Franz: il teatro celato Dietro A Ogni Cosa

Per il contributo su Franz e il suo ultimo lavoro discografico intitolato Dietro A Ogni Cosa, voglio in parte stravolgere l’ordinario approccio che in genere mi accompagna alla stesura dello stesso. Come il musicista e compositore ha, con modi eleganti e articolati, scansato alcuni crismi tipici del primordiale contatto con l’ascoltatore, oggi farò lo stesso. Provando magari a spiegare i perché di tali affermazioni. Il tutto cavalcando l’onda swing-jazzy (azzardo di cui mi assumo ogni responsabilità) malinconico-orchestrale che è l’anima pulsante dell’opera, assieme alla naturale rappresentazione teatrale che prende vita durante il susseguirsi delle canzoni.

Diciamocela tutta però, l’usuale ‘forma-canzone’ non è per niente scontata. Almeno, non equamente distribuita. O meglio ancora, non del tutto ascrivibile al concetto ‘canzone’ che balena nella testa della maggior parte degli esseri umani. Resta l’impronta morbida, accessibile da un vasto pubblico di intenditori e non. Che non è un automatismo buttato lì, anzi.

Dietro A Ogni Cosa, pubblicato il 17 Aprile, è stato anticipato dai singoli Settembre e L’America. Dieci composizioni di nome e di fatto con l’aggiunta del taglio melodico, con spunti pop e soprattutto di ampiezza stilistica che richiama alla messa in scena. Qui i contesti si diversificano a tal punto che diventa impossibile non ritrovarsi immersi in qualche memoria del passato, lasciandosi trasportare emotivamente dallo scorrere delle note. Obiettivo quest’ultimo non raggiungibile da chiunque. In casi del genere è necessario soddisfare a monte tutta una serie di imprescindibili condizioni, ben prima di suonare il primo accordo che vibra, però, a valle. Nello specifico, un simposio di archi, fiati e strumenti ‘dolci’ sapientemente intrecciati, sfruttando la didascalia armoniosa offerta dalla lirica.

Franz - Dietro ad ogni cosa

Franz, per l’anagrafe Francesco Riva, ne ha la competenza tecnica dunque, e specialmente la sensibilità artistica. Di conseguenza l’operazione quasi gli risulta spontanea, risolta senza sforzo, in modo naturale e scorrevole. Con soddisfazione reciproca tra artista e spettatore. Ciò non tragga in inganno gli astanti. La mole di lavoro, minuzioso, ricercato, è abnorme. Volendo trovare per forza qualche leggera flessione, potrei dire che manca forse la classica spolverata di immediatezza, quel rigo estremamente orecchiabile in più qui e là, che riesce a convertire le peculiarità compositive in messaggio universale e universalmente comprensibile. Passaggio, tra l’altro, magistralmente ricostruito ed analizzato nel brano La Canzone Popolare. Non a caso. Ma gli esempi, comunque, non scarseggiano.

Inoltre, la voce avrebbe potuto dire molto di più. Tuttavia la decisione di non avvalersi di un timbro più potente, o impostato, acquisisce enorme senso vista nel contesto. Anche, se non soprattutto, in riferimento ai testi e al modo di coniugarli in musica.

Dietro A Ogni Cosa è un racconto, ma anche il suggerimento per provare a scorgere nuovi significati alle ‘cose’ che ci capitano. Siano esse ricordi o sensazioni, fatti reali o fugaci guizzi di fantasia. Dal punto di vista emotivo Franz, con il suo disco, immagina che tutti possano unirsi empaticamente facendo leva su questo, ovvero ‘l’altro’ che si cela dietro il primo approccio:

“Dietro a ogni cosa c’è un mondo nascosto, immenso e vario come siamo noi esseri umani. E diventando grandi, talvolta si intuisce tutto questo e si impara ad avere com-passione, a volersi bene, a trattarsi con riguardo e dolcezza, a guardare con meraviglia questo universo e al contempo sentire la voglia di stringersi un po’, per non sentirsi piccoli, per non sentirsi soli.”.

Franz – Dietro A Ogni Cosa: metodi di accosto per i meno avvezzi.

Siamo infine pronti a rompere il muro che separa l’espressione squisitamente musicale da una rappresentazione di più ampio respiro. Chi segue l’Opera e apprezza lo stile Musical, comprenderà bene l’antefatto. Per tutti gli altri, forse, un buon punto di partenza per affacciarsi con garbo al lavoro di Dietro A Ogni Cosa, potrebbe essere la figura di Paolo Conte, congiunta all’ascolto a freddo del brano Fred Astaire. Qui Franz riesce ad afferrare per mano chi sta ascoltando, trasportandolo nello ‘spettacolo’ di cui cura la regia in ogni minimo dettaglio.

Mario Aiello

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