Claver Gold torna a raccontarsi nel nuovo album “La Maggior Parte”

Dal 30 ottobre 2020 è disponibile l’ultima fatica di Claver Gold, lo storico rapper marchigiano di Mr. Nessuno (2013) e di Melograno (2015), il cui successo ha preso forma a partire dalla vittoria di contest importanti come “Tecniche perfette” e dai ferventi ambienti artistici di Bologna.

La Maggior parte è il titolo dell’ultima uscita, che giunge a distanza di alcuni mesi da Infernvm.

L’album sembra configurarsi come un raccoglitore di vecchie foto, una galleria composta da tutti quelli che sono stati, negli anni, i più grandi successi di Claver Gold. Una scelta particolare, dovuta anche al fatto che sulle piattaforme digitali non sono più presenti i suoi vecchi album.

Claver in questo lavoro ci offre la possibilità di andare a conoscere o rivivere alcuni tasselli simbolici della sua carriera. Insomma, una seconda occasione di avvicinarsi ad uno degli artisti più profondi e autentici del rap italiano.

 

Claver Gold – La Maggior parte

 

La raccolta presenta diciassette tracce, di cui solo una inedita, la title track “La Maggior parte”, con la quale Claver ci indirizza apertamente verso il suo intento: raccontare sé stesso.

Meglio: raccontare ‘la maggior parte’ di sé stesso, citando anche il suo rapporto, nel bene e nel male, con il resto della scena musicale rap, nonché con gli amici di una vita.

Ecco allora che dal primo all’ultimo brano veniamo risucchiati da una scrittura tipicamente introspettiva e ossimorica, dove fango e neve convivono negli stessi versi. Così come il fuoco e il ghiaccio, la magia e l’apatia, l’amore e la morte. L’amore del resto, vissuto nel suo estremo più melanconico e doloroso, ha sempre occupato un posto privilegiato nello schema poetico di Gold.

Penso a Lady Snowblood (dai suoni esotici ed originali) e Anestesia emozionale (in collaborazione con Sandro): canzoni che ci proiettano in sfaccettature diverse del sentimento e della passione, seppur con lo stesso ardore.

In generale, l’atmosfera evocata dall’album non può che essere quella della nostalgia. I testi stessi pullulano di vocaboli dedicati al senso del passato: gli amici di un tempo, l’eterna passione per la scrittura, i primi amori, le vecchie promesse, gli errori e i compromessi fatti.

Un bagaglio pesante che ognuno di noi potrebbe declinare con i propri ricordi. D’altro canto, il segreto di Claver Gold è questo: una scrittura che si mostra universale, pur essendo specifica, intima e solitaria allo stesso tempo.

 

Brani come Il Cielo si ingrigisce, Anima nera Soffio di lucidità sono pietre miliari della poetica del rapper ascolano. Ed ecco che un passato all’apparenza cicatrizzato resuscita, si fa attuale, non solo nel senso dei testi, ma anche nelle sonorità. Per l’occasione, infatti, i brani sono stati rivisitati, migliorati nel mixaggio, resi più limpidi e galoppanti, dando vita ad un filo rosso che tenesse assieme passato e presente, con qualche novità di stile e con nuove collaborazioni. Sono presenti infatti nomi quali Federica Sciamanna, Murubutu, File Toy.

Insomma, siamo di fronte ad un vero e proprio baule prezioso tirato fuori dal soffitto che Claver Gold ha saputo spolverare magistralmente, dimostrandoci come la buona scrittura sia dura a morire.

 

Alessia Santoro

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