“Non C’è” Edoardo Bennato migliore, oggi, per questo disco

Si intitola Non C’è l’ultima fatica discografica di Edoardo Bennato. Pubblicato il 20 Novembre, anticipato formalmente dall’omonimo singolo, l’album è un misto tra richiami dal passato e nuove produzioni. Formula già rodata da parte del cantante napoletano. Stavolta la scelta delle canzoni è strettamente correlata al concetto di rinnovata attualità dei testi scritti illo tempore. Soprattutto in funzione degli otto inediti (un paio non proprio tali, ma tant’è) che diventano uno scorcio in pieno stile bennatiano sul presente e, con un pizzico di fantasia, anche sul prossimo avvenire, restando fedele alla peculiarità di “fruizione futuribile” che da sempre caratterizza le opere dell’autore de Il Gatto e La Volpe.

Non sono solo canzonette.

Edoardo Bennato ce le suona (e se le canta) ad ogni tornata.

 

Il fattore visivo di Non C’è non è affatto trascurabile. La copertina rappresenta un quotidiano immaginario, ma verosimile, dove i titoli dei brani troneggiano tra le colonne di prima pagina divenendo articoli a loro volta. In un mondo dominato dall’informazione – oggi sicuramente molto cambiata nella forma (ma anche nei contenuti) in riferimento al concetto canonico di “quotidiano” – cosa più di un giornale riesce a richiamare un certo tono di autorità? Edoardo Bennato è lì, col suo bel faccione in primo piano, e a modo suo solletica con proverbiale insolenza le intenzioni suggerite. A posteriori anticipo che ci è riuscito, ma il come lo vedremo poco più avanti.

Edoardo Bennato

L’impronta visiva è dunque costruita per indicare quanto dal passato dell’autore resta ancora incredibilmente attuale, mettendo da parte per un momento il talento del rocker chitarra e armonica nel riuscire a sintetizzare tematiche senza tempo, la cosa dovrebbe lasciarci tutti parecchio perplessi. Le nuove produzioni fanno dunque da approfondimento a quanto di estemporaneo già trattato.

Cosa Non C’è negli otto inediti di Edoardo Bennato?

 

Tutte le canzoni sono state risuonate per renderle coerenti con il clima delle più recenti proposte e dare omogeneità al disco.

Non C’è contiene otto inediti. In ordine sparso: Non C’è, Geniale, La Bella Addormentata, Il Mistero Della Pubblica Istruzione, Signore e Signori, Maskerate, L’Uomo Nero (feat. Clementino) e La Realtà Non Può Essere Questa. Le ultime due rispettivamente riprese da una vecchia composizione di Edoardo Bennato risalente al periodo tra L’Uomo Occidentale e Le Vie Del Rock Sono Infinite; mentre la seconda è stata presentata in coppia col fratello Eugenio durante il primo periodo di lockdown causato dalla pandemia da Covid-19 a supporto di una raccolta fondi per l’azienda sanitaria “Ospedali dei Colli” di Napoli. Per dovere di cronaca li citiamo: Monaldi, C.T.O. e il celebre Cotugno, presidio e riferimento regionale per le malattie infettive.

Apre le danze la titletrack Non C’è, che segue i passi di un giovane artista costretto ad esibirsi per strada dalla negligenza di un mondo che nemmeno si accorge di lui. Nel video lo fa proprio di fronte a un grande e bellissimo teatro dedicato ai “talent”. I meno giovani, che conoscono alcuni retroscena della vita di Edoardo Bennato, sapranno riconoscere lo stesso cantante quando, dopo una delle tante delusioni arrivate dai colletti bianchi delle case discografiche, prese a suonare nelle piazze per dimostrare che un commento negativo, di chissà chi in RAI, non valesse quanto il feedback genuino del pubblico vero, in carne e ossa, che si poteva raggiungere per strada. Difatti, il protagonista del video, verrà ben presto notato e accolto.

La metafora è chiara: in una società che ha sviluppato potenti radar per captare “fenomeni” e non talenti, un animo artistico diventa un borderline, indegno di determinate attenzioni. Poi magari qualcosa cambia e forse una piccola soddisfazione arriva comunque. Ma quanto è amara.

A cosa si riferisca esattamente Bennato in La Bella Addormentata è quasi impossibile da identificare, anche se, da partenopeo, un sito (trasversalmente e ideologicamente collegato ad un altro in Puglia) a cui legare il pensiero di fantasia mi sovviene. Ma siamo comunque nel campo delle ipotesi. La canzone dai connotati più Pop e radiofonica della selezione offre di per sé diversi spunti sui quali ognuno può costruire la propria visione. Anche per Non C’è l’autore non ha dato “spiegazioni” di sorta. Il disco si assimila in modo del tutto personale.

Il Mistero Della Pubblica Istruzione pompa Rock and Roll da tutti i pori. Il messaggio è invece improntato sulla surreale condizione che prevede la “sapienza” (lo studio, la cultura, la conoscenza) come generatrice di mostri. Quando per sua stessa natura dovrebbe ergere l’individuo su orizzonti nobili, di compassione e ricerca del buono. Questo diventa dunque il mistero raccontato, oggi come ieri, dove il non sapiente è addirittura costretto a rattoppare le ingerenze dello “studiato”. Ossimoro? Eh, a ‘sto giro mi sa proprio di no.

Geniale vira sul personale, mentre L’uomo Nero sfoggia una rinnovata veste sonora molto rock anni settanta, ma potendo contare su un’arma in più: il Rap verace di Clementino. La canzone pone l’accento sull’assurda connotazione razzista della società che nel 2020 siamo ancora forzati a sopportare, come un tanfo orrido. L’uomo nero ci verrà a cercare, ma è davvero nero questo uomo malvagio? Domande retoriche prevedono risposte intelligenti.

Il ritmo incalzante di Maskerate fa musicalmente il paio con Signore e Signori. Diversificandosi per finalità precise. La prima per meschina mascherata di qualcuno, e via di festa di piazza che fa tanto folklore e niente sembra avere poi tanto valore. La seconda per senso civico, il grido di libertà e senso comune: “una grande gara di solidarietà”.

La Realtà Non Può Essere Questa i fratelli Eugenio ed Edoardo Bennato uniscono ancora una volta le forze per sollecitare l’attenzione dell’ascoltatore sulla condizione difficile dei ricoverati di Covid. Parte da qui ma si estende ad un concetto molto più ampio e inglobante. L’amore che non può essere virtuale, la rete come una prigione. C’è bisogno di materia, la materia dei gesti, delle attenzioni. Ogni cosa per distinguere la vita vera da quella virtuale.

Edoardo Bennato

Come si collega il “vecchio” Edoardo Bennato al “nuovo” ritrovato in Non C’è?

 

Il cardine su cui ruota la giostra va trovato tenendo uno sguardo sul vasto repertorio di ieri. Da qui arrivano: Un Giorno Credi, La Verità, Tutti, Salviamo Il Salvabile, Perché (con Morgan, scritto nel 95), Le Ragazze Fanno Grandi Sogni, Mangiafuoco, L’Isola Che Non C’è, Italiani, Bravi Ragazzi, Cantautore, Non Farti Cadere Le Braccia.

Leggendo i soli titoli, presi random, si riesce a chiudere il cerchio logico di quanto detto poco sopra. Le canzoni, anche per i non avvezzi, riprendono e ripercorrono momenti storici ancora in essere. Molto è frutto della psicosi reale e tangibile data dalle enormi difficoltà riscontrate dalla comunità in riferimento alla pandemia da Sars-Cov2. La correlazione biunivoca pare tanto solida quanto banale, ma Edoardo Bennato resta coerente con se stesso evitando analisi pressapochiste, andando a sottolineare sensazioni umane condivise, non senza ironia che talvolta diventa satira sociale. Non sarà l’album della vita ma quanto mestiere comunicativo la fa da padrone in Non C’è.

Per chi preferisce il vinile, nel doppio pressofuso troverà tre ulteriori canzoni: Relax, Feste Di Piazza, Dotti Medici e Sapienti.

Mario Aiello

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