I Flic Floc presentano il nuovo singolo “Pazza e Imbarazzata”

Un giovane duo di cantautori alle prese con un disturbo da raccontare attraverso la musica e le parole.
I Flic Floc ci mettono tutta la sensibilità artistica per approcciare l’argomento, e pubblicano “Pazza e Imbarazzata” per la label Cabezon Italy. Un pezzo dal lento incedere, profondo ed introspettivo ma al tempo stesso che invita alla riflessione riguardo una tematica della psiche spesso sottovalutata. Ne abbiamo parlato con Ilaria e Davide, scambiando qualche domanda a ridosso della pubblicazione del singolo.

Flic Floc – L’intervista

  • Un pezzo che è forse emblematico di quello che sembra ci siamo lasciati alle spalle. Mi riferisco alla fase 1 della quarantena e quello che ha portato. Com’è nato “Pazza e imbarazzata”?

Pazza e Imbarazzata in verità è stata concepita prima della quarantena, ma si trova molto in linea con questo periodo poiché il disturbo dissociativo trattato all’interno del testo, la derealizzazione, porta a stare in casa non per scelta, ma per necessità. Nel processo della derealizzazione la persona si sente minacciata dal mondo circostante e non si sente padrona del proprio corpo.

Solo il pensiero che questa cosa possa succedere con gli amici, i conoscenti, i parenti, ma anche con gli sconosciuti, conduce l’affetto a una condizione di panico costante e si finisce di pensare di essere, per l’appunto pazzi. L’imbarazzo che scaturisce per la paura di non essere compreso è solo una delle conseguenze.

La derealizzazione può accadere improvvisamente, mettendo l’individuo nelle condizioni di preferire l’isolamento nei propri spazi, che sembrano sicuri, ma in realtà non fanno altro che alimentare il disturbo. Stare in casa per evitare il contagio da Covid-19 è la miglior prevenzione, ma stare in casa per un tempo così prolungato può essere dannoso per il derealizzato. Ci sono soggetti che hanno poche esperienze di derealizzazione, altri che le hanno costantemente, ogni giorno, anche per anni. E non possiamo non pensare a quanta sofferenza possano provare e che, soprattutto, possano aver provato durante la quarantena.

Flic Floc

  • Come ne ha risentito il vostro processo creativo dalle restrizioni imposte dal governo?

Per quanto riguarda questa canzone, la maggior parte dell’arrangiamento è stato realizzato l’ultimo giorno prima del lockdown, perché avevamo intuito che non sarebbe stato più possibile vedersi, visto che non abitiamo sotto lo stesso tetto. E infatti così è stato: non ci siamo visti più per oltre cinquanta giorni, se non attraverso uno schermo.

Siamo comunque riusciti, a distanza, a finalizzare degli elementi fondamentali per la riuscita della canzone, registrando alcune parti vocali in seguito a ripensamenti sul testo. Ci siamo poi focalizzati sulla realizzazione del video, sfruttando il momento e producendo un qualcosa che fosse totalmente home-made. Ma forse è stato meglio così, perché certe sfumature le sa cogliere solamente l’occhio della persona che le ha vissute.

Alla fine della quarantena ci siamo trovati per girare ulteriori scene per cercare di rendere ancora meglio l’idea iniziale.

  • Cosa c’è in programma per il futuro, visto che allo stato attuale la concertistica live sembra restare ferma per un (bel) po’?

Il discorso concerti ci preoccupa relativamente: siamo abituati a vedere ogni situazione, bella o brutta che sia, come un’opportunità. Certo, non è un periodo facile per chi fa questo mestiere, ma in compenso si ha molto tempo per pensare, avere nuove idee, arricchirsi, leggere, studiare e maturare per essere pronti quando verrà il momento giusto.

 

Giandomenico Piccolo

Giornalista | Creativo | Direttore di Scè dal 2018. Collaboro con diverse testate e mi occupo di ufficio stampa e comunicazione digitale. Unico denominatore? La musica.

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