David Byrne parla di una possibile reunion dei Talking Heads

Il genio creativo di David Byrne ha approcciato l’arte con spirito radicalmente innovativo. Anche al costo di lasciarsi alle spalle i progetti che hanno cristallizzato la sua aura di fenomeno del pop.

A tal riguardo, l’artista di origine scozzese è tornato ad esprimersi sulle possibilità di reunion della storica band Talking Heads, della quale era frontman e carismatico leader.

Ci sono molte reunion e tour dedicati alla celebrazione dei tempi che furono. Per me sono degli esercizi di nostalgia, perché non puoi riprodurre con la stessa forza quella prima folgorazione d’ascolto. Riguarda il momento, l’accoglienza del pubblico, sono fattori che non si possono ripetere.

 

Una dichiarazione coerente al registro espressivo di Byrne: non viene posto un veto netto, ma di sicuro lascia poche speranze per eventuali aperture al ritorno dei Talking Heads. È una questione di atto artistico, che viene rimarcata a seguire.

Ci sono fasi della vita dove la musica è essenziale per definire te ed il tuo posto nel mondo. Non puoi lasciarti sfuggire quel momento ma, al tempo stesso, non puoi ricrearlo.

David Byrne e i Talking Heads

 

La band nata ufficialmente nel 1974 concluse il suo percorso nel 1991, suonando per un’ultima volta insieme il 2002 in occasione dell’introduzione alla Rock and Roll Hall Of Fame. David Byrne, in questo lasso di tempo, ha pubblicato dieci album da solista ed un meraviglioso best-seller editoriale dal titolo “Come funziona la musica”.

Ad inizio 2020, l’ex batterista Chris Frantz parlò di consistenti segnali di reunion, perché “tutti i membri della band sono ancora vivi ed in salute“; nel corso degli anni erano arrivate offerte importanti per tornare in tour e registrare un CD live ed un DVD. Lo stesso Frantz dichiarò che “era un grosso affare e chiunque sano di mente avrebbe detto di sì“.

Ma che David Byrne sia fuori dall’ordinario non è minimamente in discussione, e probabilmente è il fulcro del suo carisma creativo.

Giornalista | Creativo | Direttore di Scè dal 2018. Collaboro con diverse testate e mi occupo di ufficio stampa e comunicazione digitale. Unico denominatore? La musica.

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