Chitarrista, cantante e fondatore del gruppo indipendente “Marlene Kuntz”, Cristiano Godano è anche autore di “Nuotando nell’aria. Dietro 35 canzoni dei Marlene Kuntz”, libro con il quale ha svelato ai lettori segreti, magie e retroscena non visibili altrimenti: un vero e proprio regalo.
Un artista a tutto tondo, insomma, che ha speso parte del suo tempo per dirci la sua sullo scenario attuale, scardinando i falsi miti virtuali e rivelando una realtà nuda e -talvolta- cruda.
- Siamo immersi in una situazione inconsueta in cui “l’aria è più nebbia che altro”, così densa di enigmi e punti interrogativi al punto da averne quasi paura. Come pensi possa essere temprato questo timore? Ci sono degli antidoti di cui possiamo servirci per far sì che la nuova abitudine non odori già di fine?
Ti ringrazio per le citazioni dei miei testi all’interno della domanda, e grazie anche per la formulazione elegante della stessa. Ho un temperamento malinconico e non sono un dispensatore di ottimismo a buon mercato: quell’ “andrà tutto bene” ripetuto come un mantra mi infastidiva abbastanza, perché era evidente che non era la cosa più verosimile (a meno che non alludesse a un orizzonte temporale di una decina di anni. In quel caso generalizzare diventa più semplice).
Per cui non son sicuro di essere la persona giusta per dare una risposta che infonda sentimenti positivi. Anche considerando che io, come tutta la gente comune, di cui faccio ampiamente parte, sto vivendomela con preoccupazione. Come uno che non ha ben capito quando tornerà a lavorare. Detto ciò, conosco il potere del processo creativo, e se non avessi certi fastidi ingombranti mi ci butterei sapendo di potermi estraniare dal mondo e dalle sue brutture. Dunque, si evince, per ora vince il mondo con le sue brutture, impedendomi quel tuffo salvifico.

- “Se penso a quelle cose che morranno perché non potremmo più condividerle, muoio anch’io”. In questo periodo riscoprire album sottovalutati o riascoltare glorie indiscusse può essere salvifico. Quale album condivideresti con i nostri lettori?
In questo caso citi me che cito Nabokov ed è piacevole e divertente.
Non ho ben capito se alludi a un disco della nostra discografia (vista la citazione) o a un disco in genere. Nel primo caso senza dubbio Uno, il nostro settimo disco, da cui provengono le parole fra virgolette: un disco capito da molti e non capito da altrettanti. Un disco sull’amore, nei suoi risvolti positivi e in quelli negativi (c’è anche un uxoricida reo confesso…).
Se invece penso alla storia della musica in genere, consiglio un disco magari conosciuto da pochi, sperando di farli imbattere in qualcosa di piacevole: “Emergency third rail power trip” dei Rain Parade. È talmente calmo, onirico, pacifico e soavemente psichedelico, che potrebbe allietare la quotidianità di qualcuno. L’ho amato tantissimo da giovane.
- E da scrittore, chi o cosa consiglieresti di leggere?
Ai lettori robusti e amanti della Letteratura con la “L” maiuscola direi che, se non l’hanno ancora mai letto o se hanno letto solo Lolita, è giunto il momento di scoprire il genio di Nabokov, visto che di tempo ce n’è. Un suo libro o le sue Lezioni di letteratura. In questo secondo caso consiglio di fare una bella cosa: scegliere una delle opere da lui discusse a lezione (Flaubert, Kafka, Cechov, Stevenson, Dickens, Austen, Tolstoy, Turgenev, o altri… su google si trovano le info), leggerla e poi leggersi la sua lezione. Un ottimo modo per arrivare a comprendere quando un libro è un gran libro.
Non sto leggendo romanzi o letteratura in questo periodo: leggo più saggi. E allora consiglio a chi ancora non l’ha scoperto Yuval Noah Harari e il suo 21 lezioni per il XXI secolo. Non è aggiornato con la pandemia, ma la visione sul mondo così com’è al giorno d’oggi (al netto della pandemia) aiuta molto ad avere consapevolezze importanti.
In ultimo mi permetto di consigliare il mio libro, “Nuotando nell’aria“: visto che mi hai chiamato “scrittore”, mi do il permesso di crederti. È un libro che ho scritto pensando anche a qualcuno che poco o nulla conosce dei Marlene Kuntz, o semplicemente li disprezza un po’. Potrebbe essere un buon modo per ricredersi o per apprezzarci meglio (certo è abbastanza surreale che io possa sperare che qualcuno che ci disprezza possa decidere di darmi credito per comprare addirittura un mio libro… ma tant’è). Esiste anche la versione su Audible, dunque un audiolibro, letto da me.

- Pensi che ciò che stiamo affrontando porterà alla nascita di un nuovo genere musicale/filmico/narrativo o sarà semplicemente il soggetto preponderante dei futuri prodotti artistici?
Non ho queste capacità “divinatorie”… posso solo dire che fino a quando non ci sarà concesso di suonare dal vivo non avremo introiti, perché le piattaforme remunerano abbastanza bene solo chi fa milionate di streaming. Se si produce la musica da solo ne basta qualcuno meno. Ma sono sempre milioni, ed è un risultato per pochissimi.
Quindi, se per ipotesi il virus fino al 2021 non ci permettesse di tornare a suonare molte band probabilmente non ce la farebbero a continuare a esistere, esattamente come rischiano molte imprese. Ma è un discorso difficile da far comprendere alla gente, che proietta sui musicisti visioni di agio e fancazzismo.
Una cosa può essere immaginata però: che si sviluppino forme evolute di streaming dei live. Ma non potranno essere eternamente gratuiti, come le dirette sui social di questi tempi, e far capire alla gente che dovrà supportare sarà un altro problema enorme, visto che la gente è ormai abituata ad avere tutto gratis (o al prezzo di pochi euro mensili su Spotify).
Insomma: un casino.

- “L’umano fracasso contamina il fiato dell’universo”. Stiamo subendo una sorta di catarsi dall’inquinamento ambientale ma al contempo -probabilmente- assistiamo ad un aumento dell’inquinamento acustico. Un caos assordante di opinioni, consigli, norme e pseudonorme si sono impossessate dei nostri schermi quasi avessimo paura del silenzio. La musica è l’arte dei suoni: quale pensi sia, o debba essere, il suono che dovrebbe imperare in questi giorni?
Un sibilo subliminale, abbellito da orpelli armonizzati e ondeggianti sulla nota costante, per evitare effetti ossessivi. Ma è ovviamente una cosa che il novanta per cento dell’umanità vivrebbe come una punizione.
Santina Morciano