The Rossellinis, il racconto della famiglia di un genio

Quanto pesa dover portare per tutta la vita un cognome più grande di te? Questo il quesito su cui si basa The Rossellinis, il documentario.

Il racconto prende il via da Alessandro Rossellini – primo nipote del regista Roberto Rossellini, figlio del primogenito Renzo Rossellini – cimentatosi alla macchina da presa. Sotto i riflettori non vengono messi i successi cinematografici del capofamiglia e dei suoi “successori”, ma gli animi, le perplessità che si aggirano intorno ad un cognome.

Il cinquantacinquenne vive con angoscia quel cognome che porta con sé da tutta la vita, così tanto da definire la sua come una “malattia”, chiamata “Rossellinite”. Questa sua scoperta è centrale nella narrazione e diventa una sorta di ricerca interiore grazie all’aiuto di coloro che condividono la sua stessa sorte. Per l’appunto, The Rossellinis.

Ripercorriamo in un’ora e mezza di visione la storia di una famiglia che ha segnato il secolo scorso ed inconsciamente anche il nostro attuale presente. Il tutto attraverso immagini di repertorio, interviste inedite e confessioni personali.

 

ROBERTO ROSSELLINI, IL GENIO 

 

Sceneggiatore, produttore, ma soprattutto regista. Roberto Rossellini è uno dei personaggi che più ha dato luce al nostro Paese portandolo in giro per il mondo. Dai suoi colleghi è stato considerato come un vero Maestro, un esempio da seguire, non senza un pizzico di invidia nei suoi confronti.

Il romano è uno dei massimi esponenti della corrente cinematografica italiana nota come Neorealismo. La sua pellicola Roma città aperta del 1945 è da sempre considerata come un manifesto del Movimento stesso. Questo perché non solo riporta fedelmente la realtà dei fatti, ma soprattutto perché la maggior parte delle scene vengono girate in piazza, all’aperto, senza set cinematografici costruiti.

È diventata parte della memoria collettiva la scena del film che l’ha reso celebre, in cui Pina (interpretata da Anna Magnani) corre urlando a squarciagola verso il camion che sta portando via suo marito Francesco (Francesco Grandjacquet), catturato dai soldati tedeschi.

In The Rossellinis è ricordato il regista, ma al centro della descrizione c’è l’uomo, il padre, il nonno. Un individuo visto con occhi diversi dall’artista e dal genio. Innamorato delle donne, tanto da averne sposate tre e amate molte di più. Un capofamiglia severo, con un’idea particolare degli affetti personali.

The Rossellinis

THE ROSSELLINIS, STORIA DI UNA FAMIGLIA

 

 

La famiglia è il nucleo di persone che vivono nella stessa abitazione condividendo legami di parentela o affinità. I Rossellini sono un caso a parte e anche questo li rende affascinanti. Roberto Rossellini ha avuto tre mogli nel corso della sua vita e i figli nati dalle donne hanno condiviso lo stesso tetto, creando una realtà multietnica e multiculturale.

Nel 1936 il regista si unisce in matrimonio con Marcella de Marchis, scenografa e costumista, da cui nasce il primogenito Renzo. Dodici anni dopo riceve una lettera da una sua ammiratrice molto conosciuta. È l’affascinante attrice Ingrid Bergman, una delle donne più belle di tutti i tempi. L’amore tra i due nasce ben presto. E dal loro connubio, al centro degli scandali e dei gossip del tempo, nascono prima Robertino e poi le due gemelle diversissime fra loro Isabella e Isotta.

Il loro vincolo, invidiabile all’esterno, termina nel 1957, quando Roberto Rossellini entra in contatto con Sonali Das Gupta, di cui adotta il figlio Gil, e con cui dà alla luce Raffaella.

Alessandro Rossellini si posiziona in questo albero genealogico come figlio di Renzo e della ballerina Katherine L. O’Brien.

Nel corso degli anni ci sono stati, ovviamente, sempre nuovi Rossellini, ma è su quelli poc’anzi citati che si sofferma il regista e non è una scelta casuale. Tutti hanno condiviso insieme l’ultimo giorno sulla Terra del capofamiglia, presenziando insieme al funerale del genio.

Ed è dal 3 giugno del 1977 che Alessandro dà il via al racconto, concentrandosi su ogni personaggio che sarà poi messo “sotto torchio”, tramite le sue personali interviste.

Stranamente non tutti i componenti della famiglia hanno intrapreso la carriera artistica. Anzi, l’esatto opposto. Renzo ha seguito le orme del padre, affiancandolo inizialmente come spalla, per poi proseguire in alcuni progetti “da solista” anche a livello di produzione. Come lui anche Isabella, la più famosa tra The Rossellinis, è diventata una famosa attrice e, ora ex, modella. La donna incarna alla perfezione le personalità dei suoi due genitori. Gil, tristemente scomparso nel 2008, è stato il più Rossellini di tutti e ha portato sempre alta la sua discendenza nelle produzioni cinematografiche.

A differenza dei precedenti, invece, Robertino si è isolato dallo showbiz, Raffaella vive a Dubai da musulmana, e Isotta è una critica letteraria e insegnante universitaria negli Stati Uniti.

E Alessandro Rossellini?

 

LA “ROSSELLINITE”

 

 

Dopo anni di eccessi, abusi di sostanze stupefacenti e una vita spericolata, il non più piccoletto della famiglia Alessandro Rossellini deve fare i conti con se stesso. Così ammette davanti alle telecamere di portare un grande peso. A differenza dei suoi parenti non si sente degno del suo cognome, non si sente parte di quella genialità e con The Rossellinis offre agli spettatori un viaggio all’interno della sua psiche e quella dei suoi affetti cari.

Il racconto è autentico, perché riesce ad inglobare più punti di vista, in maggior parte diversi dal suo. La malattia da cui dice di essere affetto è chiamata da lui “Rossellinite” e concerne proprio ciò che lo perseguita come un’ombra fin dalla nascita. Nel corso del suo viaggio introspettivo scoprirà però che, seppure tutti hanno degli scheletri nell’armadio, nessuno soffre della sua stessa patologia. I suoi cari sentono l’influenza che il padre ha esercitato su di loro, ma non in modo necessariamente negativo. La famiglia Rossellini attrae lo spettatore proprio per la sua eterogeneità.

In conclusione a questo flusso di coscienza e al viaggio interiore ed esteriore tra Roma, New York e altre splendide location, il regista di The Rossellinis si sente rinato e sa di poter contare sui suoi cari.

La visione del documentario appassiona il pubblico e permette di entrare metaforicamente in una realtà mostrata di rado sullo schermo.

Nessuno dei discendenti può reggere il confronto con il mito, ma ciascuno dimostra ogni giorno come questo sia da ritenere piuttosto una enorme fortuna. D’altronde, chi non vorrebbe essere un Rossellini?

Assunta Urbano

Assunta vive a Roma ed è laureata in Lingue, Culture, Letterature,Traduzione presso La Sapienza. È una divoratrice di musica (specialmente britpop anni ’90) ed un'assidua frequentatrice di concerti. Ama i film tragicomici, legge libri classici, viaggia per il mondo, ma soprattutto mangia tanta tanta pizza.

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