È La Rivincita l’esordio alla regia cinematografica di Leo Muscato. Il film è il terzo degli otto che vedranno la loro prima luce su Raiplay, che, in un questo particolare periodo, sta portando nelle case degli italiani delle novità inedite.
Seppure la sala è una circostanza insostituibile per gli appassionati e gli addetti ai lavori, bisogna ammettere che la figlioccia di Mamma Rai sta soppiantando in parte la mancanza. La risposta che sta ricevendo dal pubblico è, infatti, molto interessante. Soprattutto per quanto concerne il nuovo cinema d’autore italiano, spesso introvabile, se non in alcuni cinema specifici. Il risultato positivo dà buone speranze.
Dunqe, dopo la scelta della scorsa settimana ricaduta su Bar Giuseppe, arriva il turno de La Rivincita.
La materia prima, da cui il film di Muscato ha preso la sua forma, è stata quella letteraria di Michele Santeramo, divenuta – in un secondo momento – anche una messa in scena teatrale. Il racconto si poggia su esperienze realmente vissute da alcuni intervistati dallo scrittore del romanzo.
Prodotta da Altre Storie in collaborazione con Rai Cinema, la pellicola è online a partire da giovedì 4 giugno.
LA RIVINCITA | LA TRAMA
Lo scenario principale de La Rivincita è quello di Martina Franca, in provincia di Taranto. Nella cittadina di campagna, dall’aspetto e dai colori quasi apocalittici, vivono due fratelli, Sabino (Michele Venitucci) e Vincenzo (Michele Cipriani). I due soffrono la crisi economica incombente, cercando drammaticamente di sopravvivere con tutti gli sforzi possibili per arrivare a fine giornata. Ad accompagnarli in questo cammino di vita ci sono le loro mogli, rispettivamente Angela (Sara Putignano) e Maja (Deniz Ozdogan). La loro disperazione li porterà all’estremo e sarà proprio contro la “porca miseria” che avranno una loro apparente rivincita.
LA RIVINCITA CONTRO LA SOCIETÀ
La crisi economica nel mondo rurale dei personaggi principali è la vera protagonista de La Rivincita. I due, ormai disperati e senza alcun tipo di aiuto, ricorrono a soluzioni malavitose pur di racimolare denaro.
Ad esempio, vendono il sangue al mercato nero ed altre simili faccende improbabili.
Anche se la storia è ambientata nella campagna pugliese, in un tempo di proposito non definito, sembra piuttosto che si tratti di un non-luogo. Si crea empatia con i personaggi, in quanto attuali in qualsiasi contesto vengano posti.
Abbiamo davanti degli archetipi, delle metafore dell’essere umano, come sostiene il regista Leo Muscato. Uomini ordinari che lottano non per obiettivi impossibili, ma per raggiungere la normalità che, a loro dire, non possono permettersi. Hanno dei sogni semplici, condivisibili, ma non sono nelle condizioni di poterli mettere in pratica.
Sabino e Vincenzo incarnano per intero, con le loro umanità autentiche e concrete, la nuova classe disagiata. Il primo riferimento a cui si può alludere è quello che ha distinto nel corso degli anni il britannico Ken Loach, ovvero il narratore per eccellenza della working class.
Sullo schermo vengono proiettati degli uomini soli, il cui unico aiuto è quello che possono condividere tra loro. A dividere la scena e le infauste sorti ci sono due donne di carattere forte e deciso. Angela e Maja sono risolute e pronte ad interfacciarsi con qualsiasi condizione. Pur di avere un figlio o un prestito sarebbero disposte a scendere a qualsiasi sotterfugio.
E proprio quando Angela chiede a suo marito Sabino “come si fa a stare bene?”, lui, che le ammette di non sapere come si possa fare, rivela l’incapacità di affrontare il malessere. Condizione che affronta decisamente con più prontezza la sua congiunta.
Verso le ultime battute de La Rivincita gli interpreti si riuniscono sul terrazzo di casa e tra uno scambio di sguardi, tristi e malinconici, ottengono la loro rivincita. Un risultato non del tutto veritiero, ma più che altro ironico.
Un’altra rivincita, forse ancora più sentita, da parte dell’intera crew, che ha permesso la realizzazione della pellicola, è quella del mondo teatrale sul cinema. E noi, amanti di entrambe le forme d’arte, ci auguriamo che la loro potenza possa tornare presto a sorprenderci ogni giorno.
Assunta Urbano