Caldo infame, morale sotto i piedi. Il mix non è di certo tra quelli più esaltanti, scorro pigramente i social e mi ricordo che il venerdì è il giorno delle uscite discografiche: una in particolare attira la mia attenzione, c’è il nuovo singolo di Sergio Beercock.
Conoscerlo attraverso un live è stata una piacevole scoperta, approfondire le sue recenti evoluzioni, una conferma della qualità creativa che diventa tratto caratterizzante. Spontaneo, quindi, riporre aspettative in questa nuova pubblicazione, ça va sans dire. “See you arond the bend” le rispetta tutte.
Battere le mani a tempo perché battano come un unico petto anche i cuori.
Sorprendersi con un grido, quando ci scopriamo tutti di un’unica enorme razza: i Mortali.
Una manciata di parole scritte da Sergio Beercock su Facebook per presentare il nuovo brano. Sorrido perché la Sicilia sembra avere la visione più romantica, ma al tempo stesso più chiara, dell’essere umano e della sua precaria condizione di vita (e di morte). Intanto clicco play, ritrovandomi immerso in sonorità lievi ma al tempo stesso decise, muscolarità tonica che esplode in una solennità laica. Dal gospel basato sui campionati vocali prorompe l’elettronica, ed i cori che ci portano al congedo.
Ritmi analogico-digitali per una preghiera del (ri)vedersi.
Dice bene Beercock quando mette in sequenza queste semplici parole
Un’altra occasione per condividere quello che proviamo
Ed è emblematico quando invece sintetizza questi tre minuti abbondanti di musica così
Voce. Corpo. Rito.
Sul mio morale oggi avrò ancora da lavorarci, ma di sicuro ho ascoltato una bella canzone e spero prima possibile di assistere ad ulteriori sviluppi.
G.P.