Coma_Cose, il report Post-Concerto di Villa Ada Incontra Il Mondo

I Coma_Cose ormai non credo abbiano più bisogno di presentazioni. Dopo l’uscita di Hype Aura non ci sono più segreti da svelare. Fausto e California stanno raggiungendo un picco di successo altissimo in un così breve lasso di tempo.

Negli ultimi anni, però, la vera prova del nove è il live e quest’estate il duo milanese sta facendo i conti con i palchi di tutta Italia, fino a raggiungere il tanto amato Sziget il 10 agosto. Sono “partiti da lontano senza niente”, ma sono riusciti già a conquistarsi una buona fetta di pubblico ed il posto adeguato nel panorama musicale italiano.

Si sono esibiti a Roma sabato scorso, per Villa Ada Incontra Il Mondo, in contemporanea alle esibizioni dei Muse all’Olimpico e de I Ministri e Giancane al Rock In Roma.

coma_cose

COMA_COSE LIVE A VILLA ADA 

 

Sono le dieci e mezza passate e la folla è in trepidante attesa, i Coma_Cose salgono sul palco, quasi come due Ghostbusters appena atterrati dagli anni Ottanta con una macchina del tempo. E con Intro in sottofondo si dà il via alle danze.

L’accoglienza è positiva ed il live parte con uno dei loro primi successi, quello che forse più rappresenta la loro ascesa al successo: Jugoslavia.  Non c’è molto spazio per le parole, ma il calore verso i fan è tangibile. Si prosegue a suon di musica, punchline e sorrisi. Via Gola, French Fries e Beach Boys Distorti si susseguono l’un l’altra senza interruzioni.

Un dettaglio impossibile da ignorare è la scenografia e le immagini sugli schermi selezionate per ciascun pezzo. Due esempi sono l’icona di S. Sebastiano, per la canzone omonima, e la Venere di Botticelli per Pakistan.

C’è spazio anche per una cover, di Mi Ami? dei CCCP, canzone che ci catapulta per un brevissimo frangente in anni diversi da quelli che stiamo vivendo. Bisogna dire che il pubblico presente sabato sera era molto variegato, dunque non è mancato chi ha cantato a squarciagola anche questo piccolo pezzo di storia della musica italiana.

Il concerto prosegue con gli accendini accesi e la ballad per eccellenza dei Coma_Cose: Mancarsi.

“Oggi è sabato” quasi sussurrava  Riccardo Fanara, batterista della band, e sapevamo già cosa stava per accadere. Infatti, California e Fausto iniziano ad intonare A Lametta, brano che si apre proprio con la frase “sabato non si incomincia quasi mai una rivoluzione e soprattutto in due”.

Un’ora vola velocemente e si arriva alla conclusione del live, che non poteva non essere con Post-Concerto.

Sì, ufficialmente il concerto è terminato. A noi spettatori non basta una sola ora di concerto e, sebbene non ci siano più canzoni in repertorio, forse neppure il duo milanese si accontenta di abbandonare il palco. Seguono, dunque, i bis di Granata e Mancarsi.

Il vero finale, però, è quello con Fausto e California seduti ai bordi del palco a ricantare nuovamente con noi l’ultimo brano della serata, ovvero Anima LattinaCi salutano entusiasti e fieri di averci accompagnato per un’ora e passa, ma soprattutto soddisfatti di averci regalato un fantastico spettacolo.

At the very end della serata siamo stati allietati dal djset di Scomodo e Lasciatemi Cantare.

SABATO NON SI INCOMINCIA QUASI MAI UNA RIVOLUZIONE E SOPRATTUTTO IN DUE” 

 

Facciamocene una ragione: sabato non si incomincia davvero quasi mai una rivoluzione. Il sabato serve per dimenticare tutte quelle rivoluzioni in cui ci siamo buttati e tutte le battaglie che abbiamo sempre, miserabilmente, perso.

Il concerto di sabato sera non lo definirei rivoluzionario, infatti. Un cambiamento, però, vorrei evidenziarlo. Come dicevo già in apertura, in Capitale, per chi non aveva programmi la scelta era ardua. Non mi aspettavo infatti un’immensa folla. Invece, ad assistere al live dei Coma_Cose a Villa Ada eravamo più di duemila persone e non è un dato da sottovalutare.

Usando il più becero e sputtanato degli aggettivi: è sempre bello notare che la popolazione scelga volontariamente di trascorrere le proprie serate sotto i palchi. E poi, andare a concerti (e capire i concerti) come questi, mi fa immaginare che questi vent’anni non stiano andando in fondo così male.

Poi, anche se è durato poco più di un’ora, non posso far altro che definirlo un concerto breve, ma intenso.

Senza perdermi in ulteriori chiacchiere superflue, i Coma_Cose hanno una buona capacità di tenere il palco e di coinvolgere il pubblico a suon di rime, senza aggiunte inutili di fronzoli, ponendo al centro la musica.

Sono curiosa di sapere cosa ne sarà dei loro futuri lavori e dei prossimi live (a cui probabilmente assisterò ancora).

“Comunque vada all’inizio, alla fine saremo solo io e te, con i nostri mostri e sentimenti”. 

 

 

Assunta Urbano

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