Nulla succede per caso.
Sono convinto che dietro ogni singolo evento che ci si para davanti quasi inciampandoci, sia in realtà parte di un maggiore piano ben armonizzato. Forse questa è una bugia che continuo a ripetermi, ma intanto sono contento di essere incappato proprio durante questo stralcio di vita nel consiglio di un amico che mi ha portato a leggere la più recente fatica letteraria di Roberto Addeo. Il titolo dell’opera è “T.S.O.” ed è stato pubblicato al tramonto del decennio appena trascorso per Ensemble, casa editrice che continua la sua collaborazione con l’autore classe ’82 dopo la raccolta poetica “Globuli” (2018).
La storia parla di un anonimo protagonista la cui vicenda trova il proprio turning point a Nola, cittadina che accomuna lo scritto allo scrittore (ed al sottoscritto, a dirla tutta), e che si rivela solo una tra le molteplici fermate di quel binario morto caratterizzato, lungo tutto il percorso, da delusioni, vino, botte, birra e rari quanto fugaci momenti di sollievo.
T.S. O – UNO E TRINO
Tre parti, tre atti di una tragica commedia ben raccontata, coerente e gradevolmente ritmata. Le 182 pagine scivolano via fra dialoghi mai scontati e parole ponderate con metodo scientifico; sia quelle messe nero su bianco che quelle lasciate alla sensibilità ed all’ingegno del lettore, il cui stomaco in più di un’occasione viene colpito dai cazzotti sferrati da Roberto Addeo.
Non ci sono eroi e principi azzurri, l’unica regina è protagonista di un sogno grottesco capace di alimentare un continuo sospeso tra realtà e dimensione onirica che contribuisce alla creazione (o alla decostruzione, a seconda di quanto chi legge riesce ad immergersi negli sviluppi delle pagine) di senso nel libro, per un’Italia popolata lungo tutto lo stivale da poveri Cristi, in una diapositiva che non salva nessuno.
Sopra questa nazione e le sue persone, riflessioni a cielo aperto che parlano dell’uomo, della mente (e relative flatulenze) e dei sentimenti, in un cammino a metà tra filosofia e psicologia. Fino alla penultima pagina ognuno può continuare a credere nel proprio finale, ma quello che sfocia nell’epilogo sicuramente non deluderà la carica emotiva covata ed alimentata fin dalla prima parola.
Questo è un libro emotivo, un libro dove ansia, attacchi di panico, insonnia ed un continuo senso di disorientamento vengono raccontati con sagace delicatezza, in forma elegante ma non per questo meno terribile. C’è da allontanarsi da tutto, distruggere rapporti e convinzioni/convenzioni per sconfiggere quel mostro immobile che è il calvario del quotidiano: che sia questa la cura prescritta dal T.S.O. che ho letto?
Il libro giusto al momento giusto.
Menzione speciale alla scelta di citare Man Down di Rihanna: nella mia dimensione di appassionato (e giornalista) di musica, credo sia senza dubbio il pezzo migliore della carriera della cantante barbadiana. E che sia benedetta anche questa casualità.
Giandomenico Piccolo