Giunto di Cardano: come si trasmette il Caos

I pugliesi Giunto Di Cardano tornano sulla scena col loro secondo lavoro, Caos, a poco meno di due anni dall’esordio di Kadima.

Giunto di Cardano - Caos

Giunto di Cardano – Caos (copertina)

Caratteristiche principali del disco.

L’album, per l’etichetta Santeria Records, è stato pubblicato il giorno 11 Ottobre. Caos non è propriamente un concept come il suo predecessore, tuttavia alcune caratteristiche tematiche e sonore gli conferiscono comunque una determinata concettualità d’intenti. Fatica ridistribuita in ben tredici canzoni, con qualche elemento estemporaneo, meno strutturato sui cardini della ‘forma canzone’. Il tutto tra chitarre mai troppo ruvide, arpeggi, piano ambient, synth e il binomio basso/batteria sempre compito e, oserei dire, ‘smart’. Capitolo a parte è invece il dualismo voce/lirica, dove la prima cede forse troppa strada ed importanza alla seconda. Lo vedremo poi.

Nel frattempo, come gli stessi Giunto Di Cardano hanno dichiarato, l’LP dedica molto spazio al “concetto di assenza”: la riflessione postuma che cresce nell’animo di chi vive il cambiamento dei tempi (usi, costumi, atteggiamenti), dei luoghi (spostamenti per motivi di vita o di lavoro, studio), persone e soprattutto il rapporto con queste ultime.

Una “realtà in perpetuo movimento” diretta discendente dell’ “eterno divenire” che è causa e conseguenza delle azioni di chi rifugge dai propri demoni interiori, finendo per andargli incontro in modo inesorabile.

La componente filosofica e umanistica dei testi necessita equilibrio. Da una parte le relazioni umane, con tutto ciò che ne consegue. Dall’altra un ingombrante processo mentale che spesso sottrae lustro ed energie agli altri comparti strutturali di Caos. Ad ogni modo il fine ultimo è stato ben inquadrato dalla band. Al costo di qualche sacrificio.

Giunto di Cardano

Giunto Di Cardano | Caos

I Giunto Di Cardano aprono le danze con un trafiletto sonoro di trenta secondi circa. Amnesia è un intreccio di vocalizzi armonizzati su un tappeto di chitarra arpeggiata.

Dandy comincia dove finisce il brano precedente ma ne trasforma attitudine e piglio. Le sonorità, che da subito si distinguono, rimandano al rock anni settanta. Nonostante la selva infinita di declinazioni di genere. Canzone ampia sul ritornello, mentre la voce resta confinata nella propria comfort zone. L’estro della band si fa notare fuori dagli schemi canonici delle strofe e dei ritornelli. Bridge e special sono i punti strategici dove batteria e basso si ritagliano il giusto spazio. Appare il tema del dubbio.

I toni si placano già al brano numero tre: Chiedimi In Fondo. Strofa blanda e arrangiamento ricco. Il Caos qui si manifesta con domande e quesiti incastrati tra loro in un groviglio chiaro ma difficile da sbrogliare.

Navigli. Piano e voce sulle prime, poi innesti ritmici e dinamiche in crescendo. Interessanti le scomposizioni della batteria su alcuni pattern. Permane un basso ‘aziendalista’ ma di spessore, pur non brillando per intraprendenza. Per pervenire un sussulto sulla linea vocale dovremo attendere le fasi finali della canzone.

Un po’ di tensione giunge sulle note di Drama. L’intenzione è giusta e il jam block era imprevedibile. Ora i Giunto di Cardano si producono in perfetto bilanciamento di influenze più disparate. Non da meno il trafiletto veloce e sfuggente dal tratto tribale verso il finire. Attenzione puntata sull’attore più debole tra gli interpreti e l’alka-selzer in vece di comprimario.

Non Esisto è certamente tra i pezzi che mi hanno colpito maggiormente. L’arpeggio dai rimandi celtici e un pizzico di fantasia inducono l’ascoltatore a memorie di alto calibro. Ad esempio la PFM. Con le dovute proporzioni, si tratta di familiarità. Peccato per la fin troppo telefonata ‘fioritura’ strumentale sulla trequarti. Un rammarico: poteva evolvere in qualcosa di memorabile.

Il cambio di registro si ha con Blue. Trattasi di una composizione ai fini strutturali dell’LP, non senza alcuni tratti notevoli. Poco meno di due minuti di pulsazione musicale. Sotto questo aspetto la band riesce a calamitare grande attenzione. Focus che però si infrange sul muro della linea vocale mai fuori schema, che non osa, anche quando può e deve. Per questo molto è relegato alla comprensione del testo che, per certi versi, sovrasta l’aspetto puramente melodico del canto e non sempre con risultati degni di nota. Sono molto a favore della sfumatura identitaria ma non tutto può essere lasciato al tocco distintivo dell’artista.

Perno idealistico dell’opera è Ritratto Del Dott. Gachet dove il clima è sferzato in una nota vivace. Vivace nella forma, meno per i contenuti. Ho cominciato a scorgere la parola “morte” e da qui in avanti, ma anche tornando indietro, il suo uso sembra non casuale, anzi.

Su Paz! non nego di avere un po’ le idee confuse. Il Paz è da sempre e per tutti Andrea Pazienza. Non certi i riferimenti al fumettista, almeno per me. Comunque, canzone suonata, per divertirsi, in chiave electro-qualcosa con synth ed ammennicoli di sistema.

Non C’è Niente Come Noi: l’hyperthinking è uno strumento psicologico che distorce la realtà. La percezione di un uomo troppo impegnato ad alimentare sovrastrutture totalmente inutili, ancor più quando sono mostri edificati su concetti semplici e, per loro stessa natura, banali. Prolisso.

Undici. Le idee dei Giunto Di Cardano sono tutte sul rigo melodico/armonico degli strumenti, semplice ma di impatto.

Una svolta sui generis arriva al penultimo brano. Questione Di Meccanica introduce anche nuovi elementi, come i fiati, e sottolinea quanto già di buono espresso sulla base puramente musicale. Con un pizzico di cattiveria dico che le sessioni dei cori sono state spesso migliori della voce principale. Non è questione di estensione o bravura (parliamo di un gruppo a tre, se la cantano e se la suonano tra loro). Tutto dipende dalla presa che una melodia dovrebbe comunque avere nei confronti dell’ascoltatore. Tuttavia quando nel testo compaiono le benzodiazepine, sai che parecchio di quanto finora sentito è legato a doppia mandata con gli stati emotivi di chi lo propone e ogni cosa andrebbe contestualizzata. Forse ben oltre il fatto che la musica, innanzitutto, si sente con le orecchie.

Cala il sipario la canzone Induzione, semplicemente senza infamia e senza lode.

Giunto di Cardano

Due parole, due.

Caos, secondo lavoro dei Giunto Di Cardano, si muove e prende forma incoraggiato da una struttura musicale semplice ma dai tratti estremamente interessanti. Parte della bontà di quest’opera si arena sulla difficoltà oggettiva di riuscire a coniugare testi e melodie vocali accattivanti. Tuttavia, un ascolto attento riesce comunque a superare alcune piccole criticità e raggiungere il fulcro della produzione, restituendo un’esperienza intensa e coinvolgente.

Mario Aiello

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