Le emozioni ci rendono più esposti, e sappiamo bene quanto sia difficile trovare parole adatte ad esplicare cosa sentiamo nei momenti più delicati della nostra giornata, della nostra vita.
Lo studio del fantomatico dotto siciliano Melanio da Colìa prova a mettere ordine e rigore scientifico alle espressioni di umanità più marcate, plasmando il Trattato di Anatomia Emozionale: un compendio di spiegazioni scritte e disegnate che ricorda gli studi anatomici di Leonardo Da Vinci, tratteggiando le suggestioni di una versione altra del nostro intimo.
Dietro queste illustrazioni in bilico continuo tra scienza ed humanitas, l’estro creativo di Virginia Caldarella e Andrea Pennisi, che hanno pubblicato la seconda edizione del Trattato per Lunaria con il sigillo di M.A.L.A. (Movimento Autonomo per la Liberazione dell’Arte). Abbiamo approfondito le tematiche del volume direttamente con gli autori.
Trattato di Anatomia Emozionale
Trattato di Anatomia Emozionale è un progetto nato diversi anni fa. Qual è stata la prima scintilla che ha dato avvio a tutto?
Virginia Caldarella – La prima scintilla si è accesa in una notte solitaria nella mia casa a Bologna. Era un periodo in cui passavo diverso tempo a disegnare sul mio sketchbook e una sera, ascoltando una canzone che parlava di introspezione, ho immaginato come fosse realmente “guardarsi dentro”, prendendolo alla lettera. Da qui l’idea di una “sorta” di Leonardo Da Vinci che, sezionando corpi, trovava al loro interno farfalle, rospi e nodi.
Andrea Pennisi – Il Trattato nasce da un incontro epistolare intimo sulle tematiche delle passioni e sulle complicazioni che queste dinamiche assillano le poveri genti. Poi, per l’occasione di un invito al The Drawing Center di New York, ospiti di John Zorn, si è mutato in un progetto espositivo e performativo, fatto di parole, immagini e musiche, insieme al musicista Marco Cappelli e il poeta Denver Butson. L’entusiasmo riscosso in quella serata ci ha fatto balenare l’idea di darlo alle stampe.
C’è una forte spinta di trasversalità fra le varie forme d’arte: il Trattato si presta a diverse modalità di fruizione, quindi possiamo definirlo un’opera creativa molto moderna in tal senso?
V. – Inizialmente il Trattato è nato come progetto espositivo, successivamente ha preso forma di libro. Fin dal principio era già multiforme. Poi Andrea ha allargato in modo esponenziale le sue forme di mutazione, trasformandolo in un progetto teatrale, dando vita al “Simposio d’Anatomia Emozionale”, dove convergono tutte le arti, video, recitazione, danza, disegno e musica. Il Trattato è un’opera a 360 gradi, c’è chi addirittura ha creato delle lezioni di yoga basate sul libro!
A. – Non è solo moderna, già fin prima il Rinascimento la ricerca della Conoscenza la si applicava unendo tutte le Arti e tutte le Scienze. In omaggio a grandi Maestri luminari di tutti i tempi, manteniamo lo spirito di mischiare Arti Implausibili e Scienze Emozionali, alla ricerca dell’ ”opera” sublime.
Mi ha colpito molto nel testo di presentazione questo passaggio: “16 tavole che illustrano e descrivono i mali tipici del poeta e del sognatore”. Specialmente in una fase storica così delicata, siamo tutti un po’ più “esposti” e possiamo ritrovarci nei mali esposti nelle tavole?
V. – Le “patologie” che troviamo nel Trattato, altro non sono che le nostre emozioni, sia positive che negative. Quelle che chiunque ha provato almeno una volta nella vita. Parla di ognuno di noi, e tutti possono immedesimarsi o riconoscersi nel vari “mali” che affliggono l’uomo da sempre.
A. – Il Trattato potrebbe definirsi il racconto di una storia d’amore, raccontata attraverso i modi di dire popolari della lingua italiana, per descrivere tutti i guai e i tormenti che si attraversano affrontando le gentili faccende amorose. Pur in questi tempi aridi, chiunque espone il suo cuore al mondo, è un poeta e un sognatore. Ciascuno.
Poeti e sognatori che sicuramente confluiscono in M.A.L.A.: Movimento Autonomo per la Liberazione dell’Arte. È un nome molto evocativo, potete dirci di più?
V. – Il MALA nasce da un’idea di Andrea, acronimo di Movimento Autonomo per la Liberazione dell’Arte. È diventato il “sigillo” con il quale firmiamo le opere di Melanio Da Colìa, ma non solo. È l’idea di un collettivo artistico che si esprime per l’arte e attraverso di essa.
A. – Come artisti erranti di antica memoria, i nostri saperi e le nostre virtù le magnifichiamo nell’incontro, nello scambio, nella condivisione. Il M.A.L.A. è una magnifica congrega dove tanti Maestri di tutte le Arti si incontrano per dar vita ad atti opere magiche e dar fuoco alle emozioni. Tra queste, ispirato al Trattato, la congrega ha realizzato il Simposio d’Anatomia Emozionale, spettacolo teatrale che porta in scena le filosofiche patafische emozionali del Prof. Melanio Da Colìa.
Con una seconda, bellissima, edizione fresca di stampa, quali sono i progetti futuri per il Trattato di Anatomia Emozionale?
V. – Spero si riavrà presto la possibilità di rimettere in scena il Simposio d’Anatomia Emozionale. E forse si riuscirà anche ad “espatriare” portando il Trattato in giro per il mondo, con una versione in inglese a cui si sta lavorando proprio in questo periodo.
A. – Lunaria Edizioni è la nuova e audace editrice che ci ha accolto e che accoglierà i prossimi studi del fantomatico prof., unendo il giuoco della parola e l’arte del disegnar, formula che caratterizzerà una collana di produzioni stampate sotto il sigillo del M.A.L.A.. Il prossimo lavoro, previsto negli scaffali dal prossimo autunno, sempre con i miei scritti e le illustrazioni di Virginia, svelerà nuove formidabili verità sui dilemmi amorosi e su come uscirne fuori.
Il prof. Melanio Da Colia sembra una personalità molto interessante, che tipo è?
V. – È un personaggio illo tempore, curioso esploratore degli animi umani, del tempo e dello spazio. Si nutre di alchimia, emozioni, musica, arte e scienza. Gran conoscitore di tutto un po’, un mago dal cilindro magico, dal quale estrae sogni, paure e desideri. Beato colui che ha avuto il piacere di incontrarlo, anche solo per una volta.
A. – Il fantomatico prof. è un mentore, un erudito esperto di mal di passione, guaritore della mente e dell’anima. Sfuggente a ogni tipo di classificazione, si dice sia stato allievo di Socrate, collega di Leonardo, compagno di giochi di Giordano Bruno, compare di taverna di Jung e di ventura di Steiner e appare, da comparsa, in alcune delle prime strisce di Topolino.
Giandomenico Piccolo