Fabrizio De André e PFM. Il concerto ritrovato”

Fabrizio De André e PFM. Il concerto ritrovato, docufilm diretto da Walter Veltroni, sarà proiettato al cinema per soli tre giorni: il 17, il 18 ed il 19 Febbraio. Un evento eccezionale ed irripetibile per celebrare un’occasione speciale: l’ottantesimo anniversario dalla nascita del cantautore genovese.

Realizzata con le immagini di Piero Frattari, che filmò l’intero concerto, la pellicola propone l’esibizione di De Andrè a Genova del 3 gennaio 1979. Le interviste che precedono la visione vedono come principali protagonisti Dori Ghezzi, Franz Di Cioccio, Patrick Djivas e David Riondino. A queste si uniscono gli interventi di Franco Mussida, Guido Harari, il fotografo che immortalò in quella circostanza la band ed il cantautore, e molti altri.

FABRIZIO DE ANDRÉ E PFM. IL CONCERTO RITROVATO 

“Fabrizio De André e PFM. Il concerto ritrovato” ha inizio con un aneddoto. Dori Ghezzi, la delicata cantante che fece perdere la testa al cantautore, racconta dell’esperienza del suo Fabrizio con la tecnologia. Non era percepita da lui come qualcosa di necessario, ma lei lo costrinse a comprare un cellulare per restare in contatto a distanza.

Dopo due mesi di tentativi, Fabrizio De André decise di seppellire quell’aggeggio, poiché la scheda nel frattempo era stata “clonata”. Sarà ancora lì quest’oggetto mistico?

Da questo intermezzo prende il via la storia di un tour magico, raccontata dai suoi principali interpreti. Franz Di Cioccio, Patrick Djivas, David Riondino e Dori Ghezzi, su questo treno che li porta a Genova, sono a spasso tra lo spazio ed il tempo e ripercorrono quegli anni, nei minimi dettagli.

David Riondino, in particolare, racconta della sua esperienza come opening act di quel tipo di concerto. Non erano ben accolte le aperture in quel periodo, si rischiava di ricevere qualsiasi oggetto lanciato sul palco. Infatti, l’artista fingeva, inizialmente, di essere un presentatore dell’evento.

Fabrizio De André

 

Il sodalizio artistico tra la PFM (Premiata Forneria Marconi) e Fabrizio De André fu promosso da Di Cioccio (batteria e voce della band) ed ebbe inizio nel 1978. Un connubio visto con sfavore da molti, in quanto non si riteneva possibile (ed accettabile da parte del pubblico) che il rock potesse fondersi con il cantautorato. E forse proprio quest’avversione verso un lavoro complesso fu il motivo che convinse De André ad accettare.

Come tutti ricordano in “Fabrizio De André e PFM. Il concerto ritrovato”, il cantautore non aveva un buon feeling con l’esibizione sul palco. Nonostante ciò, già dal 1975 aveva iniziato ad eseguire il suo repertorio dal vivo. Una bella sfida, senza ombra di dubbio, quella di riarrangiare in chiave differente i propri brani. Un confronto destinato ad essere scritto negli annali, a cui nessuno di loro avrebbe di certo rinunciato.

Il problema di questo binomio era elemantare: i fan di Fabrizio De André non erano ascoltatori abituali della PFM, e viceversa. Una situazione che ha incentivato, purtroppo, numerosi conflitti tra le due fazioni. Bisogna ricordare anche che gli anni di riferimento corrispondono agli “anni di piombo”. Quel terrorismo dilagante si manifestò soprattutto a Napoli, il 24 gennaio 1979, nella data al Palasport, con degli spettatori armati tra il pubblico.

Il concerto a cui si fa riferimento in “Fabrizio De André e PFM. Il concerto ritrovato” è del 3 gennaio 1979, a Genova, la casa natale del cantautore. Il nastro che rendeva immortale quella serata è stato recentemente restaurato con la collaborazione di chi vi prese parte. Tra i primi, ovviamente, Piero Frattari e, in seguito, i musicisti, con la supervisione di Walter Veltroni nelle vesti di regista.

Le storie raccontate dai protagonisti finiscono qui, per farci entrare nel vivo del live all’interno del padiglione C della fiera di Genova, luogo oggi destinato alla demolizione. Qui il treno delle memorie si ferma per dare spazio alla musica.

FABRIZIO DE ANDRÉ E PFM. IL CONCERTO RITROVATO

GENOVA, 3 GENNAIO 1979 

Sono passati quarantun’anni da quel giorno, eppure ancora oggi rivedere quel live è una di quelle cose emozionanti, per essere riduttivi. Il filmato è stato custodito da Piero Frattari, che ha girato le riprese nel 1979. Pochi mezzi utilizzati, poche luci e poche stravaganze sul palco, per mettere al centro la musica. Tutto ciò anche perché Fabrizio De André non amava questo tipo di documentazione visiva. Verrebbe da chiedersi se oggi sarebbe contento della realizzazione di “Fabrizio De André e PFM. Il concerto ritrovato”. Se lo vedesse, non potrebbe che esserne entusiasta. Delle miriadi di cover terribili in questi anni un po’ meno, ma questa è un’altra storia.

Gli spettatori possono assaporare con occhi ed orecchie quel live entrato a far parte della storia della musica italiana. Già dalle prime note de La Canzone di Marinella, l’emozione sale alle stelle. Ci si sente rapiti ed assopiti nei confronti dello spettacolo a cui stiamo assistendo. Purtroppo, solo virtualmente.

Le tracce si susseguono l’un l’altra con pochissimi intermezzi chiacchierati. Al centro della ripresa si colloca Fabrizio De André, ma ad un tratto entra nell’obiettivo Franz Di Cioccio per dare maggiori spiegazioni riguardo il progetto.

Quei testi identificativi di una cerchia del pubblico italiano prendono un nuovo colore. Le storie dei soggetti raccontati dal cantautore le conosciamo, ma lo spettacolo a cui stiamo assistendo in una sala cinematografica è qualcosa di unico. Da Andrea, a Rimini, fino a concludere il tutto con Il Pescatore.

È da brividi la principale sensazione che si prova all’uscita. Una costante per almeno un’ora successiva alla visione. E pensare che per partecipare a quell’esibizione bisognava sborsare 2500 lire.

Non ripongo una grande fiducia in queste nuove generazioni. Infatti, quello che mi auguro è che i genitori vadano al cinema portando con sé i loro figli e gli mostrino per un paio di ore la storia della musica italiana. È stato un momento fondamentale. E credetemi, se ne stiamo parlando ancora oggi, dopo quarant’anni, significa che non si tratta del passato, non di qualcosa di finito. Piuttosto, di qualcosa che non finirà mai.

I BRANI DEL FILM

 

La Canzone di Marinella / Andrea / Il Testamento di Tito

Un Giudice / Giugno ‘73 / La Guerra di Piero

Amico Fragile / Zirichiltaggia / Rimini

Via del Campo / Avventura a Durango / Bocca di Rosa

Volta la Carta / Il Pescatore

 

 

 

Assunta Urbano

 

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