Miles Kane è una delle ultime rockstar vecchio stampo rimaste in circolazione, non ho alcun dubbio ad affermarlo. Il musicista classe ’86 ieri sera ha portato finalmente la sua anima british nella Capitale. L’ultima volta, nel 2013, aveva aperto le danze al concerto degli Arctic Monkeys al Rock in Roma. Stavolta, invece, è stato il protagonista principale della scena a Largo Venue.
Angelica | Opening Act
A far avvicinare la folla al palco ci ha pensato Angelica, accompagnata dalla sua band. L’8 marzo è uscito Quando Finisce La Festa, primo album da solista della ex-Santa Margaret che ieri ha avuto l’occasione di presentarlo in apertura a Miles Kane.
Gli ascoltatori presenti a Largo Venue probabilmente non erano molto legati alla tradizione musicale italiana. Tuttavia, la cantautrice è riuscita a farsi spazio in un ambiente leggermente distante dal suo. Molto apprezzato il pezzo Guerra e Mare. Un’apertura non occasionale per Angelica, che farà da apripista anche per le altre tre date italiane del musicista inglese.
Miles Kane on stage
Alle 21:50 circa, l’attesa di chi è stato in fila dalla mattina – e anche quella di chi, invece, è arrivato con molta calma – termina. Miles Kane, in completo bianco, con i brillantini sul volto ed in splendida forma come suo solito, sale sul palco e dà inizio al live.
La sala di Largo Venue è stracolma ed i presenti si scatenano a partire già dalle prime note. Il musicista alterna ai pezzi storici, tratti dai suoi album precedenti, i più recenti estratti da Coup De Grace, disco pubblicato lo scorso anno.
È un live frenetico come non se vedono spesso, ed è impossibile rimanere fermi al proprio posto senza ballare, saltare o cantare a squarciagola. Passano in rassegna pezzi come Give Up,Rearrange e Inhaler, insieme ai classici di repertorio che riscuotono grande partecipazione. Il caldo e il sudore non danno tregua, ma band e pubblico continuano a scatenarsi senza darvici troppo peso. Miles Kane preferisce far parlare la musica anziché concedersi a dialoghi, rendendo il concerto entusiasmante e coinvolgente. Lo si evince dai ripetuti cori che la folla gli dedica:
“Miles, Miles, Miles Fucking Kane!”
Tra un pogo e l’altro c’è spazio per un omaggio a uno dei pilastri della musica italiana: Lucio Battisti. La rockstar inglese, infatti, con la partecipazione di Angelica, esegue una cover del celebre pezzo Amarsi un po’ del cantautore reatino.
Dopo un’ora e un quarto circa il concerto sembra concludersi con Don’t Forget Who You Are, altro classico che fa ballare e scapigliare. Sembrano giunti i titoli di coda, ma il pubblico ha ancora voglia di cantare. Invita l’artista inglese ad offrirgli il bis continuando ad intonare il coro della canzone di chiusura. Miles Kane decide di accontentarlo e lo fa nel miglior modo possibile. La one more song, infatti, è Come Closer, con la quale ci regala uno dei momenti più alti di tutta la serata.
“That rock ‘n’ roll, eh?”
“That rock ‘n’ roll, eh?”, mai citazione fu più azzeccata.
Non ho dubbi nel dire che Miles Kane sia una delle vere rockstar vecchio stampo dei nostri tempi. Mette al centro del suo spettacolo le canzoni e, ancor di più, il rapporto con il suo pubblico. Sicuramente, poi, è anche uno dei pochi che post-concerto concede foto, autografi e due chiacchiere ai suoi fan.
Il live di ieri a Largo Venue ci ha ricordato che forse quel rock ‘n’ roll non è del tutto morto, come continuano a farci credere. Potremmo dire, forse, che ha mutato le sue sembianze per rendersi più condivisibile alle nuove generazioni. L’indie rock, in particolare quello britannico, ha sicuramente contribuito a non far cadere il rock ‘n’ roll nel dimenticatoio. Dunque, il rock c’era e c’è: bisogna solo saperlo trovare. E ieri ne abbiamo avuto la dimostrazione.
Nel caso in cui non abbiate avuto la possibilità di assistere ad un concerto di Miles Kane, potete rimediare partecipando a una delle altre tre date italiane in programma nei prossimi giorni. Non ve ne pentirete.
Assunta Urbano