Cantare la paternità è un’esperienza personale ed unica nel suo genere. Francamente, tutto quello che riguarda mettere al mondo dei figli è anche un atto di grande coraggio visti i recenti chiari di luna.
Andrea Laszlo De Simone spezza il silenzio del post-lockdown con la pubblicazione, avvenuta alcuni giorni fa, di un nuovo singolo intitolato “Dal giorno in cui sei nato tu“, per la fedelissima label 42Records.
Andrea Laszlo De Simone, La speranza del canto all’Italiana
Questo brano rappresenta la naturale prosecuzione del percorso che l’anno scorso è stato sublimato dalla suite “Immensità“. Un prodotto discografico elevato ed etereo, al punto tale da risultare quasi atemporale ed in pieno contrasto con i crismi della musica moderna. I tempi di questa composizione hanno trovato anche una fortunata trasposizione in prodotto audiovisivo, mostrando il potenziale che questa opera creativa aveva in termini transmediali.
Dopo un anno, Andrea Laszlo De Simone di certo non rinnega quanto pubblicato, ma prende una direzione che si può definire quasi esemplare con la poc’anzi citata “Dal giorno in cui sei nato tu”. Una canzone che in meno di cinque minuti ha tutto: groove ritmico con la batteria in uptempo che ricorda un cantautorato americano di stampo soul (Michael Kiwanuka su tutti), sezioni di fiati e di archi, una progressione di pianoforte ostinata, un cantato rarefatto che si prodiga in versi da amor vincit omnia del calibro.
E dentro al cuore un amore vero
Grande più del cielo
Stucchevole? Assolutamente no.
Sta tutto nel risultare credibili ed avere un certo stile, anche quando si canta l’amore con le parole più semplici: in questo, il cantautore piemontese dimostra di essere forse l’unico artista attualmente in attività a poter rinverdire i fasti del Belcanto all’italiana. Quello buono, fatto di facce più pulite dei sentimenti narrati, in questo caso caratterizzato da una faccia sporca che nasconde un cuore quasi sicuramente placcato d’oro.
Andrea Laszlo De Simone è così, profondo ed in costante equilibrio tra intimismo ed universalità. Sta continuando a tracciare una parabola artistica importante, facendo confluire universi distanti come il canto leggero e la psichedelia. Senza la citazione obbligata ai Tame Impala, per fortuna.
Andrea Laszlo De Simone live all’Angelo Mai: un sogno ad occhi chiusi