L’amica geniale: Le metamorfosi e la smarginatura.

Se i primi due episodi de l’amica geniale sono stati un successo in termini di ascolti, il terzo ed il quarto, andati in onda martedì 4 dicembre, non hanno deluso le aspettative, registrando con il 30% di share oltre sette milioni di telespettatori.

In merito hanno espresso pareri favorevoli anche molte testate internazionali come Rolling Stone, la CNN, il Wall Street Journal e il Time, sottolineando la bellezza della serie e definendola “tutto ciò che l’adattamento di un grande libro dovrebbe essere”.

È con questi esiti positivi che HBO e Rai festeggiano annunciando ufficialmente che l’amica geniale avrà un sequel tratto dal secondo libro della saga, Storia del nuovo cognome.

TERZO E QUARTO EPISODIO: LILA E LENÙ CRESCONO

La seconda puntata si apre con un’immagine surreale. Eravamo rimasti ad un funerale, quello di Don Achille, l’usuraio del rione. Un corteo funebre sfila lento dietro la bara. Poi, d’un tratto, come dopo un battito di ciglia, ecco che nella stessa scena tutti sono improvvisamente più grandi. In pochi secondi lo spettatore vive un salto temporale di circa tre anni.

Lila e Lenù sono cresciute e si trovano ad affrontare l’adolescenza, delicato momento di passaggio in cui cambia il proprio io, cambia il proprio corpo e ciò che gli altri si aspettano da noi. Il loro rapporto è perennemente in bilico fra il bene e l’ammirazione che provano l’una per l’altra e l’invidia reciproca. Se da un lato Lenù ha continuato a frequentare la scuola ed il suo corpo si è sviluppato prima di quello dell’amica, Lila non rimane certo indietro. Autonomamente studia e legge più libri di chiunque altro nel rione, e passa poco tempo prima che anche la sua bellezza fiorisca e attragga le attenzioni di tutti i ragazzi del quartiere.

L'amica geniale

Anche con minori possibilità Lila sembra essere sempre un passo avanti ad Elena, ma nei momenti in cui Elena si lascia demotivare dal senso di inadeguatezza è proprio Lila ad aiutarla e a ricordarle che lei è in grado di fare qualunque cosa.

Gli altri personaggi, che nei precedenti episodi avevano un ruolo marginale, ora diventano co-protagonisti e acquisiscono centralità nella vita delle due ragazze.

Nel rione tutto procede come sempre: i più forti sottomettono i più deboli e, anche se i forti cambiano e ruotano a seconda degli eventi, la legge rimane sempre la stessa. Dopo la dipartita di Don Achille a tiranneggiare nel rione è la famiglia Solara, i proprietari del bar/pasticceria della zona. I perfidi fratelli Solara, coetanei delle protagoniste, adescano le ragazze del rione per abusare di loro e creano scompiglio nel quartiere.

La festa di capodanno, che ha sancito la pace tra i figli di Don Achille e i figli di Peluso (arrestato con l’accusa di aver ucciso Don Achille), si trasforma in realtà in una lotta fra bande, fra l’alleanza di tutti i ragazzi del rione contro la prepotenza dei Solara. Le due fazioni si recano su terrazzi paralleli e, durante i botti di mezzanotte, cominciano ad urlarsi insulti e a spararsi a vicenda, in quello che per Lila rappresentò il primo episodio di smarginatura.

COS’È LA SMARGINATURA

La “Smarginatura” è un concetto centrale nella narrazione della Ferrante, che la scrittrice spiega circa a metà del romanzo. La smarginatura è una sensazione, uno stato d’animo che Lila vive molte volte durante la sua vita, in cui un’improvvisa rivelazione del mondo circostante s’insinua dentro di lei e diventa malessere e sottofondo della sua esistenza. Un momento in cui il personaggio sente di perdere la propria identità e in qualche modo i suoi “confini” diventano sfocati e si confondono con ciò che la circonda. Lila percepisce e poi teorizza la smarginatura:

«il 31 dicembre del 1958 Lila ebbe il suo primo episodio di smarginatura […] in quelle occasioni si dissolvevano all’improvviso i margini delle persone e delle cose[…]».

L'amica geniale

LE NUOVE ATTRICI

Compito non facile quello di sostituire le piccole Ludovica Nasti ed Elisa del Genio, che hanno interpretato con grande talento le protagoniste da bambine. Della loro presenza, infatti, se n’è sentita la mancanza, nonostante l’altrettanta bravura delle due college adolescenti Margherita Mazzucco (Lenù) e Gaia Geraci (Lila). Le nuove attrici hanno rispettivamente 16 e 15 anni e nessuna esperienza attoriale precedente.

Nonostante nemmeno le bambine avessero esperienze pregresse sul set, è palese una differenza espressiva che rende la loro performance più convincente rispetto a quella delle ragazze.

Una nota straordinariamente positiva, invece, è l’evidente lavoro fatto nel parlato. Le attrici che interpretano Lenù non si somigliano affatto tra di loro, lo stesso vale per quelle che interpretano Lila. L’unico fattore che a primo impatto fa pensare che stiano rappresentando la stessa persona è il colore degli occhi e dei capelli, ma i connotati sono visibilmente diversi.

Eppure, appena le ragazze hanno iniziato a parlare, è stato come percepire di nuovo la presenza delle bambine. Le due coppie devono aver passato molto tempo insieme per riuscire a rendersi quanto più simili possibile nei modi di dire e di fare. Un lavoro estremamente difficile ma ben riuscito, la differenza fisica è stata subissata dall’incredibile impegno.

QUANDO STUDIARE ERA UNA NECESSITÀ

Forse oggi lo abbiamo dimenticato, ma c’è stata un’epoca in cui studiare più che una scelta era una necessità. Ciò che accadeva alle persone era circoscritto a luoghi limitati. Il quartiere Luzzatti, ad esempio, era un quartiere di Napoli, eppure Lenù vede il mare per la prima volta a 14 anni, scorgendolo da lontano a via Chiaia, nel percorso da casa al Ginnasio. Come se tutto ciò che esisteva fuori dal rione si trovasse ad una distanza enorme, e in effetti all’epoca lo era. C’erano i ricchi e c’erano i poveri, e chi era povero facilmente sarebbe rimasto tutta la vita nel luogo di nascita.

L'amica geniale

La monarchia, il fascismo, la borsa nera, Lila e Lenù non conoscono niente di tutto questo, non sanno cosa è accaduto prima. Non sanno perché i ricchi sono ricchi e perché i poveri sono poveri, e l’ignoranza implica accettare passivamente la condizione che le è capitata senza avere gli strumenti per cambiarla.

Lila questo lo ha capito e, come una piccola supereroina, lavora tutti i giorni nella calzoleria del padre e di nascosto crea con suo fratello un prototipo di scarpa maschile da viaggio che possa vendere abbastanza da permettergli un giorno di aprire un calzaturificio con il loro cognome. Parte dal basso, dalle possibilità che ha, senza pretese impossibili, e nel tempo libero cerca di capire ciò che riguarda il passato e il mondo che la circonda e studia da sola il latino “perché è bellissimo”.

Perciò studiare era questo, era “bellissimo” perché era una speranza, era capire chi si è e dove si vive e poterne capire il perché. Era una lotta sociale per difendersi dai soprusi e dalle prepotenze, ma soprattutto la possibilità di cambiare le cose.

 

Federica Brosca

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