I pensieri dietro “Contenta Tu”: intervista a Marco Castello

Siracusa nel cuore, e nelle canzoni.

Marco Castello è un polistrumentista classe 1993 che è partito dalla Sicilia per stabilirsi a Milano, per poi girare il mondo al fianco di Erlend Øye dei Kings of Convenience, nel progetto La Comitiva, prima di fare ritorno all’isola della Trinacria.

Da questo viaggio verso casa scaturisce il suo primo album, licenziato da 42 Records e Bubble Records (per l’Europa) dal titolo “Contenta Tu”, una sorta di odi et amo condito da riflessioni argute sulla propria città d’origine. Critiche in musica, nel senso più squisito del termine: Marco Castello approccia la forma canzone edificando stratificazioni funk-pop che restituiscono l’idea di un suono da band; quell’impostazione che sembra essere pronta a tornare di gran carriera dopo che gli anni dieci ci hanno regalato tanti progetti (alcuni davvero interessanti) da cameretta.

Dell’esordio, di cosa c’è dietro le canzoni e del suo presente ne abbiamo parlato direttamente con Marco Castello.

Marco Castello (c) Glauco Canalis

Marco Castello – ph Glauco Canalis

Marco Castello – L’intervista

 

  • Ciao Marco, raccontaci un po’ com’è nato “Contenta Tu”, il tuo disco d’esordio, e questa collaborazione con 42 Records e Bubbles Records. Non capita spesso che un disco italiano riesca a far “unire le forze” a due label per uscire bene anche nel resto d’Europa.
    È certamente un segnale importante.

L’operazione è stata fatta al contrario, cioè un’etichetta prettamente internazionale come Bubbles ha voluto appoggiarsi a 42 per poter dare una particolare attenzione all’Italia. Inizialmente il disco doveva essere prodotto solo da Marcin Oz per Bubbles Records (Erlend Øye, The Whitest Boy Alive, Kakkmaddafakka…) per cui abbiamo registrato a Berlino nel loro studio. Poi abbiamo pensato di collaborare con 42 Records, di cui ho sempre ammirato il lavoro.

  • Il disco ruota attorno a concetti personali, alla tua Siracusa. Ho la netta sensazione che la musica sia un elemento attraverso il quale cerchi di fare un discorso molto più globale: osservazioni sociali ed una critica a suo modo estetica a questa città piena di storia e bellezza. È una chiave di lettura che condividi o c’è dell’altro attorno le tematiche del disco?

Assolutamente sì, sono un ipercritico e mi piace stuzzicare e provocare attraverso le canzoni. Altre volte invece il testo mi serve solo ad avere qualcosa da cantare e potrebbe benissimo non significare proprio niente. In ogni caso comunque mi piace che ci sia una storia da raccontare.

  • Passando al versante musicale, questo album è decisamente suonato. Veniamo da una decina d’anni che hanno segnato l’escalation di canzoni che arrivano dalla cameretta…ma tu sembri proprio avere lo studio ed il confronto con altri musicisti come tuo habitat naturale!

In realtà non sono in grado di fare nient’altro e anche volendo non saprei come fare in altre maniere se non “suonando”, non sono bravissimo con i programmi né a produrre, non mi attira neanche tanto. Suonare invece è quasi sempre un piacere fisico e mentale, e farlo soli o in compagnia è esattamente come fare qualcosa di piacevolmente fisico e mentale soli o in compagnia.

 

  • Scrivi canzoni, le canti, suoni la batteria, la chitarra, la tromba, il piano, provi a mettere insieme le ispirazioni di Pino Daniele e Mac de Marco. Come fai a mantenere un po’ di ordine in questo Castello di molteplici personalità e forze artistiche?

Le ispirazioni non sono intenzionali, quindi non provo a mettere insieme niente in particolare. Pino Daniele, che adoro ma che non ha mai preso piede tra le mie influenze, è in verità un’attribuzione che mi hanno dato e mi sta benissimo così, anzi è un onore. Mac DeMarco invece sì, lo ammetto, è stato uno dei miei ascolti più in rotazione degli ultimi quattro anni almeno. Mi piace il suo stile, il suo gusto nei suoni, nelle armonie e nella scrittura, mi trasmette sempre moltissimo. In realtà comunque quello che viene fuori è sempre abbastanza casuale, e l’unica cosa che cerco di mantenere è l’intento di farmela piacere.

  • Di suonare dal vivo ancora non se ne parla (ed ascoltando queste dieci tracce, dire che è un gran peccato è dire poco)…cosa hai in programma per promuovere al meglio “Contenta Tu”?

La promozione sarà un bel casino ma ce la metteremo tutta, ci siamo già dilettati in dirette Zoom in cui facevo da jukebox provando a soddisfare le richieste dei partecipanti. Presto registreremo insieme a Lorenzo Pisoni, Leonardo Varsalona (basso e tastiere nell’album) e Giuseppe Molinari alla batteria una sorta di concerto in studio che verrà mandato in streaming. Speriamo di cavarcela finché non si potrà tornare sul palco e con un pubblico, che è quello di cui vive la musica e non c’é streaming che regga.

Giornalista | Creativo | Direttore di Scè dal 2018. Collaboro con diverse testate e mi occupo di ufficio stampa e comunicazione digitale. Unico denominatore? La musica.

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