Valerio Lundini: poteva essere una guerra ed invece è una pandemia

Valerio Lundini, classe ’86, è un noto comico, fumettista, youtuber e conduttore.

Laureato in Lettere e diplomato presso la Scuola Romana dei Fumetti, è un artista poliedrico che riesce ad esprimere il suo talento in radio (collaborando con artisti come Lillo&Greg e Nino Frassica), in teatro, su Instagram e su Youtube e in tv (“Che tempo che fa?”, “Viva La Mamma”, “Complimenti per la connessione”, etc.).

Di recente lo avevamo visto ne “L’altro Festival”, l’appuntamento fisso che seguiva il Festival di Sanremo 2020 dove, con la sua ironia, aveva dato una sfumatura diversa alla narrazione della kermesse sanremese.

Per questo motivo abbiamo fatto una breve chiacchierata con lui che ci ha dato un punto di vista diverso e più trasversale su questo “strano” periodo.

 

  1. Ciao Valerio. Sei completamente immerso nel mondo dell’arte. Che visione ne hai in questo momento storico?

Mah, chiaramente non lo so quanto inciderà la pandemia su esso. Però c’è un lato positivo che mi fa pensare che di solito ai periodi di crisi ne susseguono molto spesso altri di grande creatività. È il caso del Dopoguerra o degli anni ’60 dopo la Grande Crisi. È probabile che sia così anche in questo caso, perché non pensarla in questo modo?

Però, potrebbe verificarsi il problema inverso in cui tutti si fossilizzeranno a fare solo cose che parlano di questo evento e arriveremo ad un florilegio di film, cartoni, libri tutti a tema Covid-19. E così avremo un secondo incubo.

Ma speriamo nella prima ipotesi, la più rosea.

Valerio Lundini

  1. Quindi che atteggiamento bisognerebbe assumere? È più opportuno essere -o perlomeno mostrarsi- ottimisti o pessimisti?

È difficile dirlo. Per quanto mi riguarda sento di non essere né un ottimista né un pessimista, almeno non pubblicamente. Passo come tutti da momenti in cui sono giù ad altri in cui sono un po’ più ottimista. Poi si intende “ottimista” per modo di dire perché ci sono già stati 15.000 morti.

È una situazione che va presa per com’è, purtroppo ce la dobbiamo tenere.

Poteva essere una guerra e invece è una pandemia: meglio la pandemia della guerra, per parlare un po’ filosoficamente. Spero veramente che finisca il prima possibile soprattutto dal punto di vista sanitario.

Quello economico viene in secondo piano anche se non è meno importante visto che c’è gente che non sa più come fare e penso che tra qualche settimana ci saranno dei seri problemi al riguardo. Ma dobbiamo essere ottimisti.

  1. Passando al rapporto tra la situazione attuale e la musica, cosa ne pensi da “critico” ed opinionista musicale? (riferimento a L’altro Festival per Sanremo 2020)

(Ride) Una canzone che mi rievoca questo momento è “Tutta mia la città” degli Equipe 84, per il fatto che se esci non trovi più di 6/7 persone nel raggio di 1 km. Il titolo mi evoca quello che penso quando vado a fare la spesa… che poi non è mai tutta mia la città, perché se faccio una corsa mi arrestano anche se il tampone segnala negativo.

Ah! E poi un’altra è “Un sabato italiano” di Sergio Caputo perché a un certo punto dice “Il peggio sembra essere passato”.

  1. Cosa consiglieresti ai nostri lettori?

Restiamo a casa. Se siamo tra i fortunati che stanno solo a casa senza “cercare” il Covid-19, cerchiamo di approfittare della situazione.

Cerchiamo di fare tutte quelle cose che dopo non potremo fare perché non dobbiamo dimenticare che ci sarà un momento in cui diremo: “Ah, ma ti ricordi quando c’era la quarantena e non abbiamo fatto quella cosa lì pur avendo tutto il tempo di farla?”

La cosa positiva è che ci sono tanti lati positivi di questa quarantena e ce ne renderemo conto solo quando tutto questo finirà.

E siccome tutte le cose belle finiscono, cerchiamo di pensare solo alle cose belle della quarantena perché sappiamo di poter dire dopo “Ah cavolo potevo finire di vedere I Soprano e invece sono stato su Facebook”.

Vedete “The Office”, la versione inglese. È un po’ malinconica quindi potrebbe mettere un po’ di tristezza ma è una serie tv veramente molto bella: ne vale la pena.

Vedete “The World’s End” di Edgar Wright, che tra l’altro è anche a tema.

Ascoltate la compilation The Masterplan degli Oasis che è una raccolta dei lati b ed uscì nel ’98.

Vorrei dirvi di leggere il mio libro, quello che sto scrivendo, ma non è ancora uscito… cavolo!

Però nel frattempo consiglio “A proposito di niente”, l’autobiografia di Woody Allen (che non ho ancora letto) ma ho letto gli altri suoi libri. Io addirittura preferisco i libri rispetto ai suoi film che comunque mi piacciono molto. Da quello che ho percepito anche questo pare che sia molto bello quindi lo consiglio a scatola chiusa, fidandomi di lui e di chi l’ha letto.

Valerio Lundini

  1. Hai detto di essere alle prese con un nuovo progetto editoriale. Il clima attuale coadiuva la scrittura?

Insomma. Ci sono dei momenti in cui quello che scrivi sembra non si possa attuare. Si tratta di una raccolta di racconti quindi ci sono varie storie diverse.

Ci sono dei momenti in cui penso che se questa cosa dovesse durare veramente tanto tempo, tutto quello che sto scrivendo perderebbe d’attualità perché ora inizia ad essere sempre più strano scrivere che una persona sale in macchina o va al ristorante o una coppia si bacia.

Sono tutte azioni che ora non si possono fare. Ho paura che quando uscirà il libro – tra circa un anno- saranno cose desuete.

Però questo è lo scenario più apocalittico di tutti, quindi speriamo di no.

Mi è comunque comodo scrivere in questo contesto perché ho molto più tempo per farlo, posso scrivere fino a tardi la sera senza timore di dovermi svegliare presto la mattina successiva.

 

Santina Morciano

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