Le polemiche attorno “L’ultimo concerto”, l’iniziativa dei live club

Avevamo documentato i primi passi di “L’ultimo concerto”, iniziativa organizzata dai live club italiani per sensibilizzare l’opinione pubblica attorno la grave crisi della concertistica live che il Covid ha amplificato.

Attraverso i social ufficiali (e l’hashtag collegato alla manifestazione), si era catalizzata l’attenzione al 27 febbraio. Erano state programmate, per tale data, dirette streaming dai palchi del club partner, coinvolgendo anche nomi importanti del calibro di Ministri, Colapesce e Dimartino, Ghemon, Cosmo e Lo Stato Sociale.

Il sabato sera de “L’ultimo concerto” si è rivelato, in realtà, decisamente lontano dalle aspettative.

 

 

L’ultimo concerto in streaming – cos’è successo

 

In teoria attraverso il sito ufficiale sarebbe stato possibile assistere agli eventi organizzati da ogni live club, a partire dalle 21.00 circa. Il primo riscontro ha restituito la sensazione che il portale, e di conseguenza tutti gli streaming, fossero andati in tilt a causa dell’eccesso di visite.

Schermo nero, zero suoni, nessuna parola o possibilità di visionare immagini.

Il nulla assoluto, e verso mezzanotte sono arrivate delle spiegazioni direttamente dallo staff di “L’ultimo concerto”.

Vi aspettavate di vedere un concerto ed invece vi siete trovati davanti a un muro di silenzio.

Non vi abbiamo preso in giro.
Questa è la situazione in cui ci troviamo.

Con questo sapore amaro in gola, vi chiediamo tutto il supporto e la comprensione di cui abbiamo bisogno.

Un concerto senza musica non è un concerto.
Un live club in silenzio non è un live club.

Grazie per la vostra partecipazione, per il vostro incoraggiamento, e per la vostra presenza in questo momento che ci auguriamo possa rappresentare una svolta.

Da oggi vogliamo parlare del PROSSIMO CONCERTO.

Le polemiche attorno “L’ultimo concerto”

 

Il messaggio che si intendeva comunicare è arrivato, amplificato da una dinamica meno lineare rispetto a quanto ci si aspettava.

Non sono mancate polemiche e rimostranze, principalmente imputabili al fatto che “L’ultimo concerto” non avrebbe raggiunto quell’ampio respiro e coinvolgimento tale da permette un dialogo con le fasce di società meno abituate a questa dimensione della musica. In pratica, l’atto dimostrativo sarebbe stato percepito come tale solo da addetti ai lavori e fruitori abituali dei concerti; molto rumore per nulla, proprio quando l’Italia sta preparandosi al più grande evento annuale di musica in TV.

Personalmente, ritengo che per tracciare un bilancio definitivo dell’operazione ci sia bisogno di pazientare: il silenzio dello streaming vissuto sabato 27 febbraio è l’elemento di rottura che si innerva in una probabile strategia molto più articolata ed in divenire.

Il presente dei live club rispecchia una situazione già ipotizzata a febbraio 2020…

Coronavirus: La musica sull’orlo dell’apocalisse

Giornalista | Creativo | Direttore di Scè dal 2018. Collaboro con diverse testate e mi occupo di ufficio stampa e comunicazione digitale. Unico denominatore? La musica.

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