Morrissey è senza etichetta discografica, la BMG l’ha cestinato

Duro colpo all’ego (e probabilmente, anche al conto in banca) di Morrissey: l’ex enfant prodige, frontman ed anima degli Smiths è stato congedato senza troppe remore dalla sua (ormai ex) etichetta discografica, la BMG, affiliata a Sony Music.

L’avvicendamento al ruolo di Executive ha portato l’artista britannico ad essere silurato nonostante i buoni risultati commerciali di I am not a dog on a chain, che ha raggiunto la prima posizione in Scozia, Polonia e classifica indie in Gran Bretagna, entrando in top dieci in Francia e Spagna. La scelta dell’etichetta di implementare la diversity (…) nel roster ha portato quindi al taglio di Morrissey, che ha espresso il suo disappunto.

 

I miei tre album con la BMG sono stati i migliori della mia carriera, hanno rappresentato un periodo fondamentale della mia vita. Ringrazio il precedente team della BMG e tutti coloro che vi hanno partecipato. Per me è ancora importante fare musica a modo mio; non voglio collaborare con un’etichetta che detta in modo così specifico i comportamenti degli artisti.

Specialmente quando non si menziona la parola “talento”

Fare business significa anche effettuare scelte, alcune condivisibili, altre meno. Arrivare a giustificare con la necessità di maggiore diversity il benservito ad un artista, le cui ideologie fluide e controcorrente hanno caratterizzato la carriera, sembra una scusa formulata in modo davvero approssimativo.

Giornalista | Creativo | Direttore di Scè dal 2018. Collaboro con diverse testate e mi occupo di ufficio stampa e comunicazione digitale. Unico denominatore? La musica.

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