Africa Speaks segna il ritorno sulle scene di Carlos Santana. L’artista messicano scava a fondo per ripescare quelle radici da cui “ogni cosa fu concepita” per dare voce alla “culla della civiltà”, la terra africana.
Si tratta del suo 25esimo album, registrato insieme alla sua band: Benny Rietveld al basso, Karl Perazzo alle percussioni, Cindy Blackman (sua moglie) alla batteria, Tommy Anthony alla chitarra, il tastierista David K. Mathews e i cantanti Vargas e Ray Greene.
In questa opera, la collaborazione con lo storico produttore Rick Rubin si è dimostra ancora una volta efficace. Sono bastati soltanto dieci giorni per tirar fuori, dallo studio di registrazione Shangri La di Malibù, un concept album che possiamo sicuramente inserire tra i più creativi e psichedelici della band.
Santana – Africa Speaks
Africa Speaks è composto da undici brani in lingua spagnola più due in lingua inglese.
Non stupisce come ancora una volta Santana riesca a fondere colori, melodie e culture creando stili nuovi ed alternativi. Questa volta mescola, in un alternarsi di congas, chitarre e voci, i ritmi travolgenti della musica africana al suo inconfondibile e appassionante latin rock.
La voce ispanica della cantante Concha Buika, potente, ruvida e penetrante, contribuisce a creare un’atmosfera quasi paradisiaca in cui subentrano gli immancabili assoli del chitarrista e compositore messicano. Con Buika collabora anche per i testi. “Siamo liberi come il vento” recita in “Los invisibles”, il singolo uscito lo scorso mese per presentare l’album.

Con “Breakind down the door” Santana adatta la nota Abatina di Calypso Rose e crea una vera e propria cumbia travolgente. In “Blue Skies”, invece, si sposta su un ritmo più jazz-blues insieme all’ospite Laura Mvula, che con voce elegante ci parla di luci magiche, momenti mistici e azzurro incontaminato.
Il brano più psichedelico è forse “Yo Me Lo Merezco”: un canto d’amore che si dissolve e si chiude con ritmo ossessivo dell’assolo di chitarra. Il disco si chiude con Candombe Cumbele e termina con il solo coro che sembra salutarci e parlarci così come ha fatto la voce nella title track, che descrive in breve l’Africa e ci dà il via per l’ascolto dell’album.
Insomma, Santana si lascia ispirare dalla calda e calorosa Mamma Africa e ritorna d’estate per regalarci gli innumerevoli colori di una terra in cui ogni cosa comunica con l’altra:
“You hear the voices of spirits
With their frequency of light
Making sounds like the crackling of stars at night
Communicating with plants, animals, and mankind” .( Africa Speaks)
Claudia Avena