Il rock suona novità con “Deep” dei Muràl

Giovani, con le idee chiare e impronte artistiche ben definite.

Non lasciano spazio a troppi fronzoli e parole di contorno i Muràl, che all’avvio di questa primavera rompono un silenzio creativo di oltre un anno dando seguito all’esordio con Habits.

Più che nuovo inizio, il più recente inedito “Deep” inaugura una nuova ramificazione di un percorso creativo che parte dal rock ed intende sviscerarne tutte le molteplici applicazioni.

Il minimo comune denominatore è il cantato in lingua inglese, per il resto tutto cambia. Dalle sonorità dreamy ed eteree si passa all’impatto diretto, a 200 secondi di rock alternativo col piglio giusto ed il tiro da band british.

Formula accolta bene, dagli ascoltatori quanto dagli addetti ai lavori: alla sua pubblicazione (attraverso Metodica Records) sugli store digitali, il brano è stato incluso da Spotify nelle playlist editoriali All New Rock e Rock Italia, rispettivamente riferimenti di genere musicale a livello mondiale e nazionale. Ma “Deep” nasconde molteplici sfaccettature ed introspezioni sotto una robusta muscolatura sonora. Ne abbiamo parlato con i Muràl.

Muràl – Deep – L’intervista

 

Ci sembra di comprendere, leggendo il testo, che “Deep” tocchi tematiche di inquietudine ed incertezza verso il presente. Potete raccontarci com’è nata la canzone e precisamente quali argomenti affronta?

Sì,  credo che i due aggettivi siano molto calzanti per descrivere Deep dal punto di vista tematico. Il pezzo non è nient’altro che una descrizione di tutte quelle sensazioni che appartengono a chi perde la bussola, perde le proprie certezze ed entra nel momento della rassegnazione. È un elenco di tutte quelle emozioni negative che privano la persona dei propri punti di riferimento e lo portano all’impossibilità di ritrovarli e di ritrovarsi.

Non c’è chiaramente una ricerca della soluzione, l’unico tentativo è quello di parlare agli altri per cercare comprensione.

mural

 

Un certo sapore di mistero è presente anche nell’artwork del singolo. Probabilmente è un po’ l’emblema di questa release. Come mai avete scelto questa fotografia e che significato trasmette?

L’artwork del pezzo è arrivato, in realtà, in maniera quasi del tutto casuale. È un pezzetto di una fotografia che mi era stata inoltrata proprio nel periodo in cui stavamo scrivendo “Deep”, che poi abbiamo tagliato e reso la copertina del singolo.

La scelta è derivata dal fatto che l’espressione sul volto della bimba istintivamente ci aveva raccontato tutte le sensazioni che c’erano nel testo. Ancora non avevamo chiuso il pezzo ma avevamo già deciso cosa avrebbe dovuto rappresentarlo.

Per quanto riguarda il significato, nel nostro immaginario cerchiamo di non dare mai un’unica chiave di lettura sia al testo che alla copertina. Preferiamo dare la possibilità a chi ascolta di leggere in “Deep” le proprie esperienze, avere un legame proprio con il pezzo.

“Deep” ha raggiunto ascoltatori in varie parti del mondo. Dobbiamo aspettarci sviluppi su questa linea creativa anche nelle prossime canzoni? L’intenzione è continuare ad usare la lingua inglese?

La scelta della lingua, all’interno del nostro progetto, è sempre stata una conseguenza dei nostri ascolti. La maggior parte dei punti di riferimento che influenzano il nostro suono scrivono e parlano in lingua inglese di conseguenza è stato un passaggio quasi naturale.

Fino ad ora questa scelta ci ha portato ad avere diversi consensi ma non escludiamo nulla. Il nostro è un progetto che ha ancora da definirsi sia nello stile che nel suono; teniamo tutt’ora in considerazione l’idea di fare un cambio per quanto riguarda la lingua, ma è molto probabile che possa non accadere al prossimo singolo.

I Muràl sono: Michele Durante (voce), Francesco Caliendo (chitarra elettrica), Saverio Serpico (tastiere), Lorenzo Ferrara (basso), Diego Varchetta (batteria).

Giornalista | Creativo | Direttore di Scè dal 2018. Collaboro con diverse testate e mi occupo di ufficio stampa e comunicazione digitale. Unico denominatore? La musica.

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