Ore 01:30, circa, arriva il verdetto finale per l’edizione 2019 di Sanremo: terzo posto Il Volo, secondo Ultimo, vincitore del Festival Mahmood.
Nella top dieci rientrano Achille Lauro, Loredana Bertè e Daniele Silvestri, che fa incetta di riconoscimenti settoriali (riguardanti testo, composizione ed interpretazione) alla pari di Simone Cristicchi.
Sono giorni che viviamo la 69esima volta di questa kermesse con occhi appassionati, fra emozioni e lucidi ragionamenti cercando di tracciare gli eventuali favoriti e le sorprese che avrebbero caratterizzato la finalissima archiviatasi poche ore fa.
Ci abbiamo preso, è stato un azzardo che ha pagato (letteralmente, in qualche caso), ma soprattutto è un confortante riscontro da parte del Paese Reale. Il televoto ha premiato Ultimo con quasi il 50% delle preferenze nei pochi minuti della votazione a tre. Quindi la vittoria di Mahmood (circa il 15% al televoto popolare) ha fatto tesoro della porzione formata da giuria di qualità ed addetti ai lavori, che aveva posizionato nella fascia alta (quella blu) il cantante italo-egiziano già dalla seconda esibizione.
Il mio parere personale è molto sintetico: vittoria meritatissima, e voglio spiegare il perché.
Mahmood ha meritato la vittoria
“Soldi” è il pezzo pop più moderno e con appeal internazionale presente nel lotto dei 24 brani in gara, capace di cantare il dolore dell’abbandono del tetto familiare da parte di un padre senza scadere in paturnie dozzinali che spesso hanno fatto tesoro della vetrina sanremese.
Dignità, una parola tanto inflazionata negli ultimi mesi, trova una perfetta applicazione in un testo poggiato su un tappeto sonoro unico per il suo genere. Bassi incisivi e mai eccessivi, mix dinamico che comprime il ritmo per poi distenderlo planando su di un mare di archi che rendono con la stessa efficacia sia nelle esecuzioni dal vivo che su traccia registrata in studio.
Alessandro Mahmoud è corpo ed anima, ma la marcia che porta il motore a compiere il sorpasso la inseriscono due talenti della produzione come Charlie Charles e Dario “Dardust” Faini, che si prende a pieno merito gli applausi dell’Ariston dirigendo l’orchestra per la canzone vincitrice e per la bellissima prima volta degli Ex-Otago. Una grande soddisfazione, e chi scopre solo oggi il talento compositivo di Dardust non sa che musica in Italia sta crescendo e conquistando i palchi che contano.
Non c’è bella storia, in Italia, senza qualche merdata di contorno: il nostro Vicepremier e Ministro degli Interni riesce a steccare anche l’immancabile commento social, stavolta declinato in ambito musicale. Anziché complimentarsi con il vincitore, lanciando un messaggio di unità sociale, si perde nell’ennesima illazione fagocitata con gran gusto dagli ultras del capitano, che rivedono in Ultimo il simbolo di un’Italia ormai allo sbaraglio.
Commenti rispediti al mittente dai fatti: un Mahmood visibilmente emozionato, nella magica cornice del Dopofestival, giovedì notte ha cantato a due voci con Rocco Papaleo una splendida versione di “Via con me” dimostrando, attraverso il tributo al monumento nazionale Paolo Conte, che “Italia amore mio” è conoscere questa bellissima forma d’arte che si chiama musica, il resto è aria fritta.
Perché il bello del multiculturalismo passa attraverso l’accrescimento personale: non conosco nulla di arabo, ma il Waladi Habibi Ta’Aleena pronunciato in “Soldi” mi è risultato familiare fin da subito, perché Ghali (artista stimato dallo stesso Mahmood) ha già pubblicato un singolo contenente una parola del genere, e guardacaso la produzione era di Charlie Charles.
Negli ultimi tempi si bolla frettolosamente ogni brano convincente come bomba, quella deflagrata a Sanremo è una roba spaziale che sicuramente saprà farsi valere anche in ambito Eurofestival, forte dei commenti di mezza Europa dall’ora zero dell’upolad ufficiale sulla piattaforma Youtube.
In particolare, un commento mi è sembrato significativo: un utente cambiando casa è diventato in autunno, a sua insaputa, dirimpettaio di Mahmood, vivendo attraverso le prove di strofa e ritornello tutta la fase di gestazione che ha portato alla versione completa di “Soldi”, presentata già in prospettiva Festival al concorso di Sanremo Giovani 2018.
Piccole storie di vita quotidiana, perché a volte non c’è nulla di così astratto da cercare per creare il giusto incantesimo.
Negli ultimi anni Sanremo forse sta imparando a scrollarsi di dosso i pastrocchi del passato per riacquistare, a piccoli passi, quel pizzico di magia che lo rende il Festival con la lettera maiuscola.
Ed ora, si può conquistare l’Eurocontest.
Giandomenico Piccolo