Sanremo 2021 sta amplificando (in positivo ed in negativo) tutti gli aspetti caratterizzanti la kermesse più importante della musica in televisione. Dalle polemiche pre-Festival (vivaci ed a tratti viscerali per le posizioni assunte) al pubblico (totalmente assente per restrizioni sanitarie, azzerando una delle principali caratteristiche dello show), passando per la selezione dei concorrenti; tutto contribuisce a rendere questa settantunesima volta un’assoluta one-of-a-kind, per dirla british.
In particolare, le scelte artistiche hanno decisamente spiazzato: la quota indie che da ormai una decina d’anni (dai tempi degli Afterhours con “Il Paese è reale”, per intenderci) era rappresentanza garantita come un umile partito in un sistema proporzionale, è cresciuta a dismisura.
Perfino Mahmood (uno che il 2019 abbiamo dato per vincente già dal martedì sera) ha detto che “Sanremo quest’anno sembra il MIAMI Festival”.
Sarà perché ai nastri di partenza si presentano 26 (ventisei!) canzoni, un numero decisamente alto, ma bisogna anche comprendere un concetto spesso ignorato: con buona pace dei puristi, l’ambiente della musica indipendente è cambiato; le incursioni tra pop commerciale e outsiders di nicchia si sono infittite azzerando, di fatto, le distanze.
Leggo in giro romantiche affermazioni come “i nostri artisti sono a Sanremo”…nostri di chi? I brani, e chi li realizza, sono del pubblico, ed il pubblico può essere di mille sfumature senza per questo influenzare la bontà di un progetto. L’indie esiste solo come categoria delle playlist su Spotify, accettiamolo una volta e per sempre abbandonando ampollosi romanticismi.
Molto più interessante, invece , è capire la wave di facce nuove cosa può dare al più iconico carrozzone musicale d’Italia; proviamo, quindi, a fare ordine in questo bestiario musicale fornendo informazioni utili a non perdere la bussola. Come ha promesso Amadeus, sarà un grande (e lungo) Festival!
Sanremo 2021 – Guida all’ascolto
Il target di Sanremo più tradizionalista può contare sulla presenza (per la gioia delle etichette) degli habitué Francesco Renga, Ermal Meta (lontanissimo ormai dai tempi de La Fame di Camilla), Arisa, Noemi, Malika Ayane, Annalisa. Su tutti, Orietta Berti, che conquista la dodicesima partecipazione spalmata su sette decenni (numeri da superuomo).
Per il pubblico affezionato ai talent c’è Gaia, Irama e Francesca Michelin. La cantautrice di Bassano del Grappa celebra il decimo anniversario del suo debutto ad X Factor tornando a duettare con Fedez, provando a bissare la fortunatissima “Cigno Nero”. Reduci da X Factor anche i Maneskin; tentano di completare la scalata verso l’olimpo della discografia attuale giocandosi “Zitti e buoni” a seguito del più recente singolo “Vent’anni”.
Incognite che potrebbero conquistare il televoto, Aiello e Gio Evan: sono fenomeni artistici che hanno dalla loro numeri importanti sui social; questo punto di forza potrebbe portare ad alte posizioni in graduatoria finale.
Sarebbe stata una colpevole mancanza ignorare i fenomeni urban più recenti, in tale contesto si motivano le chiamate tra i big del campano Emanuele Caso (nome d’arte Random), Fasma (terzo posto a Sanremo Giovani 2020) e Madame, next big thing dell’hip-hop al femminile. Giovanissimi nel senso più anagrafico del termine: insieme fanno un terzo degli anni che Orietta Berti sfoggia, orgogliosamente, sulla carta d’identità.
Funzionale, in termini di continuità fra i generi proposti, la presenza di Willie Peyote: l’artista torinese e la sua “Mai dire mai (la locura)” (e quando si parla di locura, impossibile non pensare a Boris) predispone al pop indipendente, ultimo grosso “regno” che ci prepariamo ad analizzare.
Gli artisti “indipendenti”
Scrollandoci di dosso gli ultimi sussulti di flow con i Coma_Cose, che presenteranno la pirotecnica “Fiamme negli occhi”, c’è una nutrita rappresentenza di tutto quel mondo discografico fatto di esibizioni davanti a trenta persone (quando i club erano ancora aperti) e dischi venduti al banchetto del merchandising. Prima di incontrare il grande successo commerciale, faceva parte di tale versante anche Max Gazzè, che insieme alla Trifluoperazina Monstery Band eseguirà “Il Farmacista”.
Artisti che passo dopo passo hanno raggiunto traguardi a conferma delle loro qualità: Bugo ritorno da solo, sperando quest’anno di non diventare fenomeno virale, mentre lo Stato Sociale ha tempo di fare “Combat Pop” nel frattempo che pubblica cinque Ep in altrettante settimane.
Sud meravigliosamente rappresentato da personalità valide: per la Campania torna Ghemon che dopo “Rose Viola” e “Scritto nelle stelle“ non vuole più fermarsi; Sicilia impersonata da La Rappresentante di Lista, realtà queer pop giunta al decennale di attività, e Colapesce e Dimartino, ancora insieme per alimentare la bellezza di “I Mortali“ proponendo “Musica leggerissima”, canzone che farà il quinto posto.
Soggetto attenzionato dalla critica, Fulminacci (che proprio in queste ore ha annunciato l’uscita del nuovo disco il 12 marzo); col precedente “La vita veramente” aveva già portato a casa la Targa Mei e la Targa Tenco.
Saranno tutti da scoprire i romagnoli Extraliscio (alle prese con una positività da Covid in questi giorni), ai quali si aggiungerà Davide Toffolo. Il musicista/fumettista continua a sperimentare suoni dopo gli episodi reggae/dub con i Tre Allegri Ragazzi Morti e le ventate sudamericane dell’Istituto Italiano di Cumbia.
L’incrollabile dogma perché Sanremo è Sanremo si declinerà in suoni più caleidoscopici.
In mezzo a tante criticità, è già un buon punto di partenza: un Sanremo che si sforza di rispecchiare il Paese reale.
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