La strana primavera che sta scivolando via ha portato in dote una serie di release discografiche variegate. Nomi importanti, ma soprattutto nuove realtà che stanno provando a farsi spazio nelle preferenze d’ascolto delle persone.
Orange Combutta appartiene a questa wave di novità: il disco d’esordio “Vol.pe I” rilasciato da IRMA Records è un calderone di trip-hop sviluppato attraverso dieci pezzi caratterizzati da una visione collettiva della musica. Un bel team di artisti in combutta con Giovanni Minguzzi, la mente che ha dato forma concreta al progetto. Ne abbiamo parlato con lui in quest’intervista.
Orange Combutta
Partiamo con una domanda molto canonica che riguarda il nome del progetto: Orange Combutta è fighissimo e suona bene, ma da dove arriva questa scelta?
Grazie mille!
Ti confesso che la scelta è stata un po’ casuale (come molti dei nomi dei nostri brani). Una sera, dopo delle prove, io e Lorenzo Serasini (bassista degli Orange Combutta) eravamo andati a mangiarci una piadina a Faenza e così ci siamo messi a fare un po’ di brainstorming sul tema “Come si può chiamare ‘sto progetto?”. A un tratto lui se ne esce dicendo “«Combutta» spacca… proprio come parola”.
Mi ha trovato subito d’accordo. Orange invece è stato più ragionato.
Mi era capitato di parlare, con una persona che stimo molto, del problema della “ricerca del nome” e mi consigliò di indagare sui colori e sul loro significato. Fu così che scoprii che in psicologia, tra tutti, l’arancione è il colore della creatività e della trasformazione.
Perfetto: Orange Combutta.
Dall’idea artistica di un singolo si arriva alla forma del collettivo; questo è un passaggio secondo me fondamentale, soprattutto perché “si sente” nelle canzoni che formano l’album: a cosa è dovuta la decisione di allargare gli orizzonti in maniera così ampia?
Sostanzialmente ho un amore viscerale per tutta la musica “orchestrale” e dei grandi ensemble: Gil Evans, Duke Ellington, Charles Mingus, Maurice Ravel, Ludwig Van Beethoven, Parliament Funkadelic, Frank Zappa, James Brown, D. Angelo, per citarne alcuni.
Ritengo quasi vitale avere soluzioni e sfumature potenzialmente infinite per scrivere la mia musica e sin dall’inizio volevo costruire un progetto che unisse più colori possibili. Ho pensato alle sonorità e ai timbri che volevo mescolare, ho immaginato questa formazione inusuale, ho scritto e arrangiato i brani e poi ho contattato i membri della Combutta.
Posto questo, la scelta dei musicisti è stata facile: sono tra i migliori nel loro campo. Non potevo chiedere di meglio. Tutti i componenti del progetto non sono solo “strumentisti”, ma anche arrangiatori – orchestratori – compositori, artisti con una profonda conoscenza della musica e una forte voglia di ricercare e sperimentare. Posso fidarmi ciecamente delle loro scelte e della loro visione d’insieme nelle parti “libere”, mi stimolano a crescere e dare sempre il meglio.
Con questa impostazione, Orange Combutta arriva a pubblicare il disco “Vol.pe I”. Com’è nata la release e la collaborazione con IRMA Records?
La collaborazione con IRMA è stata in gran parte merito di Mattia Dallara. Lui aveva già collaborato con la label e in quel periodo avevano avviato i lavori con MACK. Mattia fece sentire ad Umberto Damiani (A&R e Direttore di IRMA Records) quello su cui stavamo lavorando con Orange Combutta. Il progetto piacque subito e mi contattarono da IRMA poco dopo. Ci volle poi un anno per arrivare alla release.
Nel frattempo abbiamo fatto qualche live e altre sessioni di registrazione, per collezionare tutto il materiale scritto.
Siamo arrivati al momento della produzione del disco con abbastanza brani per farne 3. Così ho semplicemente scelto quelli che potevano rappresentare un buon biglietto da visita per il progetto e siamo corsi in stampa.
C’è ancora tantissimo da sentire e già sto scrivendo nuova musica.
Tra i molti artisti coinvolti, determinante è stato l’apporto di Mattia Dallara e Michele Ducci: in alcuni passaggi del disco sento qualcosa che in passato con gli album degli M+A (che stimo moltissimo) era forse rimasto in sospeso. Che peso specifico hanno avuto queste collaborazioni per creare un mix sonoro così variegato all’interno del disco?
Un peso indiscutibile. Mattia ha giocato un ruolo fondamentale. È un produttore incredibile, esperto e di ampissime vedute, una vera risorsa per un progetto come Orange Combutta. Mi ha aiutato a concretizzare e migliorare tutte le idee che avevo messo sul tavolo e pian piano è diventato un alter ego con il quale confrontarsi per la miglior resa del prodotto finale. La matrice di Michele poi è sicuramente molto forte, lascia un’impronta ovviamente riconducibile al suo passato musicale con M+A, ma credo che sia emerso un carattere sonoro nuovo e soprattutto spontaneo.
È venuto a conoscenza del progetto grazie a Mattia (in quel periodo erano in piena session di registrazione con i Lucifour M), che gli ha chiesto di fare una parte vocale su “Zero Kappa”. La risposta è stata immediata e si sono palesate moltissime affinità artistiche. Adoro i suoi testi e le sue scelte timbriche, la vera ciliegina sulla torta.
L’Italia sta piano piano ripartendo ma è ancora tutto fermo per il mondo della concertistica. Con l’etichetta che strategie avete pensato di attuare per far viaggiare “Vol.pe I” in attesa del ritorno alla dimensione live?
Purtroppo il periodo è abbastanza grigio. Ci sono ottimi propositi per ripartire e per una ristrutturazione (da tempo necessaria) del sistema del lavoro della spettacolo, ma stiamo tutti aspettando di capire se e come ci si potrà muovere per i Live.
Con IRMA nel frattempo abbiamo deciso di sfruttare tutte le potenzialità dei vari media a disposizione, sia essendo presenti sulle piattaforme di fruizione digitale (Spotify, Apple Music, Bandcam), sia con contenuti validi sui social media (YouTube, Facebook, Instagram).
Giandomenico Piccolo