Sanremo 2019: vi presento Francesco Motta

Francesco Motta, noto solo come Motta, è a mio avviso il migliore cantautore italiano emerso dalla scena indipendente negli ultimi cinque anni. Fate bene attenzione: scena indipendente è un concetto differente dall’indie, “genere” che spopola da qualche anno a questa parte.

Si tende ad inserirlo nella scena indie perché il suo primo album da solista è stato pubblicato dalla Woodworm, label indipendente. Ricordatevi, però, che Motta con il panorama indie e itpop non ha proprio nulla a che fare. Se dovessimo spostarlo nell’ambito calcistico, potremmo dire che Francesco è un po’ come la Juventus: sta giocando un campionato a parte. Dio mi perdoni, da tifosa napoletana, per questo paragone. Purtroppo, esprime bene il concetto. Purtroppo.

Nonostante la fama raggiunta in questi ultimi tre anni, c’è ancora qualcuno che non sa di chi vi stia parlando. Nell’attuale momento storico, in cui la rete ci permette di scoprire e sapere tutto o quasi e Spotify è accessibile gratuitamente, frasi come “Questo lo conosci solo tu” di certo non vi fanno onore.

C’è un modo per salvarsi. Venite con me, oggi vi presento Francesco Motta.

Motta - Sanremo 2019

FRANCESCO MOTTA a Sanremo 2019

Come si ottiene un perfetto esemplare di Motta? Prendete le sembianze fisiche di Richard Ashcroft, metteteci una buona dose di cantautorato di strada tipo Lou Reed, una carbonara fatta bene e degli ottimi fegatini (le mie pietanze preferite tra Roma e Toscana) e il vostro Motta è servito!

Il nostro caro cantautore nasce a Pisa il 10 ottobre del 1986. La sua attività musicale ha avuto inizio nel 2006 come cantante, autore e batterista dei Criminal Jokers. Il primo album, pubblicato nel 2010, di matrice busker-punk, intitolato This was supposed to be the future, è composto da testi in lingua inglese. Mentre il secondo, del 2012, Bestie, una miscela tra folk, rock, punk in lingua italiana.

Oltre alla band, Francesco Motta può vantare collaborazioni con Nada, Zen Circus, Il Pan del Diavolo e Giovanni Truppi.

Nel 2013 si trasferisce a Roma, città in cui si sente finalmente (e completamente) a casa. Figlio di questa nuova vita nella capitale è l’album da solista La Fine dei Vent’Anni, uscito il 18 marzo 2016.

Il disco è un successo immediato. I pezzi risultano qualcosa di totalmente innovativo nel panorama musicale italiano. Diretti, sinceri, ben arrangiati. Grazie a questi dieci splendidi brani, nel settembre dello stesso anno vince la Targa Tenco nella categoria “Opera Prima”.

Inutile dire che i tour de La Fine dei Vent’anni sono andati sold-out in tutta Italia in men che non si dica. Inoltre, Motta si esibito anche sul palco del Concertone del Primo Maggio in Piazza San Giovanni nel 2017.

Nel frattempo qualcosa cambia, Francesco compie trent’anni e sente di voler raccontare qualcosa di nuovo e diverso rispetto al precedente. Il 26 gennaio 2018 viene pubblicato Ed è quasi come essere felice, singolo che viene presentato live anche nella trasmissione di Alessando Cattelan E poi c’è Cattelan.

Dunque, esattamente due anni dopo il disco d’esordio da solista, il 6 aprile 2018 è finalmente disponibile online e nei negozi Vivere o Morire. Un disco più intimista, introspettivo e sicuramente più personale. Inevitabile dire che anche nel 2018 conquista un’ulteriore Targa Tenco, come “disco migliore in assoluto”.

E proprio quando pensavamo che si prendesse una pausa, il Motta nazionale ci ha sorpreso tutti con la notizia bomba. La sessantanovesima edizione del Festival di Sanremo vedrà tra i concorrenti big il nostro amato cantautore con il brano Dov’è l’Italia. Insomma, sta per entrare nelle case di tutti noi italiani ed ora non potrete più ignorarlo. Nemmeno voi che di musica non ve ne intendete.

Motta

 IL MIO MOTTA

Eccoci arrivati a quella smielatissima parte in cui vi racconto perché Francesco Motta è così importante per me.

Premetto che raramente mi piace qualcuno al primo ascolto, soprattutto se italiano. Ad esempio, ci ho messo molto per integrare degli artisti, che sono poi diventati tra i miei preferiti, tra cui I Cani. Ciò che non è immediato ha bisogno di un numero maggiore di ascolti ed un’attenzione superiore.

Sebbene Francesco Motta rientri a pieno titolo in questa categoria, per cui occore del tempo per assimilarlo per bene, le sue canzoni sono entrate dal primo istante.

Sono passati due anni e mezzo da quella serata di metà ottobre al Lanificio159. Sul palco c’erano svariati artisti, tra cui Truppi, i Kutso, Giancane, Tommaso Paradiso, ma quando è arrivato Motta non ce n’è stato più per nessuno.

Mi ha colpito dalla prima nota e mi è arrivato dritto al cuore. Quei dieci pezzi sono stati colonna sonora dei miei giorni e sono diventati una parte importante di me. E da lì, ovviamente, sono diventata una fan accanita, non mi sono persa nessun suo concerto e sono andata persino a Pisa per vederlo nella penultima data del tour nel 2017.

La notizia di Sanremo mi ha incuriosito e un po’ spiazzata. Non sono certa che gli spettatori lo comprenderanno davvero, anche se lo spero tanto. Nonostante ciò, sono convinta che sarà un successo. Già solo il titolo fa crescere l’hype. Anzi, lo dico qui, sgancio la bomba: Dov’è l’Italia vincerà il Premio della Critica Mia Martini di questa sessantanovesima edizione sanremese. 

Sapevatelo.

Assunta Urbano

Assunta vive a Roma ed è laureata in Lingue, Culture, Letterature,Traduzione presso La Sapienza. È una divoratrice di musica (specialmente britpop anni ’90) ed un'assidua frequentatrice di concerti. Ama i film tragicomici, legge libri classici, viaggia per il mondo, ma soprattutto mangia tanta tanta pizza.

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