Notte della Taranta 2020: salta il festival. Concertone a porte chiuse

Il 26 giugno dalle pagine social ufficiali della Notte della Taranta arrivavano buone notizie riguardo la 23ª edizione del concertone di Melpignano. Di fronte ai dubbi e le perplessità di molti, i tarantolati avevano annunciato: “la Notte della Taranta si farà”.

Stabilita la data del grande evento (il 28 agosto) preceduta dal tradizionale festival itinerante nei luoghi della pizzica: 19 tappe, da Corigliano d’Otranto a Nardò, Castrignano di greci, Calimera, Galatina, Lecce e altri borghi in cui erano previste piccole rappresentazioni, proiezioni, interviste, laboratori e naturalmente (mini) concerti di piazza, per offrire, come ogni anno, un tour tutto in stile salentino e per prepararsi al concertone finale. Il nome del maestro concertatore dell’edizione 2020 – Paolo Buonvino – è noto da dicembre dello scorso anno.

L’entusiasmo era forte ma la realtà non sempre ci riserva sorprese positive. E infatti nell’aggiornamento del 28 Luglio viene comunicato l’annullamento del festival itinerante. Dopo 23 anni, dunque, il concertone ci sarà in una modalità mai vista prima: a porte chiuse. Gli amanti della taranta non potranno scatenarsi a ritmo di pizzica in piazza. Un’energia che mancherà sicuramente anche agli artisti sul palco. Ci si dovrà accontentare di seguirlo in seconda serata su Rai 2, a partire dalle ore 22:50.

Una situazione d’altronde prevedibile, dal momento che è sempre vivo il nemico Covid con cui fare i conti. Non sono bastati le nuove norme per la sicurezza previste e la voglia di ripartire. Il festival itinerante è rinviato a tempi migliori. Un’occasione persa in quanto per le cittadine pugliesi costituisce un momento in cui risvegliarsi e mostrare al mondo le loro bellezze. Un duro colpo al turismo, ma non bisogna disperare:  Il contagio della pizzica è difficile da fermare.

La taranta come prodotto Made in Italy nel mondo

La taranta e i salentini, tuttavia, sono riusciti comunque ad attirare l’attenzione su di sé con la storica sfilata Dior, tenutasi il 22 luglio a Lecce, in Piazza Duomo. Luminarie, musica e danze tradizionali hanno fatto da coreografia e colonna sonora alla sfilata di Maria Grazia Chiuri.

Grazie a Maria Grazia Chiuri, direttore creativo Dior. La donna che ha creduto nella meraviglia della cultura popolare e nell’eccellenza della fondazione La notte della taranta”.

Questi i ringraziamenti degli organizzatori per aver scelto il Salento come palcoscenico per la collezione Cruise 2021. Un evento al quale non è mancata l’influencer Chiara Ferragni che attraverso i social ha contribuito non poco a pubblicizzare l’evento. Tutto ciò dimostra come la cultura salentina sia arrivata ad un pubblico molto vasto, motivo per cui può essere certo definita “un’eccellenza nel mondo”.

La pizzica è a tutti gli effetti un prodotto Made in Italy, esportato a livello internazionale.

Merito sicuramente di chi l’ha saputa valorizzare, ma prima ancora di chi l’ha tramandata alle generazioni successive.

Sangue salentino che scorre con orgoglio da secoli nelle vene di gli artisti, musicisti, tamburellisti, cantanti, ballerine e ballerini. È soprattutto grazie al loro apporto se il contagio della pizzica, con i suoi ritmi travolgenti, è arrivato fino a noi.

Per ricordare alcuni dei nomi protagonisti indiscussi del concertone, azzeccatissima è la descrizione che ne fa Carmen Consoli,  maestro concertatore nel 2016. Lì presentò così : Ninfa Giannuzzi, la voce carnale; Stefania Morciano, la voce intellettuale; Antonio Amato, la voce della natura; Alessandra Caiuolo, un usignolo; Antonio Castrignanò, il Bob Dylan del Salento; Alessia Tondo, la voce intensa; Giancarlo Paglialunga, voce di incanto; Enza Pagliara, una stratocaster hendrixiana.

Descrizioni che mettono in luce l’anima di questo festival. 

Alcuni di quei nomi, come Alessia Tondo e Giancarlo Paglialunga, insieme a Mauro Durante, Emanuele Licci, Silvia Perrone, Giulio Bianco e Massimiliano Morabito, costituiscono il famoso gruppo pugliese “Canzoniere Grecanico Salentino”, che reinterpreta, in chiave moderna, le tradizioni popolari salentine. Anche loro sono esempio di rappresentazione del Made in Italy nel mondo. Innumerevoli sono stati gli spettacoli tra Stati Uniti, Canada, Europa e Medio Oriente.

La copertina del loro album del 2017, con cui hanno girato in tour per l’ America e non solo, la dice lunga sul loro stile.

La Notte della taranta

La passata di pomodoro dentro una bottiglia di vetro di Coca-Cola: una contaminazione di elementi tra l’Italia e il resto del mondo.

 

La pizzica. Molto più di un ballo

Tutti sappiamo che la pizzica è un ballo legato alla tradizione popolare del Salento.

Non tutti sanno, però, come nasce. Essa ha radici molto antiche, sulla sua tradizione è stato consumato tanto inchiostro nelle pagine di studi letterari, sociologici, mitologici e naturalmente antropologici. Ernesto de Martino è il nome più famoso a cui si associano gli studi sul ‘tarantismo’, fenomeno che analizzò e documentò nel suo saggio “La terra del rimorso” (1961) .

Il termine ‘tarantismo’ viene appunto da ‘taranta’ o ‘tarantola’. Proprio lui, l’animale dal morso velenoso (nello specifico gli studi hanno identificato la specie Lycosa Tarentula, molto diffusa nelle zone del mediterraneo), che durante i mesi estivi faceva molte vittime. In particolare, durante il periodo della mietitura del grano, soprattutto le donne, solite a lavorare nei campi anche a pedi nudi, venivano spesso pizzicate dalla taranta. Le conseguenze del morso erano spesso letali e si manifestavano con sintomi molto forti: dal forte dolore si passava a episodi di delirio , affaticamento, depressione. Per di più si perdeva lo stato di coscienza.

 

Tarantismo. Cosa c’entra con la danza?

Qui entra in gioco il tarantismo, che indica sia la malattia che la pratica curativa di musicoterapia. Infatti, per sostenere e sopportare le vittime della taranta, in preda al delirio, si accompagnavano canti a suoni di tamburelli tipici della pizzica. Una vera e propria cerimonia rituale durante la quale la vittima continuava ad agitarsi a ritmo di musica, facendosi trascinare in una “danza” estatica e frenetica, entrando in una sorta di stato di trans, fino allo sfinimento.  

Si può dire quindi che la pizzica nasce come una danza curativa. Ma è facile intuire che non può, e non poteva, essere riconosciuta dalla medicina. Piuttosto si trattava di una pratica di tipo magico-religiosa a carattere superstizioso. Si spiega qui il ruolo di ‘Santu Paulo de le tarante’, citato nelle canzoni salentine, ritenuto il santo protettore di coloro che sono stati “pizzicati” da un animale velenoso.

La chiesa ha voluto avere la sua influenza anche su questo, ma le origini della pratica sono addirittura associate anche ai culti dionisiaci, comuni nell’area del Salento. Non a caso il Salento è una realtà con una forte influenza greca. Ciò lo dimostra la presenza della comunità linguistica detta grecìa salentina, e spiega la serenata grica con cui si chiude sempre il Concertone della Taranta, kali nifta (buona notte), ritenuta patrimonio della tradizione orale.

Il fenomeno è molto complesso e meriterebbe un approfondimento. La cosa che ci interessa vedere è come da questa tradizione sia nato un genere a cui si associa, per l’ appunto, una danza folk tradizionale.

Il 24 agosto 1998 è la data della prima edizione de La Notte della Taranta, che nasce con l’idea di valorizzare per l’appunto la tradizione musicale salentina. Allo stesso tempo si è voluto creare una contaminazione con alti generi, e non a caso sul palco da sempre passano i più svariati artisti. Nei panni di maestri concertatori, ricordiamo, per esempio, Ludovico Einaudi, Goran Bregović, Mauro Pagani, Carmen Consoli, così come ospiti tipo Caparezza, Max Gazzè, Franco Battiato, Enzo Avitabile, Clementino, Nada, Buena vista Social Club, Lisa Ficher, Suzanne Vega, Yael Deckelbaum. Artisti italiani e internazionali che si adattano al contesto salentino inserendo un pizzico del loro stile e dei loro ritmi. 

 

La Notte della taranta

La Notte della taranta – ph Bruno Sergio

 

Un aspetto che non passa inosservato della pizzica e della sua storia è la centralità della figura femminile. Tante sono le donne che da anni solcano il palco de La Notte della Taranta. Ballerine sinuose e voci inconfondibili.

È la donna la vera protagonista della pizzica, sensuale e portatrice di energia. L’uomo è un suo ornamento e la segue a ritmo.

Insomma dietro la notte della taranta c’è tanto da raccontare e sono messe in gioco tanti aspetti, culturali, storici, sociali. Della pizzica dovremmo andarne tutti fieri perché esprime non solo l’identità del popolo salentino e pugliese, ma di un’Italia intera che, seppur nelle sue manifestazioni variegate e differenziate in base ai luoghi, ha in sé radici popolari. La notte della taranta rappresenta l’ esempio di come le tradizioni e le radici dei nostri popoli, se coltivate bene, possono continuare a portare frutti e ricchezza.

È vero, la 23ª edizione non ci sarà, almeno non come si sperava, e il ritmo della pizzica non potrà sollevarci di morale con la sua energia curativa. Ma non c’è da farne un dramma. Non basta questo per fermare il contagio di una danza “che ha a che fare col veleno” .

 

Claudia Avena

 

 

Foto: Le immagini presenti in questo articolo sono di Fabio Serino e Bruno Sergio, pubblicate nella sezione media del sito ufficiale La notte della Taranta – Tutti i diritti riservati

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