Multato perché musicista: la storia assurda di Ponzio Pilates

Storia strana e dal sapore terribilmente amaro quella accorsa ad uno dei membri della band Ponzio Pilates.

Una storia che è probabilmente specchio del peso specifico che ha, agli occhi di molti nel Belpaese, qualsivoglia lavoro riconducibile alla sfera culturale.

Il musicista non è considerato “un valido lavoro”

Il fattaccio è presto spiegato: per reperire materiale utile ad avviare le dirette su Twitch, uno dei componenti del progetto stava attraversando una strada del proprio paese di residenza quando è stato fermato dai Carabinieri e sottoposto a controllo, come previsto dalle normative vigenti per il contrasto al contagio da Coronavirus. Munito di autocertificazione e documenti, le forze dell’ordine non hanno ritenuto valida le motivazioni, neanche dopo aver visionato i video sul cellulare e gli articoli presenti sul web.

La spiegazione dei militari è tutta sintetizzata nelle parole in grassetto, nell’ennesima condanna inflitta dal paese di santi, poeti e navigatori: “la presenza in strada non corrisponde ad una “vera necessità”, in quanto il musicista lo si può fare per hobby“, queste le parole pronunciate durante la preparazione del verbale per erogare la sanzione disposta dal DPCM.

Tralasciando un attimo la vicenda dei Ponzio Pilates ed i suoi particolari, è il quadro generale a destare preoccupazione e tanta tristezza. Come sempre, la sensazione è che in Italia ci siano lavori ed idee commerciali di serie A (a loro volta poco tutelate dallo Stato) ed altre di serie B (dove si arriva addirittura a riconoscerle come semplici passatempi). Dai musicisti ai creativi, da chi monta i palchi a chi scrive di arte e spettacolo: tutte attività che nel corso del tempo sono arrivate ad essere svolte a costo zero svilendo la professionalità e le qualità di chi vale davvero. Vuoi vedere che, se siamo arrivati a questo punto, forse la colpa è nostra?

In ogni caso, in bocca al lupo e che venga fatta chiarezza su questa sanzione.

 

 

Giandomenico Piccolo

Giornalista | Creativo | Direttore di Scè dal 2018. Collaboro con diverse testate e mi occupo di ufficio stampa e comunicazione digitale. Unico denominatore? La musica.

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