Jovanotti e il suo docu-tour “Non voglio cambiare pianeta”

Dalle spiagge alla strada, Jovanotti torna con il suo personalissimo “docu-tour” girato da solo in sella ad una bici, con una telecamera, tra le strade e i paesaggi di Cile e Argentina. Un’esperienza raccontata in 16 brevi episodi disponibili su Raiplay.

L’idea di un viaggio che parte da Santiago del Cile, attraversa le Ande insieme al suo amico Augusto e poi continua in solitario terminando nella colorata città di Buenos Aires. Un bel modo per arrestarsi dopo il boom del Jova beach party di sette mesi fa, e anche, perché no, per mettere in tasca idee nuove per il futuro.

 

È un’indagine per me: capire come reagisce il corpo e lo spirito, perché io sto facendo una ricerca sullo spirito”.

 

E così che Lorenzo si sposta dalle calde spiagge ad una bike Adventure, passando dal ritmo della musica a quello dei pedali. Ci dice spesso che per lui fare musica e pedalare è quasi la stessa cosa; i concerti e “l’ippica meccanica” (la bicicletta)  sono molto simili: il ritmo delle gambe a tempo col fiato, la fatica, e l’energia pazzesca.

Momenti di un viaggio, immortalati da una telecamera sempre presente, diventano alla fine un racconto, un diario di bordo adatto non solo ai fan. Un’esperienza visiva interessante che invita tutti a delle riflessioni.

Tra deserto, paludi, città e paesini, l’incontro con lama, cani, cavalli, una semplice banana o un matè: tutto è gustato con meraviglia e diventa parte di una sorta di viaggio “psichedelico”, come lo definisce. Jovanotti si lascia stupire da tutto ciò che ha intorno, i particolari e suggestivi paesaggi dell’America latina, i suoi volti e i suoi colori.

Da amichevoli incontri ed osservazioni vengono fuori le sue riflessioni, i suoi pensieri e tanti ricordi che come delle epifanie fungono da didascalia al viaggio. Inoltre, dai racconti traspare spesso un’attenta sensibilità verso la natura, illuminata di certo anche dalla bellezza dei paesaggi che attraversa.

Non manca poi di salutare e ricordare le sue ragazze.

Jovanotti - Non voglio cambiare pianeta

Un’avventura che ogni giorno ci regala una strada diversa, ognuna con le sue insidie e i suoi ostacoli, tra impervie salite, raffiche di vento ma anche tanti sorrisi, con la consapevolezza di “non volere cambiare pianeta”.

Un titolo scelto non a caso, frutto del viaggio intrapreso e soprattutto omaggio al poeta cileno, Pablo Neruda, che cita nel secondo episodio. Versi meravigliosi che, insieme a quelli di altri come Primo Levi, Sepúlveda, Borges, Bukowski,  vengono utilizzati da epilogo a tutti gli episodi .

Questa volta Jovanotti non si esprime soltanto con la musica, compagna comunque immancabile. Le sue storie si intrecciano con quelle di artisti, letterati, musicisti, personaggi storici (italiani e internazionali, in particolar modo del mondo latino americano) che cita e ricorda con tale spontaneità e lucidità da invogliar inevitabilmente lo spettatore ad unirsi alla riflessione e alla conoscenza.

Alla fine, ciò che rimane di questi 15+1 micro racconti è forse una gran voglia di partire e, perché no, visitare proprio quei luoghi. Ma credo che a livello subconscio trasmetta anche un messaggio di positività, che in Jovanotti non manca mai. Insomma, un viaggio simbolico, un invito ad entusiasmarsi e meravigliarsi delle piccole cose, caratterizzato dalla voglia di scoperta e libertà.

 

Claudia Avena

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