Tra le top ten del momento su Netflix, in prima linea c’è Ocean’s 8, film del 2018 diretto da Gary Ross.
La pellicola è lo spin-off della trilogia Ocean’s diretta da Steven Soderbergh e, nella costruzione della trama, si mantiene in linea con i precedenti classici: un gruppo di individui progetta nei minimi dettagli un piano per mettere in atto un colpo grosso.
In questo caso però c’è una differenza sostanziale: non c’è posto per gli uomini. Il palcoscenico lascia spazio all’astuzia, l’ingegno e l’eleganza femminile. Con questi tre elementi la riuscita del piano è assicurata.
“Un lui si nota, una lei si ignora e noi vogliamo essere ignorate”
Così Debbie Ocean spiega la scelta di non volere un uomo in squadra.
OCEAN’S 8 – LA TRAMA E IL CAST
Debbie (Sandra Bullock) è la sorella del defunto Danny Ocean (George Clooney), il protagonista delle precedenti rapine nella trilogia. La donna rimane legata al ricordo del fratello e, in quanto a frodi, dimostra di non essere da meno. Buon sangue non mente. Presto raduna una squadra di abili e ingegnose truffatrici affinché l’aiutino a mettere in atto uno dei più grandi furti di gioielli della storia. L’obiettivo è rubare una ben custodita collana di diamanti di Cartier del peso di 3kg.
La prima ad essere coinvolta è la sua storica partner criminale Lou (Cate Blanchett). Con il suo aiuto reclutano le altre complici: Rose, stilista ormai “passata di moda” (Helena Bonham Carter in una fantastica interpretazione grottesca, che le riesce sempre alla grande). L’hacker alternativa Palla Nove (la sorprendente Rihanna). Amita, esperta di gioielli dalle mani d’oro (Mindy Kaling). Constance, ironica e abile truffatrice (la rapper e attrice Awkwafina). Infine Tammy, ricattatrice travestita da rassicurante madre di famiglia (Sarah Paulson).
Complici e non solo, le nostre protagoniste creano una squadra che funziona alla perfezione. Diverse tra loro, ma ognuna con una propria dote, tutte indispensabili per una truffa magistrale come questa. Differenti, ma accomunante dall’abilità e dalla voglia di fare soldi. Tanti soldi.
Finora, però, si è parlato soltanto di sette incredibili donne. Per arrivare al numero perfetto e dare senso al titolo, Ocean’s 8, bisogna aspettare la seconda parte della storia, quando Daphne Klugern (interpretata dalla versatile Anne Hathaway), si unirà alla banda di fronte agli occhi increduli delle altre, ignare del fatto che l’ingenua ed eccentrica attricetta, utilizzata fino a quel momento solo come esca, si dimostrerà in realtà molto preparata.
OCEAN’S 8 – IL FASCINO DELLA FEMMINILITÀ
In questa pellicola le donne si guadagnano rispetto grazie alla loro fermezza, lucidità e astuzia, senza perdere l’eleganza che fa da accessorio. Lo spettatore è affascinato dalla loro mente più che dal loro aspetto. Nonostante questo, gli abiti hanno comunque il loro ruolo nella storia, soprattutto se consideriamo che la rapina è messa in atto durante il più esclusivo fra tutti gli eventi di costume in America: il Met Gala. Sotto le note di Nancy Sinatra These Boots Are Made for Walkin’, le truffatrici fanno la loro uscita trionfale indossando vestiti eleganti che parlano per loro. Un elemento scenografico nel quale ognuna spicca grazie al proprio stile personale.
Ocean’s 8 è un film al femminile a 360 gradi. Non è un caso quando vengono mostrate le opere d’arte esposte al Met (Metropolitan Museum of Art) che hanno come soggetto figure di donne. Da Modigliani a Gauguin, da Sargent a Vermeer. Per finire, una rivisitazione tutta al femminile del quadro Washington Crossing the Delaware di Emanuel Gottlieb Leutze.
Le figure maschili non sono così rilevanti, anzi, ci vengono mostrate come prevedibili e non all’altezza della situazione e dell’astuzia delle donne. Claude Becker (Richard Armitage), l’ex fidanzato traditore di Miss Ocean, anch’esso truffatore, verrà raggirato con una tale facilità che ci farà sembrare il piano un gioco da ragazzi. Anche l’agente John Frazier (James Corden), dopo essersi illuso di riuscire a rovinare il furto, alla fine sarà anch’egli una loro vittima.
L’idea di un heist movie al femminile funziona e il regista ha giocato bene le proprie carte. Il riscatto dell’immagine della donna, lontana dal classico romanticismo tragico o comico, di questi tempi funziona sempre.
“Da qualche parte nel mondo c’è una bambina nel suo letto che sogna di diventare una criminale: fatelo per lei”.
A sipario concluso la sensazione è quasi di dispiacere, perché avremmo voluto osservare ancora le protagoniste all’opera per ammirarle più a fondo. Qualche colpo di scena in più, dunque, non avrebbe guastato.
Ad ogni modo la bravura del cast e l’ironia di molte scene ci regala 110min di piacevole leggerezza e ci accontentiamo comunque di brindare con Miss Ocean, che accenna un sorriso soddisfatto seduta di fronte alla tomba del fratello.
Claudia Avena