I quattro ragazzi trezzesi dei Latente ritornano sulla scena con un nuovo EP intitolato Le Cose Importanti.
A distanza di dieci anni dal ‘primo accordo appuntato’ in quel lontano 2010 con l’esordio di Un’Altra Faccia – nel mezzo i due LP, Basta Che Restiamo Vivi Noi (2014) e Monte Meru (2017) – la band decide bene di uscire con un mini concept idealistico, anche per non far sentire troppo la propria mancanza ai suoi adepti.
Le Cose Importanti, pubblicato il 13 Marzo per You Can’t Records, prende spunto da un concetto abbastanza semplice, espresso così dagli stessi Latente: “Si dice che le cose importanti, nella vita di una persona, si possano veramente contare sulle dita di una mano. (…) Sono cinque come le tracce contenute nel nostro nuovo EP.”. Brevi e concisi.
I temi trattati nelle canzoni sono: amicizia, adolescenza, paura, solitudine e verità. Di questi tempi, in piena emergenza da coronavirus, quasi vanno ad affrontare incastri imprescindibili della vita ‘ristretta’ che siamo obbligati a portare avanti. È un caso, ma cade a pennello. Basti pensare al trinomio paura-solitudine-verità.
L’approccio musicale è meno prepotente rispetto al passato. Caratteristica di raggiunta maturità comunicativa, al fine di riuscire a proporre concetti più profondi in maniera meno cruda ma ugualmente immediata.
La formazione è quella ormai classica, tutto ruota attorno all’altalena dinamica delle chitarre. Ora distorte, ora in arpeggio. Il resto, voce compresa, si muove in giusta conseguenza. La modulazione punta sulla semplicità, sia sonora che lessicale. Non ci sono arzigogoli testuali né carpiati tecnici in questa ultima produzione dei Latente, e funziona bene così. Anche se ogni tanto uno scossone vigoroso non guasterebbe.
Le Cose Importanti traccia per traccia.
Esco apre le danze e contemporaneamente imposta la struttura, il filo logico, su cui Le Cose Importanti si fonda: riff armonico di chitarre, con un pizzico di pepe, strofe a dinamiche basse e linea vocale uniforme, predisposta alla canticchiata facile. Nel senso che la ascolti e con ogni probabilità ti ritrovi a intonarla sotto la doccia. L’aspetto tematico riprende la nenia tanto nota a molti millenials o ‘post-millenials’ (mi si abboni l’uso osceno del termine). Quindi insoddisfazione, incomprensione, reazione fisica a malessere psicologico, oltre il continuo chiacchiericcio che spesso diventa coro da stadio nella testa di chi non vorrebbe sentire.
Segue la title track Le Cose Importanti. Come la precedente, più della precedente. La linea melodica del canto si fa strada nella corteccia cerebrale dell’ascoltatore già dalle prime note. Inoltre, da musicista amatore, ti fa anche venir voglia di prendere la chitarra e cimentarti a suonarla così, all’impronta. Possibile. Un orecchio allenato vede lo spartito mentre la canzone suona, e perdonate il fare sinestetico. Se l’avessi composta io ne sarei felice.
Claudio è il centro perfetto dell’EP. Terza canzone di cinque, a metà strada esatta tra le interpretazioni possibili di Le Cose Importanti. Ne è stato tratto un video pubblicato ad inizio Marzo. La scelta, a mio parere, è particolarmente indovinata. Claudio è un pezzo che emerge. Uno di quelli che ti suggerisce la colonna sonora di alcune precise sensazioni.
Smorza parzialmente gli animi Paura Non Ne Hai. Poco più di due minuti di musica condensati in una sola pillola di ‘sciallo’, ma con consapevolezza.
Conclude l’esperienza, e chiude il cerchio facendo da complemento all’apripista Esco, la quinta ed ultima traccia dell’EP Opinione. Canzone più suonata, che coinvolge anche con l’uso esclusivo dei suoni, nonostante la guida della linea vocale.
Latente: il duro compito di un EP.
La band del milanese, a tre anni dal suo ultimo lavoro, punta tutto sull’immediatezza. L’EP Le Cose Importanti ne è chiara conseguenza. La struttura dell’opera come la forma e i contenuti, sono interconnesse a questa caratteristica. Il messaggio è diretto e senza fronzoli. L’ascolto piacevole, scorrevole e riflessivo dove serve.
Come sempre, bisogna capire come evolverà il discorso di più ampio respiro del prossimo Long Playing. Attenderemo con curiosità.
Mario Aiello