Tintoretto, l’artista ribelle che ha dipinto in modo innovativo Venezia

Tintoretto. Un Ribelle a Venezia è il nuovo docu-film con produzione internazionale firmato ufficialmente da Sky Arte e distribuito da NexoDigital. Ad accompagnare la pellicola e a narrare la storia di questo incredibile artista la calda e ammaliante voce di Stefano Accorsi. Il merito, invece, di aver ripreso questa affascinante storia letteralmente dagli archivi ed averla riscritta va attribuito a Melania G. Mazzucco.

In occasione del cinquecentenario della nascita di Tintoretto, avrete la possibilità di immergervi in una storia intensa e colma d’arte fino all’orlo soltanto nei giorni 25,26,27 febbraio, in 370 sale cinematografiche. Lasciatevi conquistare da questo imperdibile film evento!

Tintoretto. Un Ribelle a Venezia

LA STORIA 

Tintoretto. Un Ribelle a Venezia ha come trama la storia reale di un artista che ha rivoluzionato il modo di concepire l’arte e, allo stesso tempo, di realizzare le opere.

Siamo nel Cinquecento, nella splendida città di Venezia. Un’epoca molto delicata per la città. Da un lato si colloca il Rinascimento veneziano, che dall’ambito pittorico vede alcuni dei dipinti più spettacolari del panorama artistico italiano. Dall’altro, purtroppo, una terrificante malattia che distrugge la popolazione: la peste.

In questo secolo, precisamente nel 1519, nasce Jacopo Robusti, in arte Tintoretto. Il suo soprannome, più che nome d’arte, è legato all’attività lavorativa del padre tintore. In questo ambiente, il pittore conosce per la prima volta i colori ed il loro utilizzo. In particolare, si innamora delle tonalità di rosso.

Il padre non si oppone alla passione del figlio e cerca in ogni modo di farlo accedere alla scuola del pittore veneziano più conosciuto all’epoca, il celebre Tiziano.

In seguito, Tintoretto avrà anche bisogno di un mecenate o di qualcuno per cui realizzare le proprie opere. Non ci vorrà molto, dato che l’artista è ricordato anche per le sue capacità di sbaragliare la concorrenza, vendendo i propri dipinti al prezzo  più basso, rispetto ai colleghi, o talvolta addirittura regalandoli.

Il successo non tarda ad arrivare. Purtroppo, contemporaneamente, a Venezia, tra il luglio del 1575 ed il febbraio del 1577 quasi un terzo della popolazione (50.000 persone) muore a causa della diffusione dell’epidemia della peste. Tra questi, anche il pittore Tiziano viene colpito drammaticamente dal morbo.

Tintoretto, nel frattempo, si salva e già da un decennio si sta occupando del suo progetto più ambizioso : La Grande Scuola di San Rocco.

Il modo in cui ha ottenuto l’incarico di dipingere l’opera più prestigiosa, ossia l’Ovale San Rocco in Gloria, non è per nulla scontato. Come Giorgio Vasari ricorda, mentre il concorso per decidere chi debba ottenere questo ruolo è ancora in atto, Tintoretto dipinge l’opera e la pone direttamente nel luogo richiesto. In questo modo, è inevitabile prediligere il suo dipinto rispetto agli altri.

Tutto il resto è storia.

TINTORETTO. UN RIBELLE A VENEZIA

Tintoretto. Un Ribelle a Venezia permette di conoscere la storia dell’artista non soltanto attraverso le annotazioni biografiche, ma soprattutto ripercorrendo visivamente le sue opere ed il suo modo innovativo di dipingere.

Come si è visto poc’anzi, era complicato competere con i suoi prezzi stracciati. Spesso, infatti, egli entrava in contrasto con Tiziano, proprio per questa ragione.

Un’ulteriore rivoluzione si nota proprio dal punto di vista pittorico stesso. Tintoretto utilizza dei colori meno accesi rispetto ai suoi colleghi del tempo. Le immagini che crea su tela risultano, allo stesso tempo, drammaticamente reali e vicine a chi le osserva.

David Bowie, in particolare, era un grande appassionato dell’artista veneziano, tanto da acquistare per una collezione personale un dipinto e tanto da dare il nome Tintoretto anche alla propria etichetta discografica.

Bowie ha dichiarato che Tintoretto:

“Ha costruito la sua intera carriera alla maniera di una proto-rockstar”.

Non aveva tutti i torti, dato che anche solo visivamente ha costruito un percorso distante da quello dei suoi colleghi. L’artista sembra aver capito quanto sia indispensabile la reazione del pubblico. Dunque, tenta continuamente di sorprendere, scioccare e rapire gli spettatori.

Ha rivoluzionato la prospettiva. Pone spesso in primo piano le classi meno agiate, quasi prediligendole, come si nota nella sua versione dell’Ultima Cena. Guardando le sue opere l’immedesimazione in esse è quasi immediata

Le immagini rappresentate hanno un forte dinamismo. Lo scrittore Jean-Paul Sartre definisce Tintoretto “il primo regista della storia”. D’accordo con questa affermazione è il regista, presente in Tintoretto. Un Ribelle a Venezia, Peter Greenaway, il quale collega il pittore a grandi personaggi del Novecento, come Stanley Kubrick e Orson Welles.

In particolare, con Orson Welles, Tintoretto ha in comune una particolare attenzione verso la profondità e la dinamicità dei personaggi rappresentati.

 

IL COMMENTO

Tintoretto. Un Ribelle a Venezia permette allo spettatore di immergersi in una Venezia colma d’arte. Si ha l’impressione di essere davvero a Venezia con Melania G. Mazzucco che ci fa da guida in questo percorso storico-artistico. Anzi, la scrittrice che ci accompagna non è sola. Le si uniscono svariate professori di storia dell’arte. Si ha quasi l’impressione di essere in gita scolastica, ma senza gli inutili compagni che desiderano solo fare caciara.

Tutto il percorso viene ulteriormente allietato dalla voce di Stefano Accorsi, che in questa pazzeggiata veneziana appare quasi come un’audio-guida. Se fossero tutte così le audio-guide, le prenoterei immediatamente anche a distanza.

Il quadro di cui si è parlato nel docu-film, che più mi ha attratto, è stato Susanna e i Vecchioni (circa del 1555), in cui è rappresentata questa prostituta osservata da due uomini anziani che desiderano possederla. La peculiarità dell’opera consiste nel fatto che chi osserva il quadro risulta un ulteriore “guardone”. Mi ha attratto anche perché è l’unica a distinguersi, non essendo a sfondo religioso.

Ecco, dunque, Tintoretto. Un Ribelle a Venezia è una passeggiata stando seduti in sala cinematografica, è un percorso storico senza macchina del tempo. Entrare nelle opere d’arte di un visionario, furioso e ribelle, è stata un’emozionante esperienza.

Una visione da non perdere, mi raccomando.

Assunta Urbano

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