The New Pope, l’eterna lotta tra bene e male

The New Pope è la seconda stagione di The Young Pope, serie tv diretta dal regista premio Oscar Paolo Sorrentino e scritta con Stefano Bises e Umberto Contarello per HBO, Sky Atlantic e Canal+.

The young pope

THE YOUNG POPE: LA TRAMA

Con i suoi dieci intriganti episodi, The Young Pope è stata l’unica serie televisiva italiana ad oggi ad aver ricevuto una candidatura ai Golden Globe e due agli Emmy. 

La storia narra l’ascesa pontificia del cardinale Lenny Belardo che diventerà il primo papa americano della storia: papa Pio XIII. La sua elezione è una scelta mediatica pilotata dal Segretario di Stato, il cardinale Voiello (Silvio Orlando, per la prima volta sullo schermo con Sorrentino) che pensa di aver trovato una figura da manipolare secondo gli interessi personali e della Curia.

Nulla di più sbagliato, infatti. Interpretato dall’affascinante Jude Law, Pio XIII si rivelerà un pontefice severo, ambizioso e controverso che convive con le paure e i lasciti prodotti dalla scomparsa dei suoi genitori.

Le sue ambizioni, fortemente conservatrici, lo porteranno ad incutere nei fedeli un sentimento di fanatismo e timore di Dio, tanto da compromettere addirittura la credibilità della Chiesa. Con le sue politiche restrittive, il giovane papa si ritroverà ad avere moltissimi nemici (compreso il cardinale Voiello) ma sarà appoggiato dalla figura di Suor Mary (la pluripremiata Diane Keaton), alla quale riserva un affetto quasi materno per averlo cresciuto dopo essere stato abbandonato.

La spietata lotta alla pedofilia, all’omosessualità e alla bisessualità dei preti sarà l’obiettivo principale di Pio XIII, che mira a edificare una Chiesa pura che non si nasconda dietro calunnie, alibi e maschere di cui si nutre il Vaticano.

Più volte sull’orlo di mollare il pontificato, Lenny Belardo saprà gestire i suoi dubbi sull’esistenza e l’assenza di Dio e finalmente, nell’ultima puntata, farà la sua prima apparizione pubblica stupendo piacevolmente i fedeli con le parole della sua omelia. Al termine però, verrà colto da un malore improvviso.

DA THE YOUNG POPE A THE NEW POPE

La seconda stagione si avvale di 9 episodi. In The New Pope si aggiungono al cast attori del calibro di Massimo Ghini (Cardinale Spalletta), Henry Goodman (Danny), Mark Ivanir (Bauer) e Ulrich Thomsen (Professor Helmer Lindegard). La grande sorpresa è stata però quella di trovare due guest star internazionali: Marilyn Manson e Sharon Stone,  che hanno contribuito notevolmente all’incremento qualitativo dell’intero prodotto.

Francesco II

La serie si apre con le trattative puramente burocratiche e politiche per l’elezione di un nuovo papa, dal momento che Lenny è ormai in coma da diversi mesi. E così, come lui lotta tra la vita e la morte, la Chiesa cerca di rimanere in piedi tra minacce islamiche e scandali sessuali. Chi si batterà per mantenere salda la credibilità ecclesiastica sarà il Cardinale Voiello, deus ex machina dal primo all’ultimo episodio.

Sarà proprio Voiello – come aveva fatto con Lenny – a pilotare l’elezione di un nuovo papa: Francesco II (che però durerà solo fino al secondo episodio). La breve vita del nuovo pontefice è la diretta conseguenza delle sue azioni. Francesco II apre le porte ai migranti, minaccia il Tesoro del Vaticano, cambia le password dei conti correnti dello Stato del Vaticano. Il nuovo papa, insomma, vuole riportare la chiesa nella sua dimensione più pura e naturale, come quella decantata da San Francesco.

Non tardano però ad arrivare le sorprese e le rivelazioni di pure strategie mediatiche che decretano la fine del suo pontificato. Attraverso intrighi di potere, riflessioni sul materialismo della Chiesa e sulla debolezza umana che contraddistingue persino i cardinali, Sorrentino continua la narrazione di una realtà superba ed eccentrica ma terribilmente legata al libero arbitrio umano e alla tentazione di sbagliare, di peccare, di essere fragili.

The new pope

Giovanni Paolo III

La figura che incarna la debolezza è il nobile lord inglese, Sir John Brannox (John Malkovich): il nuovo Papa…in attesa che Lenny si risvegli!

Quella che apparentemente potrebbe sembrare una figura mite, perfetta, consueta, nasconde invece un fortissimo lato umano. E si sa, l’uomo non è perfetto: pecca, è incerto, è debole. Sarà proprio la debolezza umana il fil rouge di questa seconda stagione.  Tramite le logiche racchiuse nel Vaticano, ci si ritrova dinanzi a uomini (ancor prima che papi, cardinali, preti) nascosti dalla perversione di un mondo buonista ma soffocati dalla carne che li costituisce.

Ciò che accade durante il pontificato del cardinale Brannox, diventato Giovanni Paolo III, sono situazioni altamente verosimili che vertono sull’esistenziale ricerca di sé, del proprio ruolo nel mondo e degli interrogativi a cui la fede non sembra saper dare risposte adeguate. Ci si ritrova di fronte ad un sistema di cui si ha quasi il disgusto: troppo pieno di voti ecclesiastici e troppo vuoto di volti puliti. È in questo modo che Sorrentino squarcia il telo dietro cui si nascondono le maschere indossate dalla Chiesa.

Denuncia il perbenismo di chi è abituato (o deve abituarsi a puntare il dito) e a fare la morale ai fedeli ma è il primo a macchiarsi anche dei peccati più gravi.

The new pope

The new Pope e l’eterno conflitto tra bene e Male

La dualità tra bene e male, tra paradiso (come la situazione vissuta da Lenny) e inferno (quello terrestre), si acuisce nelle inquiete riflessioni introspettive dei personaggi che sembrano rifiutarsi di accettarle quasi fosse un modo per cancellarle, di dire “NO”. E sarà proprio Giovanni Paolo III a darcene prova, citando Nietzche:

“La visione dell’uomo di un mondo brutto e cattivo

ha finito per rendere davvero il mondo un posto brutto e cattivo”

I dialoghi forti da digerire e intrisi talvolta di disgusto, hanno la capacità di recare una sorta di solidarietà nei confronti di uomini che, seppur ricoperti da tuniche religiose, sono pur sempre dei peccatori.

Altro elemento onnipresente in questa stagione è il simbolismo. Sceneggiature, musiche, inquadrature, abiti sono scelti magistralmente e disposti secondo una logica di rara grandiosità cinematografica. 

Il genio sorrentiniano districa in questo modo ogni punto più denso e pesante delle innumerevoli sottotrame celate nei nove episodi. Ne sono un esempio le vicende che si susseguono al risveglio di Lenny, in cui i toni astratti sembrano quasi nodi indistricabili di intrecci tra riflessioni sul peso della fede, l’incapacità a saperla accogliere e l’insostenibile peso della propria vita.

Così, l’evoluzione delle stagioni assume sempre più i tratti di un dramma metaforico che sovrappone l’inadeguatezza della vecchia e ipocrita Chiesa alla sofferenza di un’umanità che soffre. Sofferenza che riveste tutti: donne, uomini, tossici, pedofili, corrotti. Che siano suore, preti, cardinali, papi, laici, non importa più.

In quest’ottica anche il finale dal sapore dolce amaro assume una lettura diversa che decreta l’inutilità del fanatismo religioso, l’infondatezza di prediche (se poi si razzola evidentemente male) e la fragile umanità che ci rende in qualche modo tutti fratelli.

Non ci resta che sperare che anche questa stagione sia vista e apprezzata come la prima, se non di più.

 

Santina Morciano

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