i cantanti pop di vecchia data continuano a rimanere negativamente sorpresi dal trionfo dei giovani rapper che scalano le classifiche. Le bon non risparmia nessuno ed in questi giorni, infatti, stanno arrivando le prime risposte da quelle persone che si son sentite interpellate. Da menzionare la bellissima rima dedicata a Primo Brown, scomparso nel 2016. Sai chi veglia sopra le mie barre? Primo Brown. Stai zitto è in assoluto tra le migliori dell’album.

Seguono due canzoni accomunate da un’unica riflessione: i soldi, il valore che gli attribuiamo e il consumismo ormai estremo. La prima “Ricchi e Morti“, citazione al titolo della serie tv “Rick and Morty“, parodizza i cosiddetti trap boy ed in generale l’uso sproporzionato del “cash“, come direbbero loro. La base è apparentemente semplice ma possiede un basso possente ed un piano magnetico.

In “Dispovery Channel” Salmo è in compagnia del suo caro amico/collega di casa Machete Empire, Nitro. La povertà è stato quell’incentivo in più che li ha spinti a dare il massimo, riuscendo alla fine a raggiungere i propri obiettivi. Il ritmo drum’n’bass è distorto ed incalzante, pura scuola Machete come da sempre ci hanno abituato.

Arriviamo alla traccia che tanto ha fatto discutere, “Cabriolet” con Sfera Ebbasta. La scelta può sembrare incoerente, considerando il tema della precedente Ricchi e Morti. Si tratta, invece, di una risposta piccata alla rivista “Rolling Stone“, la quale affermava che “Mr.Thunder” fosse una presa in giro confronti di Sfera. In realtà il brano menzionato è una parodia della scena trap generale. Una rivincita ironica che non guasta. Nonostante non abbia apprezzato il featuring – contestualizzata nella trap – rimane una canzone discreta e migliore di tante altre di quel genere.

Ho paura di uscire” è aperta da un’intro cinematografica – così come altre nel disco – che rievoca le vecchie pellicole, alla Tarantino, per poi esplodere nel beat. Qui emergono i disagi e le paranoie di coloro che hanno deciso di ritirarsi dalla vita sociale.

In “Sparare alla luna” arriva un’altra collaborazione con un altro artista che Salmo conosce bene: Coez.

<< Piatto che piange, la fortuna cieca è una pessima dea/ Uomo a terra come in trincea, come in moschea/ Sono io l’infiltrato, il boss della DEA >>

Sparare alla luna è un viaggio nel Messico tra i cartelli del narcotraffico, un perfetto trip totalmente immersivo. Coez non è uno di quei cantanti che gradisco, però lo trovo sempre ben adatto ai ritornelli melodici nelle canzoni degli altri rapper.

PXM” (Prega Per Me) è caratterizzato nel ritornello da una chitarra rock, mai mancata in tutti i suoi lavori, essendo Salmo un musicista cresciuto con le band. L’animo rock emerge, ma il pezzo resta abbastanza anonimo.

Un’altra traccia inaspettata è “Il cielo nella stanza“, per molti la prima canzone d’amore della rapper sardo.  Non è proprio così. Un approccio più intimo lo si può trovare già in Faraway (Midnite, 2013). A differenza di quest’ultima, qui emerge una delicatezza maggiore, ed è ciò che forse non ci si aspettava. Il ritornello è intonato dalla fantastica voce di Nstasia – cantante R&B americana che vanta collaborazioni con Skrillex – e riporta molto alle canzoni rap/pop di Eminem.

Tiè” una scarica di adrenalina! Dopo tanta dolcezza, Salmo passa alla batteria e si sfoga ritornando ai tempi dei Three Pigs Trip, sua ex band. Uno skit di un minuto dove pesta duro a suon di stoner, ricordandoci quali sono le sue influenze. Dal vivo ci sarà da pogare.

Ora che fai” è pura sperimentazione. Seppur con un testo facilmente dimenticabile, il beat sincopato e schizofrenico è caratterizzato da una varietà di suoni indescrivibile. La bravura di Salmo sta anche in questo, esplorare e sperimentare, così come anni fa aveva fatto con la dubstep.

Perdonami“, singolo uscito 11 mesi fa ed inserito nell’album, è volutamente trap ma efficace, sfrutta il genere per provocare e qui ci ricolleghiamo alle polemiche di Cabriolet. Io la vedo più come un modo per mostrare che la trap, volendo, la si può produrre bene senza risultare banali.

Il disco si chiude con “Lunedì“. Salmo per la prima volta mette a nudo le sue debolezze, dovute ad un periodo di profonda crisi.

<<Mi sento come un lupo quando è luna piena/ Guardo la tempesta che distrugge il molo/ Hai visto quanto è brutto il mare d’inverno/ Fortuna che ho sempre gli occhiali da sole/ Non voglio compagnia neanche all’inferno/ La gente come me morirà da sola>>.

Scava in fondo a se stesso, lasciando l’ascoltatore in un luogo di oscure riflessioni. Sul finale sentiamo il braccio di un giradischi sollevarsi, e lo scratch sul vinile che smette di suonare. Si colloca tra le migliori che abbia mai composto.

salmo playlist

Da Olbia a King dell’Hardcore

Di questa nuova fatica di Salmo, l’unica cosa che mi ha fatto storcere un po’ il naso è il minutaggio delle canzoni: un po’ scarso. Nel momento più alto, in cui ti aspetti possa arrivare qualcosa, il brano si ferma.

Per il resto, il lato che viene esaltato e immediatamente balza all’orecchio è l’eccellente produzione – i bassi messi in risalto sono una goduria. Playlist può non piacere agli ascoltatori che hanno molto apprezzato Hellvisback, e quindi più tendenti al rock. 

È un lavoro quasi perfetto, a mio avviso,  che farà discutere del suo inserimento  tra i migliori dischi del 2018.

Ho dovuto ascoltarlo varie volte prima di scriverne, e rispetto ai precedenti ho impiegato un po’ di più ad assimilarlo. Però ho avuto due certezze: la prima è che Salmo mette sul piatto una trasversalità non da poco, sfidandosi sempre album per album. La seconda è la conferma dello spessore artistico di Maurizio Pisciottu, un pescatore partito da solo dalla città di Olbia, che, dopo tanta gavetta per le strade, ha fondato una crew/etichetta tutta sua ed ora si attesta –  ancora una volta  – come “King dell’hardcore”, battendo ogni record di ascolti.

Un successo tutto meritato.

Applausi.

 

Emanuele Grillo

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