Pose: una Serie TV di cui avevamo disperatamente bisogno

Ambientata nella New York degli anni ’80 del secolo scorso, Pose è un prodotto tv statunitense che dal 2018 (anno della prima uscita) ad oggi, continua ad affrontare temi delicati e attuali più che mai. Discriminazione, AIDS, razzismo, omofobia e xenofobia sono tematiche importanti che non precludono la possibilità di approfondirle con leggerezza (senza sfociare nella superficialità!).

pose

Pose 

Il valore aggiunto di questa serie televisiva è proprio questo: saper veicolare messaggi forti e radicali senza servirsi di una sceneggiatura pesante e accademica che possa essere capita e interpretata solo da una fetta di pubblico. A contrario, Pose offre la possibilità di spendere un’ora della propria giornata per osservare la realtà da un punto di vista diverso, immergendosi in un contesto che ci appartiene più di quanto non immaginiamo.

Sebbene non brilli per la fotografia (di Simon Dennis e Nelson Cragg), le musiche di Mac Quayle facilitano l’accessibilità alla leggerezza a cui si alludeva prima e accompagnano in maniera oculata ogni punto saliente della trama.

I momenti più drammatici vengono affrontati con un’empatia quasi estrema da cui è difficile non essere coinvolti. Probabilmente il merito non risiede solo nella bravura degli attori in quanto tali ma anche nel fatto di preservare la loro identità nella vita reale. Tutti i personaggi, infatti, sono la rappresentazione di se stessi. È un caso più unico che raro se si pensa che nella storia del cinema spesso donne e uomini transgender sono stati rappresentati da cisgender, ad esempio.

Così, temi quali l’abbandono da parte della famiglia, la vergogna per chi si è o non si è, il ruolo della famiglia, la questione identitaria, il privilegio di non essere in un determinato modo, gli amori negati, la morte e l’amicizia, vanno a creare il puzzle di una serie di cui avevamo disperatamente bisogno per intercettare i meccanismi latenti e stigmatizzati che contraddistinguono tutt’ora le nostre giornate e che feriscono profondamente qualcuno.

La denuncia indiretta alla becera ignoranza di tante (troppe) persone è trasposta nelle lacrime, nelle disperate parole e azioni degli attori che imparano a costruire la loro vita nonostante il peso della diversità.

pose serie tv

Stagione 2

Nella seconda stagione, distribuita in Italia da Netflix a partire da ottobre 2019, c’è un elemento aggiuntivo: ogni episodio termina con una citazione che racchiude la posizione della serie in merito ad ognuna delle tematiche affrontate.

Potrebbe sembrare una scelta vista e rivista in tanti film e serie tv ma, in questo caso, si tratta di parole che radicalizzano ed enfatizzano un messaggio già ampiamente sviscerato. nell’arco delle due stagioni. Poche parole impresse sullo schermo quei pochi secondi che bastano.

Per concludere, resta l’augurio che sempre più persone guardino questa serie pluripremiata affinché aumenti la consapevolezza della responsabilità che ognuno ha nei confronti dei propri silenzi, delle proprie azioni e delle persone che ha dinanzi a sé.

È un buon modo di vivere, lottare per sé, per gli amici, per una comunità che condivide le nostre esperienze per la dignità e una vita migliore, e che ci sarà una svolta”

Peter Staley

Citazione di fine episodio “Rivelazioni” (Stagione 2-ep.8)

Santina Morciano

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