Il secondo LP di Martino Adriani è un tappeto ideale per gli stati d’animo

È In Arrivo La Tempesta di Martino Adriani si candida a colonna sonora di alcuni stati d’animo ben definiti. La malinconia è la sensazione più riscontrata ma non mancano digressioni interessanti.

Oggi parliamo di Martino Adriani e del suo secondo LP È In Arrivo La Tempesta. L’album, pubblicato il 15 Gennaio per l’etichetta Alka Record Label, è disponibile in tutti i formati che i giovani amano: streaming, download digitale e compact disc.

Martino Adriani

Martino Adriani – È in arrivo la tempesta (Copertina)

I nove brani che compongono l’opera fanno scopa con quelli che costituirono Agrodolce – racconti d’amore fra fegato e cuore, esordio formale datato 2016. Anche qui si possono notare le principali caratteristiche del buon Martino Adriani, ovvero il piglio un po’ indie e un po’ folk, alimentato da un cuore di cantautore e la vena inquieta a fare da sottofondo. Meno presente il pizzico ironico che ha saputo dare pepe al lavoro precedente.

Vediamo assieme come suona e cosa vuole dirci È In Arrivo La Tempesta

Apre i giochi Ariel, singolo pubblicato giusto un paio di settimane prima del disco. Il riff di chitarra semplice e melodioso accompagna il timbro tenue dell’autore che mitiga l’impostazione “canzonetta” con un ritornello a due voci. L’ascoltatore gode dunque del beneficio dell’orecchiabilità, immerso in un contesto parolistico intenso e variegato, senza mai eccedere nel forbito. La descrizione di una donna attraverso metafore sia fisiche che ideologiche.

Pianoforte e voce, invece, rappresentano l’ossatura del più mesto Lulù. Anche qui Martino Adriani racconta una storia, conclusa da pochi anni, vista dall’esterno. Il senso di delusione è ben interpretato, quasi tangibile. Da tale istantanea salta fuori l’immagine di lei che prende a morsi una liquirizia, confido in un desueto bastoncino, di quelli che ormai sono tanto vecchi da esser diventati vintage. La licenza poetica c’è tutta e si concentra nella funzione diretta di “ricrescere i capelli”. Parafrasando il testo. Un potere illusorio, d’altronde “l’amore è una bugia”.

Sorriso ribalta completamente il clima con un guizzo indie-rock e un po’ di distorsione sulle chitarre. La canzone è un omaggio alla consapevolezza di sé, o almeno al tentativo di prenderne atto. Il ritornello con il canto serrato è sia monito che incitazione, per una persona che deve assolutamente lasciarsi alle spalle un compagno negativo. Interpretazione dualistica. Da una parte il sorriso come maschera per nascondere una storia di oppressione e gelosia. Dall’altra il richiamo involontario per manifestare il desiderio di fuga, magari verso una nuova realtà.

Crogiolarsi nel pallido ricordo di un sentimento ormai sfiorito è il tema di Demoni, quarto brano di È In Arrivo La Tempesta. Il simbolo di un abbraccio che interpreta il ruolo del palliativo, al fine di addolcire le negatività che malvolentieri escono da noi stessi. Purtroppo resta un vero e proprio miraggio. Talvolta nulla cambia e l’aria malinconica di Martino Adriani evidenzia meglio di tante parole questo processo. Fin qui la struttura delle canzoni resta lievemente anonima, nonostante siano eseguite alla perfezione, con un basso di quelli che ameresti anche se non sai cosa sia realmente una ‘chitarra basso’. A posteriori posso notare che l’appunto è risultato erroneo. Vedremo più avanti.

Martino Adriani

Bottiglie Di Chianti potrebbe essere la risposta a molti mali della vita. Questa non è un’eccezione: il resoconto di ciò che fu. Un po’ troppo impantanato sul piangersi addosso per i miei gusti. Sfuma solo l’intuizione di vedere affogate nel vino la maggior parte delle avversità trasformate in flagellazioni. Tuttavia il termine “chianti”, in buona parte d’Italia meridionale, si traduce “pianti”. Mancano le lacrime, più volte citate nel disco. Tutto questo in chitarra e voce con qualche piccolo innesto a fare atmosfera.

Proprio per sbugiardarmi da solo devo assolutamente sottolineare quanto sia bravo Martino Adriani a cambiare scena e sonorità. Non sono pazzo, bisognava avere una concezione d’insieme e a metà disco comincio ad averla. Certo, è un connotato che prende forma solo ora, quanto detto prima continua ad avere senso. Per Mezz’ora Del Tuo Sguardo è caratterizzata da suoni dal richiamo “est-ivo” (non posso averlo scritto veramente). Credo oltre il medio oriente ma prima della Cina. Fase ritmica tendente al percussivo, semplice, quadrata. Il perno su cui ruota il giocattolo è la declinazione uggiosa dei tratti. Nota a margine, personale: Ilenia, facci questa cortesia, dagli amore a ‘sto poveruomo, anche perché abbiamo perso il conto, che numero sei? A che donna è arrivato?

Paolo Conte Nello Stereo è una piccola perla. Molto belle sia melodia che armonia. Ovviamente, con questo titolo, il pianoforte regna sovrano. Per fortuna torna la vena ironica di Martino Adriani, apprezzata maggiormente nel primo LP. Il brano è un trafiletto di poco meno di due minuti, l’impronta Jazz che ci si aspetta nominando l’autore di Via Con Me è rispettata (nel suo piccolo).

Dunque, mentre la riproduzione di Paranoic Village proseguiva, su “cagnolina – concubina” ho dovuto stoppare e tornare indietro. Provato che non fesse stato un abbaglio uditivo, mi si è inarcato il sopracciglio fino alla nuca. Va bene così, il titolo suggerisce che si può soprassedere. La canzone è una nenia, né più né meno, fortemente cadenzata sulla voce. La discriminante, il trucco e parrucco o come lo si vuol chiamare, sta tutto negli strumenti, più vivaci.

Il Mio Mondo chiude l’esperienza di È In Arrivo La Tempesta. Altro non è che la summa maxima dello stile musicale e lirico dell’artista cilentano. Per fortuna giunge alla fine, altrimenti qualche malizioso avrebbe pensato di ascoltare ‘solo’ questa canzone. Ovviamente sarebbe riduttivo ed estremamente fuorviante. Vi spiego perché.

Quando alcuni stati d’animo necessitano di una colonna sonora

Prolungando la fiera delle ovvietà che ho propinato finora, mi viene da dire che è chiarissimo ai più quanto gli stati d’animo cerchino autonomamente, in qualche modo, di condensarsi nella ripetizione di un motivo musicale, nella melodia facile di un ritornello o nel brio di qualche nota vivace. Con questo presupposto il secondo album di Martino Adriani trova un’ulteriore logica ideale di sublimazione, oltre l’unica che conta davvero, cioè, la soddisfazione di ascoltare qualcosa che piace.

Mario Aiello

Ciao, abbiamo rilevato che stai utilizzando una estensione per bloccare gli annunci. I banner pubblicitari ci consentono di fornirti notizie in maniera gratuita.

Supportaci e continua a leggere disabilitando il blocco e inserendo il nostro portale nella whitelist