La vita straordinaria di David Copperfield, il nuovo film di Armando Iannucci

È disponibile dal 16 ottobre nelle sale cinematografiche italiane La vita straordinaria di David Copperfield, il nuovo splendido gioiellino scritto e diretto da Armando Iannucci. Il regista scozzese, reduce dal successo della pellicola precedente del 2017 – Morto Stalin, se ne fa un altro -, ha saputo bene come tenere stretta a sé l’attenzione degli spettatori.

Il film, basato sullo storico romanzo David Copperfield dello scrittore Charles Dickens, vede nei panni del protagonista Dev Patel. L’attore nel corso della sua carriera ci ha regalato delle interpretazioni stellari, come l’esordio sul grande schermo nel 2008 con The Millionaire di Danny Boyle oppure con Lion – La strada verso casa del 2016 diretto da Garth Davis. E pensare che tutto è partito con la serie televisiva Skins nel 2006.

Accanto al britannico troviamo altri illustri personaggi, tra cui Tilda Swinton e Hugh Laurie, rispettivamente nei ruoli di Betsey Trotwood e Mr. Dick.

LA VITA STRAORDINARIA DI DAVID COPPERFIELD | TRAMA

 

La vita di David Copperfield è a dir poco squattrinata. Il fanciullino nasce dall’amore di sua madre e suo padre, ma purtroppo quest’ultimo scompare qualche mese dopo la sua nascita. La perdita porta al seguente arrivo di un severo e austero patrigno. Il piccolo sarà costretto a trasferirsi nella grande e spaventosa Londra per lavorare in una fabbrica di bottiglie, da bambino sottopagato. Si ritroverà sballottato da una casa all’altra, a partire dal ladruncolo Mr. Micawber (Peter Capaldi), poi da sua zia Betsey Trotwood (Tilda Swinton) e dallo strambo coinquilino, Mr. Dick (Hugh Laurie). Fino al college, in cui farà la conoscenza del povero e maligno Uriah Heep (Ben Whishaw), contrapposto al depresso e agiato James Steerforth (Aneurin Barnard).

Insomma, la storia di Davey, Daisy, Trotwood, o comunque il protagonista sia stato chiamato nelle due ore di film, si divide tra incontri, sfortune continue, perdite e riconquiste di denaro ed improvvisi lampi di genio. Un racconto troppo surreale per poter essere ritenuto vero, ma troppo verosimile e condivisibile per non poter essere rapportato alle nostre vite.

TRATTO DA UNA STORIA DI CHARLES DICKENS

 

 

Come già anticipato in apertura, La vita straordinaria di David Copperfield è tratto da un’opera di Charles Dickens, l’ottava nella carriera dello scrittore, pubblicata tra il 1849 ed il 1850.

Il film segue fedelmente il romanzo e i capitoli sono ben distinti l’uno dall’altro dal protagonista che li mette letteralmente per iscritto, con lo scopo di distinguere i momenti salienti del suo bizzarro percorso personale. Tra l’altro, molti critici hanno considerato il racconto una sorta di autobiografia – ovviamente fiabesca – dello stesso scrittore britannico ottocentesco.

Nonostante nel corso degli anni ci siano state numerosissime rappresentazioni sia cinematografiche che teatrali di David Copperfield, questa versione di Armando Iannucci è da classificare come una delle più valide. Il regista è stato in grado di rappresentare alla perfezione la rivoluzione industriale, che ha portato nel XIX secolo ad un enorme divario sociale tra grandi e medi borghesi, opposti alla povertà dilagante del resto degli abitanti delle città.

Siamo abituati ad una Londra grigia nelle precedenti raffigurazioni dello stesso genere dell’epoca. Qui, invece, la scenografa Cristina Casali ha riservato un’immagine più colorita e solare. Elogi vanno anche agli sceneggiatori, Simon Blackwell e lo stesso Armando Iannucci, capaci di lasciare intatta l’ironia di Dickens nel descrivere la tragicommedia, permettendo allo spettatore di entrare al massimo nel vivo delle scene.

Non dimentichiamoci del cast. La selezione degli attori è stata minuziosa e la scelta non poteva essere più azzeccata di così. Una Tilda Swinton eccellente in ogni abito, un insolito Hugh Laurie e un Dev Patel che si riconferma ancora una volta come uno dei migliori interpreti del panorama cinematografico contemporaneo.

 

“E i cattivi non sono cattivi, davvero,
e i nemici non sono nemici, davvero
ma anche i buoni non sono buoni, davvero”

  

Un di certo non inosservato Niccolò Contessa dieci anni fa in Wes Anderson cantava così dei personaggi tipici dei film del regista de I Tenenbaums. Questa stessa caratteristica descritta nella citazione è al centro della narrazione de La vita straordinaria di David Copperfield.

C’è un’evoluzione inaspettata dei personaggi, soprattutto per chi non ha sfogliato le pagine del libro e si approccia per la prima volta alla storia. Inizialmente lo spettatore crea empatia con Uriah Heep, perché lo ritiene il poverello che non potrà mai fare la sua scalata sociale. Così come, invece, si sente “costretto” ad odiare James Steerforth, il fortunatissimo che ottiene sempre ciò che desidera.

Sebbene questi due non siano l’uno l’antagonista dell’altro, sono i due che ribaltano del tutto le aspettative del pubblico. Il povero non è necessariamente il buono e soprattutto il ricco non è obbligatoriamente il cattivo. E i soldi non gli danno per nulla la felicità.

L’ultimo messaggio, come un consiglio, un abbraccio, di un amico su come affrontare i nostri giorni, ce lo dà lo stesso Copperfield verso gli ultimi minuti di visione:

“Non ti preoccupare,
te la caverai
e che viaggio straordinario sarà!”

La vita straordinaria di David Copperfield

L’ESIGENZA DI RACCONTARE

La vita straordinaria di David Copperfield è una fiaba realistica che rappresenta tutti gli stati emotivi dell’essere umano nel corso della sua esistenza.

Il protagonista è da esempio perché riesce a non lasciarsi abbattere dalle circostanze e non si dà mai per vinto. Allo stesso tempo, dimostra di essere riconoscente sempre verso chiunque gli abbia offerto un aiuto. Non sono però solo i suoi alti valori morali o la sua storia il motivo per cui ci siamo appassionati a ciò che aveva da dirci.

Il tutto è accaduto poiché ci ha trasmesso la sua ossessiva esigenza di scrivere, di mettere nero su bianco i pensieri, in modo da renderli indelebili ed ovviamente anche immortali. Una caratteristica che colpisce immediatamente chiunque condivida la stessa ambizione. Lo vediamo segnare su fogli volanti qualsiasi cosa gli resti impresso e ritenga degno di nota. La colla che lega e tiene in vita l’intera pellicola.

Un racconto nel racconto, un racconto del racconto, la passione per la scrittura, perché verba volant, scripta manent.

Assunta Urbano

Assunta vive a Roma ed è laureata in Lingue, Culture, Letterature,Traduzione presso La Sapienza. È una divoratrice di musica (specialmente britpop anni ’90) ed un'assidua frequentatrice di concerti. Ama i film tragicomici, legge libri classici, viaggia per il mondo, ma soprattutto mangia tanta tanta pizza.

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