È venuto a mancare in serata Stefano D’Orazio, il batterista che ha militato per oltre quarant’anni nei Pooh. Aveva 72 anni, ad annunciare la morte è stato Bobo Craxi via Twitter.
Stefano amico mio. Suona e scrivi anche lassù.
Ciao! pic.twitter.com/udvb6uv7K5— Bobo Craxi (@bobocraxi) November 6, 2020
Il panorama artistico italiano è quindi costretto ad incassare un’altra scomparsa illustre, a pochi giorni da quella di Gigi Proietti e dall’infausta, quanto inaspettata, dipartita del giovane cantautore Nebbiolo.
Stefano D’Orazio, le tappe della sua carriera
L’artista romano, dai trascorsi giovanili caratterizzati dalle esperienze in complessi musicali beat e lavori saltuari come comparsa cinematografica e musicista per colonne sonore (tra queste figurano anche i commenti sonori per lo spettacolo “Osram” di Carmelo Bene), è diventato membro ufficiale dei Pooh nel 1971, sostituendo il precedente batterista Valerio Negrini.
Cinque anni dopo la prima performance quale cantante solista con la band: accade con “Fare, sfare, dire, indovinare”, inclusa nell’album Poohlover. Nel corso di molteplici decenni, D’Orazio animerà i ritmi di 25 studio album dei Pooh, di otto long play dal vivo ed innumerevoli raccolte ed episodi discografici sparsi.
Percorsi collettivi, e non solo, nel 1975 Stefano D’Orazio ha firmato gli undici brani del disco d’esordio di Alice, e nel 1986 porta alla vittoria di Sanremo Nuove Proposte l’emergente Lena Biolcati, con “Grande grande amore”.
Nel 2010 si dedica con successo alla scrittura per musical, curando i testi in italiano di “Mamma Mia” su richiesta degli ABBA e pubblicando “Aladin – Il musical”.
Negli ultimi anni, ha anche pubblicato due romanzi mentre il più recente lascito discografico è riferito al testo di “Rinascerò rinascerai”, brano interpretato da Roby Facchinetti ed il cui intento benefico si è evoluto in gara di solidarietà per le vittime del Covid.
Stefano D’Orazio non aveva figli, lascia la moglie Tiziana Giardoni, sposata nel 2017 con rito civile dopo una convivenza decennale.