Emanuele Via, Charlie T, “Resina” e Il linguaggio universale della Musica

Resina” è l’album d’esordio di Emanuele Via e Charlie T pubblicato lo scorso 10 aprile 2020.

Oltre ad Emanuele Via – noto per essere il pianista degli Eugenio in Via di Gioia, il gruppo indie folk che quest’anno ha partecipato a Sanremo nella categoria “Nuove Proposte” – il disco vede la partecipazione dei Charlie T, quartetto composto da Chiara Di Benedetto, Antonella De Franco, Fortunato D’Ascola  e Matteo Mandurrino.

Il violoncello è affidato a Chiara Di Benedetto che vanta collaborazioni con eminenti orchestre e artisti: l’Orchestra Sinfonica di Sanremo, l’Orchestra Filarmonica del Piemonte, l’Accademia del Teatro Regio di Torino, Il Volo, Renato Zero, Ultimo.

Antonella De Franco, all’arpa, si esibisce sia all’estero che in Italia ricoprendo ruoli importanti nella nota Orchestra Cherubini o nell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, solo per citare alcuni esempi.

 

Come lei, anche Fortunato d’Ascola – con il suo contrabbasso – non si limita ai confini nazionali ma ha girato (e gira) per l’Europa ed ha collaborato con artisti del calibro di Claudio Baglioni, Gabriele Lavia e Gigi Proietti.

Matteo Mandurrino è invece il violinista la cui formazione, segnata da varie partecipazioni come orchestrale per Tiromancino e Biagio Antonacci, lo ha portato a divenire tutor presso il Conservatorio di Torino.

È evidente come il bagaglio colmo di esperienze e professionalità abbia riempito le otto tracce dell’album con una potenza tecnica ed espressiva tale da rendere l’emozione l’unica voce di un album eccezionale.

Si tratta infatti di un disco strumentale il cui filo conduttore è il legno: la materia prima degli strumenti musicali.

I cinque musicisti sembrano essere diventati falegnami in grado di plasmarne il concetto dando vita a qualcosa sì di funzionale, ma che fa bene all’anima, l’appaga e l’aiuta ad esercitarsi nel riconoscere i suoni e discernerli dai rumori. Insomma: pura musica (dal greco μουσική , l’arte di riprodurre suoni).

Per capire la qualità del progetto, basta pensare che il singolo “Acero” uscito a novembre 2019, ha ricevuto oltre 40 mila riproduzioni su Spotify tanto da essere inserito nella playlist ufficiale “New Classical Release”.

Ma abbiamo lasciato che a parlarci di “Resina” fosse uno di loro: Emanuele Via.

Emanuele Via, Charlie T, "Resina"

 

  • Ciao Emanuele! “Resina” è un disco incentrato sul legno come si intuisce dai titoli dei brani e del disco stesso. Qual è il tuo rapporto con il legno e cosa vi è stato di ispirazione per la composizione dell’album?

Trovo il legno un materiale fantastico sia perché è sostenibile sia perché è vivo, proviene da essere viventi.

Con il tempo muta e per certi versi migliora, come nel caso degli strumenti musicali in cui migliora il suono. Questo è dovuto al fatto che il legno è costituito da celle che con le vibrazioni con il tempo vanno a svuotarsi e questo favorisce al legno di risuonare bene.

In più, da bambino ero immerso nella natura di Acri: gli alberi per me sono super significativi, ho dei ricordi bellissimi legati all’infanzia.

Per questo motivo ho trovato giusto dedicargli un album.

Inoltre, la particolarità del legno con gli scricchiolii, i fruscii, i graffi sono evidenti nell’album dove si possono percepire anche i respiri e le esitazioni.

  • Cito una frase di Luigi Santucci: “Il legno è materia nobile e strana, non è più terra e carne non è ancora; è come il latte che non è sangue ma è già più che acqua”. In merito a questo, tu come vedi il legno?

Bellissima questa frase. Forse lo vedo anch’io a metà strada perché la carne è più temporanea, è qualcosa che va a svanire nel tempo; la terra invece è eterna. In mezzo c’è il legno che ti dà la sensazione di organicità e durevolezza.

Emanuele Via

  • La decisione di fare un album interamente strumentale è molto audace. Come mai questa scelta? Avevate paura che il pubblico non rispondesse bene?

In realtà no, non avevamo paura. A me viene naturale scrivere strumentale perché non scrivo molti testi. Anche con gli Eugenio in Via di Gioia, non sono io ad occuparmi dei testi ma do solo qualche consiglio.

Secondo me lo strumentale è una lingua che parlano tutti, nel senso che le parole di un violino non han bisogno di traduzioni. Non sempre è immediato come un testo ma può essere più internazionale, arrivare a diverse etnie.

Ci sono molti esempi di musica strumentale fatta benissimo. Penso a Ludovico Einaudi, Yann Tiersen, le colonne sonore di Hans Zimmer o di Ennio Morricone.

  • La scelta delle grafiche è stata molto accurata…

Sì, il merito è di Francesco Inzaina che è un bravissimo illustratore e ha centrato, a livello espressivo, tutto quello che volesse dire l’album.

Emanuele Via, Charlie T, "Resina"

  • Come mai avete scelto di far uscire l’album nonostante questa situazione?

In realtà avevamo già programmato di farlo uscire a Marzo, poi in seguito a questo problema abbiamo posticipato l’uscita di un mese. Piuttosto che farlo uscire d’estate, visto che non è un cd prettamente da spiaggia, abbiamo deciso di fare questo esperimento.

  • Quindi avete dovuto cambiare le strategie promozionali.

Sì, esatto. In una situazione normale avremmo allegato alla promozione del disco quella del tour. Invece ora ci stiamo concentrando su tutto quello che è possibile fare online.

Continueremo a promuoverlo su Instagram e non solo.

Contatteremo delle radio, non indie/pop ma più “culturali” che abbiano a che fare con la musica classica.

  • Com’è nata la collaborazione con i Charlie T?

La collaborazione è nata grazie alla mia amicizia con Fortunato D’Ascola con cui abbiamo suonato insieme diverse volte. Un giorno mi ha detto di conoscere un violinista che avrebbe suonato volentieri con me ed era Matteo Mandurrino. Conoscevo già la violoncellista Chiara De Benedetto e l’arpista Antonella de Franco.

È nato un bel clima, abbiamo iniziato a provare, a fare dei concerti e poi abbiamo deciso di registrare un album.

  • Quindi il progetto è partito da te?

Sì, da diversi anni scrivevo brani strumentali ma cambiavo spesso musicisti a seconda di chi fosse disponibile.

Adesso invece mi affido a loro e cerchiamo di suonare il più possibile insieme.

 

  • Rispetto al primo album del 2016, cos’è cambiato?

Nel 2016 ho scritto quei brani senza pensare minimamente ai musicisti che l’avrebbero suonato. Questo portava a scrivere nuove parti per gli arrangiamenti live, che non erano state pensate in origine.

Quest’album invece è stato interamente pensato per i musicisti che l’hanno registrato e con cui suoneremo dal vivo. Per cui sarà un’esperienza il più possibile vera e naturale.

  • Ci saranno in futuro altri progetti da solista o continuerai solo con gli Eugenio in Via di gioia?

No no. Ovviamente l’asse principale rimane il progetto degli Eugenio in Via Di Gioia ma mi piace anche questo, quindi cercherò di curarlo il più possibile.

  • A proposito: come hanno preso questa tua decisione?

Ognuno di noi è impegnato in propri progetti personali per cui l’hanno presa bene. Eugenio disegna vignette, Paolo fa parte di un gruppo blues, Lorenzo collabora con un’etichetta indipendente. Quindi ognuno è contento che ci si dia da fare oltre agli Eugenio in Via di Gioia.

  • C’è qualcosa che vuoi dire ai nostri lettori?

Svegliatevi presto, curate voi stessi e trovate piccoli obiettivi per non lasciarvi andare.

State sempre con un animo sereno in grado di recepire cose nuove e di assimilare musica.

 

Santina Morciano

Ciao, abbiamo rilevato che stai utilizzando una estensione per bloccare gli annunci. I banner pubblicitari ci consentono di fornirti notizie in maniera gratuita.

Supportaci e continua a leggere disabilitando il blocco e inserendo il nostro portale nella whitelist