Spotify è al lavoro per ascoltare (e comprendere) le conversazioni dei propri utenti.
Il progetto, chiamato “Identification of taste attributes from an audio signal”, è stato presentato all’ufficio brevetti a febbraio 2018 ed è stato ufficializzato il 12 gennaio 2021.
La finalità è molto semplice: dalle interazioni vocali delle persone si possono desumere informazioni sullo stato d’animo, lo stress, le caratteristiche demografiche ma anche una cognizione concreta della presenza nell’ambiente di altre persone. La tecnica verrebbe quindi usata per perfezionare gli algoritmi che determinano la musica consigliata a chi utilizza i servizi di streaming del colosso svedese.
Spotify ha depositato domande di brevetto per centinaia di invenzioni, e continua a farlo con regolarità.
Alcuni di questi brevetti vengono inclusi nei prodotti, altri no.
Miriamo a creare la migliore experience possibile, ma non abbiamo alcuna novità da comunicare in questo momento.
L’intenzione, in sintesi, è ascoltare le conversazioni degli utenti per ottimizzare con efficacia i consigli d’ascolto.
In alternativa, ecco uno spunto per il complottismo ancora caldo di forno.