Coronavirus: Cartoline dalla provincia in quarantena

Vivo a Nola, 40 chilometri da Napoli; una cittadina che sfugge al torpore della provincia solo durante il week-end, attraverso riti che si ripetono con stanca e confortante ciclicità.

I decreti del governo per contrastare la diffusione del coronavirus hanno portato naturali ripercussioni sulla routine delle persone in questa prima settimana, e nelle sere del venerdì e del sabato ho provato a mettere il naso fuori dalla porta per scoprire cosa resta dei principali luoghi di aggregazione quando non vengono più animati dalla gente, siano essi avventori oppure operatori della movida.

 

 

In genere funziona così: bar e pub sono piccoli, ed in estate come in inverno è abitudine ritrovarsi strade abbastanza piene almeno per qualche ora notturna. A far da sottofondo, decibel di chiacchiericcio sostenuto e musica commerciale. Ora no. Tutto chiuso, per le strade un silenzio tale che i pensieri iniziano quasi a fare rumore in testa, di tanto in tanto il motore di qualche pattuglia o al massimo il tenue ronzio dell’unità esterna dei condizionatori. Nessun suono esce dagli appartamenti.

Coronavirus - Nola

Forse più che alla vista, è la sensazione uditiva prodotta da questo forzato quanto giusto isolamento a far riflettere ed impressionare. Questa però non si riesce a condividere, posso solo provare a plasmarla nell’immaginazione.

Sembrava di camminare nei quadri di Edward Hopper, per adesso deve andare così. È giusto che la città sia vuota, anche nel rispetto di chi una casa non ce l’ha.

 

Il materiale fotografico è stato raccolto nel pieno rispetto dei decreti vigenti. Sono stato fermato dalle forze dell’ordine due volte ed ho fornito documenti, autocertificazione, autorizzazione della testata e spiegazioni su cosa stessi facendo. Per tornare a vivere le nostre città e non vederle più così, restiamo a casa fino a quando ce lo dicono.

 

 

Giandomenico Piccolo

Giornalista | Creativo | Direttore di Scè dal 2018. Collaboro con diverse testate e mi occupo di ufficio stampa e comunicazione digitale. Unico denominatore? La musica.

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