Amici come prima: Ma che è sta cafonata?

Amici Come Prima è una cafonata, tanto per riprendere una delle frasi celebri dello stesso De Sica. E noi vi spiegheremo il perché.

UNA TRAMA SEMI-ORIGINALE

Il costrutto della pellicola si regge attorno alla storia di Cesare Proietti (De Sica), il direttore del Relais, un albergo di lusso in quel di Milano. Lo storico proprietario, Massimo Colombo (Boldi) è un bambinone di settant’anni sulla sedia a rotelle, capriccioso ed arzillo, sessualmente parlando. Quando Cesare, a seguito dell’entrata in società di nuovi soci cinesi, verrà licenziato da Luciana, figlia senza scrupoli del Colombo, la sua vita cambierà di colpo. Si ritroverà disoccupato e senza una lira per accontentare i bisogni della moglie Carla, altra donna alquanto meschina. Grazie all’aiuto dell’amico Marco, però, maturerà un’idea geniale: fingersi donna per poi essere assunta come badante di Massimo. 

Ecco sopraggiungere la metamorfosi nell’avvenente Lisa, biondona over 60. Non vi ricorda proprio nulla? Inutile negarlo. La genesi del film prende in prestito una larga parte di Mrs. Doubtfire e di Quasi Amici, film francese del 2011.

GLI INSULSI PERSONAGGI SECONDARI

 

Christian De Sica – che qui siede anche in cabina di regia – nell’arco del racconto è un ottimo paraculo, una vecchia volpe. Abilissimo nel dare al pubblico ciò che vuole: quel tipo di comicità basata sul repentino passaggio dal serio al volgare. Massimo Boldi, invece, assume le forme di una stravagante fusione tra Berlusconi e Mao Zedong. Vedasi i poster celebrativi comparsi durante il film che richiamano l’immagine del dittatore cinese. Ed è impossibile non constatare come il Colombo sia un ricco industriale col vezzo per le belle donne.

I personaggi di Boldi e De Sica, messi assieme, funzionano senza troppo patemi. È il contorno che lascia parecchio a desiderare. Nei vecchi film del duo, i comprimari erano principalmente Biagio Izzo ed Enzo Salvi. Attori che, per quanto possano scadere nel trash, avevano il loro stile interpretativo che li rendeva caratterizzanti.

Marco, ex-portiere dell’hotel Relais interpretato da Maurizio Casagrande, non strappa una risata nemmeno per sbaglio. Regina Orioli (nella parte della figlia di Massimo Colombo) è talmente inespressiva e incapace nell’arte della recitazione che pare presa in prestito dal cast di The Lady. Lunetta Savino, moglie di Cesare, è un’attrice da soap-opera di serie C. Il confronto col passato non regge proprio.

amici come prima

LA BANALIZZAZIONE DELLE TEMATICHE SOCIALI

 

È proprio questo un punto focalizzante, il confronto col passato. Nella conferenza stampa di presentazione a Napoli è stato ribadito il fatto che non si tratti di un cinepanettone. Allora, per approcciarsi all’opera di autoconvincimento, è opportuno inserire delle tematiche sociali all’interno del film, per rendere il contesto maggiormente alto rispetto alla classica commedia natalizia. Purtroppo le tematiche sociali presenti sono affrontate con una semplicità disarmante, tale da renderle futili.

Il figlio di Cesare è omosessuale, ma il suo gender sarà motivo di ridicolizzazione in varie scene, come quando il fidanzato gli dirà testualmente di “andare a prendere un gelatino”; i soci cinesi che entrano nella Colombo spa, metafora dei recenti investimenti del popolo orientale nel nostro Paese, si chiameranno Coy-Ong (?!) e saranno inverosimilmente stereotipati.

Sia chiaro, stiamo parlando di una commedia dal registro basso, ma prendete ad esempio Vacanze Di Natale 2000. Le tematiche sociali di inizio millennio, come poteva essere la febbre per il superenalotto e il divario tra ricchi e poveri, erano ben inserite nel contesto della pellicola e trattate con la relativa comicità, ma al tempo stesso portavano ad una riflessione, ad una morale di fondo. Che, nel caso di Amici Come Prima, risulta essere assente.

UN CINEPANETTONE MASCHERATO

 

Tirando le somme, Amici Come Prima è dunque un cinepanettone mascherato.  È vero,  l’ambientazione non è una località turistica durante le feste natalizie, ma in realtà è uno specchietto per le allodole. Innumerevoli gag richiamano situazioni cinepanettoniane. Da Lisa, l’impersonificazione femminile di Cesare, che dovrà fare un massaggio con happy ending al Colombo. O allo stesso Massimo che avrà al collo un sofisticato meccanismo elettronico per garantirgli erezioni durature. Per non parlare della messa in scena di equivoci in successione, terreno da sempre fertile alla verve comica di De Sica.

L’inizio in sé è un omaggio ai primi Vacanze Di Natale anni ’80, perché in sottofondo si ode I Like Chopin dei Gazebo. Le domande a tal punto sorgono spontanee. Perché ? Perché si è parlato di un anti-cinepanettone quando la realtà dei fatti mostra oggettivamente l’esatto opposto? Perché propagandare un prodotto innovativo che di innovativo ha poco o nulla?

Amici Come Prima tenta di non fare il cinepanettone, ma alla fine riesce a ricadere in quell’ambito: allora non era meglio girare direttamente un cinepanettone vero e proprio? Saremmo stati lieti di vedere susseguirsi nuovamente sul maxischermo un concentrato di scoregge, doppi sensi di natura sessuale, allupati dietro a belle fighe e sodomizzazioni involontarie. E’ l’italian way of comedy.

Solo il finale di Amici Come Prima mostra un’innovazione atipica, dal momento in cui viene sfondata la quarta parete. Peccato che nemmeno due minuti dopo sia tutto buttato al vento. Come? Grazie ad una scena del dietro le quinte che è la cafonata definitiva (non vi spoilero nulla) e l’ispirazione per il titolo dell’articolo che avete letto finora. Nonché il colpo di grazia per un film che, una volta visionato, non riesce proprio ad entusiasmare rispetto all’hype che aveva creato.

 

Francesco Forgione

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