Sorry We Missed You, il nuovo splendido gioiello di Ken Loach

Il regista di fama mondiale Ken Loach con Sorry We Missed You si riconferma come il cantore, per eccellenza, della working class inglese. La pellicola, in uscita il 2 gennaio 2020, distribuita da Lucky Red, è una delle più attese del palinsesto invernale, in maggior parte dagli appassionati di cinema d’autore.

La strepitosa sceneggiatura di Paul Laverty è stata presentata in occasione dello scorso Festival di Cannes. Un ritorno sicuramente acclamato e gradito, soprattutto dopo il successo alla celebre rassegna di Io, Daniel Blake e de Il Vento Che Accarezza L’Erba.

Sorry We Missed You – TRAMA 

La storia di una famiglia moderna alle prese con la crisi finanziaria è al centro di Sorry We Missed You. Ricky (Kris Hitchen) è un padre disperato, disposto a qualsiasi cosa. Ha tanta premura di assicurare ai propri cari una vita dignitosa ed accetta un lavoro massacrante e disumano. Sua moglie, Abby (Debbie Honeywood) non è certamente da meno.

I sacrifici dei due non possono che ricadere sui figli, Seb (Rhys Stone) e Liza Jane (Katie Proctor), abbandonati a loro stessi, incapaci di comprendere ed accettare il mondo circostante.

Sorry We Missed You

SORRY WE MISSED YOU – CAST 

La scelta di Sorry We Missed You come titolo del film fa riferimento al bigliettino che Ricky, in veste di corriere espresso, lascia a chi non è presente in casa nel momento in cui deve consegnare un pacco.

Si parla proprio di questa cerchia di “nuovi” lavori, che costringono l’operatore a diventare una sorta di macchina robot. Ricky ha degli orari improponibili (circa quattordici ore giornaliere) e dei termini precisi e severi da rispettare. Tutto ciò dipende ovviamente dall’immediatezza su cui la nostra società oramai si basa.

Non credo, tuttavia, che il tema principale della nuova fatica di Ken Loach sia il lavoro dei corrieri, per quanto possa apparire tale. Al centro, piuttosto, c’è questo mondo agghiacciante, che non permette quasi al capo famiglia neppure di poter assicurare del pane a tavola per i propri consanguinei.

La povera Abby è una infermiera a domicilio. Probabilmente, è l’elemento che più degli altri cerca di tenere saldo il legame in casa. È costretta ad interfacciarsi con persone differenti nel corso della giornata. Nonostante ciò, riesce sempre a rimediare al caos all’interno del nucleo familiare, spesso utilizzando il cellulare come mezzo di comunicazione con i propri cari.

Abby sogna una casa di cui poter scegliere personalmente i colori delle pareti ed una vita tranquilla. Nulla di eccezionale, solo una stabile quotidianità.

I Turner rappresentati in Sorry We Missed You non sono degli eroi, sono dei personaggi comuni costretti a combattere una situazione complessa, troppo frequente oggigiorno.

Proprio per portare sullo schermo una insolita semplicità, il regista Ken Loach ha selezionato degli attori non professionisti per il proprio cast.

NEWCASTLE E LA BRITISH WORKING CLASS 

Non poteva non essere Newcastle la città selezionata per quest’opera. Così come anche nei precedenti film della carriera del britannico, i luoghi non sono fondamentali nello svolgimento delle vicende. Lo spettatore può ammirare marginalmente ciò che si cela alle spalle dei protagonisti, ma è la trama la vera padrona della nostra attenzione.

Si tratta di una città identificativa, in quanto capace di rappresentare gli alti e i bassi reali e concreti del mondo inglese. La scelta scenografica, tra l’altro, segna uno stretto legame con un ulteriore lavoro del regista britannico, ossia Io, Daniel Blake, ambientato nuovamente a Newcastle.

Il lungometraggio del 2016 avrebbe dovuto porre fine alla carriera di Ken Loach. Invece, proprio da quell’esperienza è nata la storia di Sorry We Missed You con al centro una famiglia e la nuova gig economy. Questo modello basato su un lavoro sfiancante e sottopagato è diventato, purtroppo, protagonista del nostro presente. Il regista non poteva certamente esimersi dal rappresentare sul grande schermo un problema del genere dalla propria personale prospettiva.

Un’ottima e realistica visione del baratro in cui stiamo velocemente precipitando tutti.

Sorry We Missed You

IL CINEMA DI KEN LOACH 

È inevitabile non riflettere sulla visione del cinema di Ken Loach con Sorry We Missed You.

Il rapporto che si crea tra cineasta ed interpreti è surreale. Sul set si vive una sensazione di continua sorpresa, dato che gli attori non hanno la possibilità di leggere in anticipo la sceneggiatura nella sua interezza.

Oggi creare dei gioiellini veri e portarli sullo schermo è diventato inaspettatamente complesso. C’è tanto spazio per le idee, ma poco per la loro concretizzazione, soprattutto per quanto concerne i film indipendenti.

Parlare della cruda contemporaneità è più difficoltoso rispetto al realizzare una spensierata commedia per spettatori non cinefili. È importante far sentire che una nicchia esiste e resiste. Allo stesso modo, è indispensabile che quella piccola vocina esca sempre dal coro.

Durante la conferenza stampa di Sorry We Missed You, Diego Bianchi, nelle vesti di mediatore, ha chiesto a Ken Loach del suo modo di fare cinema, dei suoi finali aspri ed amari e della mancanza di happy endings. La risposta del regista è stata imprescindibile:

“Il cinema può fare molte cose, il drama può fare molte cose, vorresti davvero un happy ending per King Lear?”

 

Per poi concludere con una citazione, che riporto qui in lingua originale, a cui mi risulta impossibile aggiungere qualsiasi cosa:

“We’ll find a happy ending, next time”

 

 

 

Assunta Urbano

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