Pete Doherty ed il live acustico al Social Park Rome

L’estate concertistica romana prevedeva ieri sera l’esibizione di Pete Doherty and The Puta Madres al Social Park Rome. Le sorprese non sono mancate, ma d’altronde i fan del musicista inglese sono abbastanza preparati a quest’evenienza.

Non credo di dovervi davvero presentare questo personaggio, che negli ultimi venti anni si è fatto conoscere abbastanza bene da solo. Nel mondo della musica, con i Libertines ha dato il via a tutto l’indie-rock britannico, che ancora oggi abbiamo la fortuna di amare. In seguito, è entrato in altri progetti, come i Babyshambles e per l’appunto The Puta Madres.

Ecco, se volete sapere cosa è successo ieri al live a Roma, vi consiglio di proseguire la lettura.

+ GUESTS 

 

Il Social Park Rome si trova in una Roma Nord, così a Nord che praticamente lì l’afa estiva sembra non essere ancora giunta e forse non ci arriverà mai.

Prima del concerto di Pete Doherty ci sono stati vari guests. Le esibizioni hanno avuto inizio alle 22 circa e i primi a salire sul palco sono stati i White Def, band emergente di Roma dall’animo d’oltremanica.

A seguire c’erano in scaletta i Red Bricks Foundation, reduci dall’ultima edizione di X Factor, nel team di Lodo. Le ugole dei presenti iniziano a scaldarsi, intonando i pezzi sia originali, tra cui She Wants Revenge e la nuovissima Ho Perso La Testa, che le cover, come Thoiry di Achille Lauro.

I terzi guest stars della serata sono stati i Vanbasten, seguiti da una discreta fetta di fan. Gli spettatori diventano parte integrante dello spettacolo e tra Mascara, Santamadre e Pallonate si vola velocemente verso la fine anche di questa esibizione.

È mezzanotte passata e ognuno si sta ponendo la stessa identica domanda: “Dov’è Pete Doherty?”

 

A mezzanotte sai che io ti penserò, ovunque tu sarai Pete Doherty 

Dov’è? è una domanda, come dicevo in apertura, già messa in conto nel momento dell’acquisto del biglietto. Facciamo finta di non sapere cosa sia successo. In ogni caso, verso mezzanotte e mezza circa, il nostro caro Pete Doherty sale sul palco con una maglietta vintage della nazionale italiana (quella della Diadora).

Inevitabile notare che sia accompagnato unicamente dalla chitarra acustica. La domanda “che fine hanno fatto i The Puta Madres?” sorge spontanea, ma quando il musicista inglese dà inizio al live ci rendiamo conto di non essere particolarmente interessati alla risposta.

L’impressione che si ha è quella di un concertino tra amici, dato anche il fatto che, purtroppo, non ci sia molta gente. O forse sembrerebbe anche un falò, ma anziché sulla spiaggia siamo su un campetto da calcio.

Insomma, tra molteplici “Grazie” e “Forza Lazio”, Pete Doherty ripercorre i suoi venti anni di carriera. Qualche canzone dall’ultimo album pubblicato Pete Doherty & The Puta Madres viene suonata, ma viene lasciato uno spazio maggiore per i pezzi del passato. Infatti, tra le prime scelte, in una scaletta apparentemente improvvisata, c’è What Katie Did.

Il concerto prosegue con il musicista che accetta ben volentieri le richieste da parte del pubblico. Qualcuno propone Gunga Din e You’re My Waterloo. Al termine dell’esecuzione riceve sul palco una Union Jack, la bandiera del Regno Unito, un reggiseno (che definisce della sua taglia) ed una richiesta particolare, ma non troppo. Una ragazza con il velo bianco in testa, nel giorno del suo addio al nubilato, chiede un bacio a Pete Doherty, il quale accetta senza indugi.

Sarà un caso che la canzone seguente sia stata il successo dei Babyshambles Fuck Forever?

A questo punto, per rigenerarsi, sono necessari cinque minuti di pausa dopo un’oretta circa di live.

Music when the lights go out  

Il concerto riprende e c’è spazio anche per cover come Hit The Road Jack di Ray Charles. Quando è il turno di Music When The Lights Go Out e Can’t Stand Me Now, capiamo che il live sta volgendo al termine.

Quello che è successo ieri ha dell’assurdo. Andare ad un concerto di Pete Doherty ha sempre una dose alta di rischio di annullamento, ma noi lo sapevamo e ci siamo comunque presentati al Social Park Rome.

È stato come tornare indietro nel tempo, in quei magici anni di inizio (XXI) Secolo in cui una nuova scena  musicale (britannica) stava venendo fuori e velocemente si stava facendo spazio ovunque. Oggi non credo sarà più come allora. Eppure in serate come ieri – che oserei definire “improvvisate” –, sembra che quei bei tempi non siano mai finiti.

 

 

Assunta Urbano

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