Boiler Room approda su Apple Music: in arrivo un nuovo sistema per pagare i musicisti

Una delle criticità emerse negli anni dieci del 2000 riguarda sicuramente la gestione del diritto d’autore (e dei relativi compensi) in rapporto alle nuove piattaforme di fruizione della musica.

Sistemi di streaming ed ibridi audio/video hanno reso sempre più difficile individuare con efficacia il beneficiario delle royalties per poi corrisponderle. Ne è un esempio il mondo del DJing, un settore dove spesso l’esecutore finale (il disc jokey) finiva per essere premiato con maggiori compensi autoriali rispetto ai produttori ed agli autori dei brani miscelati durante il DJ-set.

 

BOILER ROOM, L’APPRODO SU APPLE MUSIC

 

Uno dei format di maggiore successo, che ha saputo cristallizzare una nicchia nutrita ma anche larghi consensi a livello mondiale è Boiler Room: il clubbing sintetizzato alla radice da uno dei termini più identificativi si è evoluto abbracciando fenomeni commerciali, mostri sacri della consolle ed esibizioni molto ricercate che hanno permesso di mettere in luce fenomeni nostrani molto interessanti.

Con l’avvento della pandemia e la necessità di monetizzare al meglio le ridottissime capacità economiche del mondo musicale (al quale è praticamente interdetto tutto il versante live), Boiler Room ha sottoscritto un accordo con Apple Music per trasportare l’intero catalogo a disposizione sulla piattaforma di streaming, a disposizione degli abbonati con conseguenti ripartizione economiche in base in base ai click degli ascoltatori.

La novità principale sta nell’individuazione di chi beneficerà del diritto d’autore: a differenza delle modalità standard, ogni musicista coinvolto nella registrazione dei brani proposti riceverà la propria percentuale a seconda del contributo profuso nel processo creativo.

Probabilmente un metodo non esente da difetti, ma un passo avanti importante verso la meritocratizzazione di una fonte di guadagno vittima di zone d’ombra e leggi approssimative.

Giornalista | Creativo | Direttore di Scè dal 2018. Collaboro con diverse testate e mi occupo di ufficio stampa e comunicazione digitale. Unico denominatore? La musica.

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